Il Seicento di Baschenis in mostra a Palazzo Landriani a Seregno

Baschenis è la musica barocca nella sua rappresentazione artistica. Due opere, da sabato 27 marzo al 27 giugno, sono in mostra a palazzo Landriani Caponaghi di Seregno (su prenotazione e solo quando la regione sarà in zona bianca o gialla).
Baschenis a Seregno
Baschenis a Seregno

Evaristo Baschenis è stato un uomo del futuro. Totalmente immerso nel suo Seicento. Quello di Caravaggio, di Bernini e Correggio, di Rubens e Van Dyck, di La Tour e Velàzquez. Ma capace di ricavarsi un brand – diremmo oggi – personale, esclusivo, al punto di trovare sì imitatori, ma di non formare mai una scuola. E se inconfondibili per appartenenza d’epoca sono il tratto e la tavolozza del Barocco, unici sono i suoi temi: nature morte, in senso lato, nature morte fatte di strumenti musicali, che diventano per questo l’immaginario visivo dell’epoca di Johann Sebastian Bach e di Friedrich Händel.

Insomma: Baschenis è la musica barocca nella sua rappresentazione artistica. E dire che il suo mondo è nato e finito con lui: alla sua morte, la sua bottega e tutto quello che conteneva è stato messo all’asta sulla pubblica piazza di Bergamo, la città in cui era nato e vissuto. Sono una quarantina le opere riconducibili a lui – sacerdote nato nel 1671 e morto nel 1677. E due, da sabato 27 marzo al 27 giugno, sono in mostra a palazzo Landriani Caponaghi di Seregno (su prenotazione e solo quando la regione sarà in zona bianca o gialla).

Si tratta di “Strumenti musicali e tendone rosso” (1670 circa, olio su tela – Bergamo, Accademia Carrara) e di “Natura morta con zucche e cesto di mele” (olio su tela – Bergamo, collezione Intesa Sanpaolo, raccolta Ubi Banca).

Il Seicento di Baschenis in mostra a Palazzo Landriani a Seregno
Baschenis

Si tratta di un progetto culturale che coinvolge il Comune, l’Accademia Carrara di Bergamo e Intesa Sanpaolo (con la collaborazione del Conservatorio di Milano) a partire da un presupposto: Seregno è la città che ha dato i natali al pianista e compositore Ettore Pozzoli, nel nome del quale viene organizzato un prestigioso concorso musicale, e quindi niente di meglio del “pittore della musica” per creare un piano culturale in cui sottolineare l’esperienza di Baschenis, forse più noto agli appassionati di musica che a quelli dell’arte.

“Grazie a questa iniziativa, l’amministrazione comunale e il museo di Bergamo proseguono il rapporto di vicinanza iniziato nel 2020 in occasione dell’esposizione in Carrara de I Musici di Caravaggio dal Metropolitan Museum di New York, capolavoro che ha ispirato un omaggio a Seregno dello street artist Ravo Mattoni” sottolinea il Comune presentando la mostra alla quale, quando possibile, si potrà accedere (piazza Martiri della libertà 1) da martedì a domenica dalle ore 9 alle 19 su prenotazione (info.cultura@seregno.info oppure al numero 0362 263251).

“Quello in che veramente riuscì, fu una bizzarrissima maniera, ch’egli s’inventò; e questa sua propria, né più usata da altri, né più veduta; e fu il dipingere ogni sorta di strumenti da suono con incredibile naturalezza, e verità; e n’è riuscito con tanta perfezione, che io non so ch’altri l’abbia uguagliato giammai” ha scritto Francesco Maria Tassi, storico dell’arte del Settecento che ha lasciato alle stampe “Vite de’ pittori scultori e architetti bergamaschi”.

E se per contrasto la natura morta potrebbe essere un esercizio di stile secentesco, non lo è l’altra opera in mostra, “un dipinto della maturità, collocato anticamente nel monastero di San Paolo d’Argon” in cui “l’immagine è dominata da un’atmosfera di assoluto silenzio e immobilità, in cui lo scorrere del tempo è scandito dalla polvere che si deposita sugli oggetti, caratteristica che ben rappresenta la cifra stilistica del pittore e la sua spinta innovatrice” che travalica il soggetto – la musica – per farne una forma nuova di vanitas.