Il nuovo libro della senatrice Cattaneo: «Armati di scienza per conoscere la realtà e affrontare il presente»

La senatrice brugherese Elena Cattaneo ha scritto “Armati di scienza” per offrire le armi del metodo scientifico per evitare «di essere trascinati da mode e suggestioni pericolose».
La senatrice Elena Cattaneo
La senatrice Elena Cattaneo

Si intitola “Armati di scienza” l’ultimo libro della senatrice brugherese Elena Cattaneo, professore ordinario di Farmacologia all’Università degli Studi di Milano. Le pagine spiegano l’importanza di “competere con le armi della conoscenza”.

Professoressa, nel suo libro scrive che lo scienziato non deve agire in solitudine, ma avere un ruolo sociale e portare fuori la comunicazione di ciò che fa in laboratorio. La pandemia ha aiutato in questa missione, ma cosa resta da fare per affinare il rapporto scienziato-cittadino?

Il nuovo libro della senatrice Cattaneo: «Armati di scienza per conoscere la realtà e affrontare il presente»
Libro Elena Cattaneo: Armati di scienza

«Non c’è nulla nella scienza che non possa essere spiegato. A condizione, però, che lo studioso comprenda il livello di competenza del proprio pubblico, e soprattutto i dubbi, le paure, le questioni etiche che possono sorgere di fronte a fenomeni nuovi e inaspettati. La fiducia nella scienza va costruita giorno per giorno, raccontando successi e fallimenti, spiegando che per arrivare a una nuova conoscenza ci vuole tempo e che ogni risultato, prima di essere reso pubblico, deve passare il vaglio di migliaia di studiosi, pronti a verificarlo e attenti a ogni possibile errore».

La scienza come un juke-box. I cittadini chiedono risposte immediate a problemi complessi, rischio zero e notizie certe. Come si concilia questa esigenza a quella opposta della scienza, soprattutto alla luce delle informazioni che sembrano impazzite, sui vaccini? E le fake news scientifiche? A volte vengono alimentate dagli stessi politici. Il cittadino che mezzi ha per scovarle?
«In questo anno e mezzo abbiamo sperimentato un nuovo rapporto con la scienza. Ma una frequentazione improvvisa e inedita ha fatto emergere le difficoltà di comunicazione tra mondi che non si conoscevano. Questo spiega perché in molti abbiano pensato di poter chiedere alla scienza certezze a comando. Solo rendendo la politica e i cittadini consapevoli di “come funziona la ricerca” si potranno superare questi ostacoli e comprendere che “la decisione perfetta” e il rischio zero non esistono. Esistono invece dati, risultati ed evidenze su cui basare le nostre scelte, collettive o individuali, assumendoci di volta in volta la responsabilità delle conseguenze. Il nostro cervello poi è spesso vittima di errori di ragionamento, o “bias”. Il metodo scientifico è “l’arma” indispensabile a riconoscerli per diventare cittadini consapevoli e informati».

Politica e scienza. Amiche-nemiche. Quanto pesano i condizionamenti politici sugli scienziati?
«Nel mio libro cito le parole di Jacques Monod, biologo francese, premio Nobel per la medicina. Monod, nel suo libro “Per un’etica della conoscenza” scrive che, quando nei nostri laboratori facciamo ricerca e scopriamo le cose che nessuno conosce, lo facciamo sulla base di un impegno tacito, ma non negoziabile, ad essere sinceri, a dire come stanno le cose, a riportare i fatti, a mettere in atto ogni comportamento affinché si aprano spazi di libertà che permettano ad ogni idea razionale di essere messa a confronto con le altre e ad essere valutata. Comportamenti che vanno messi in atto anche quando è la politica a voler distorcere o rinnegare i dati scientifici, magari per conquistare o mantenere il consenso assecondando le paure istintive dei cittadini».

Ogm e agricoltura biologica, di chi ci dobbiamo fidare? Nel libro l’Italia, a volte screditata senza ragione, viene descritta come sicura dal punto di vista della bontà dei prodotti, stiamo tranquilli? Ci sono “trucchi” per capire quando acquistiamo qualcosa di inutilmente costoso perché spacciato come supernaturale?
«Anche qui ci viene in soccorso il metodo scientifico, che ci aiuta a esaminare criticamente le informazioni fuorvianti – talvolta “terroristiche”- e a valutare la realtà alla luce delle evidenze disponibili. Non basta citare un generico studio scientifico a supporto della maggior salubrità di un determinato prodotto, magari per convincerci a pagarlo di più. Sarebbe necessario saper analizzare la solidità di quello studio e per questo rimando al capitolo 7.5 del mio libro, “Vademecum per leggere uno studio scientifico”. Così facendo, spesso si scopre che le condizioni in cui si sono fatte le sperimentazioni non sono applicabili alla realtà, e che quindi non sono utili a comprendere l’effetto del normale consumo di un certo alimento sulla nostra salute».

Armati di scienza, siamo soldati ben equipaggiati, ma ci si può educare (come persone non scienziati), e come, alla sconfitta alla quale inevitabilmente si può andare incontro?
«I fallimenti sono tappe inevitabili, e indispensabili, della strada verso la conquista di qualcosa di nuovo. Vale nella scienza come nella vita di tutti i giorni, ma nella scienza i fallimenti sono particolarmente “preziosi”: vanno condivisi con tutta la comunità scientifica, in modo che altri studiosi possano evitare di compiere di nuovo gli stessi errori. Ogni strada che si chiude, ogni ipotesi che non regge il confronto con la realtà lascia spazio per quelle più solide e verificate: è così, grazie a questo processo continuo di prova ed errore, che giorno dopo giorno l’uomo costruisce la conoscenza».