Il ’48 le Quattro giornate: Monza ricorda la sua insurrezione contro gli austriaci

Domenica 18 marzo una passeggiata storica ricordando l’insurrezione di Monza contro austriaci nel 1848: il racconto delle Quattro giornate.
La bandiera delle Quattro giornate di Monza
La bandiera delle Quattro giornate di Monza FABRIZIO RADAELLI

Sono passati 170 anni dal giorno in cui Monza è insorta: insorta contro gli austriaci, che in città erano di casa, e contro l’oppressione del centralismo di Vienna nei confronti dei territori occupati. Non serviva che una scintilla, quel sabato di 170 anni fa. E la scintilla arrivò, da Milano, dove la popolazione aveva inaugurato quelle che sono passate alla storia come le Cinque giornate.

Sono state quattro, a Monza, e su quei passi vuole tornare domenica l’Associazione Mazziniana, per ricordare la rivolta consumata tra il 18 e il 21 marzo del 1848. Tutto succede alle 16, a partire dallo sportello della ProMonza, sotto i portici di piazza Carducci. Lì verrà presentata la guida del percorso risorgimentale in città seguita una visita guidata.

La guida è un breve opuscolo redatto dai Mazziniani, in collaborazione con ProMonza e con il patrocinio del Comune di Monza, “in cui vengono raccontati, attraverso un itinerario che si snoda tra strade e piazze del centro storico, gli eventi più importanti dell’insurrezione di Monza, nel marzo 1848, e dei giorni concitati della seconda guerra d’indipendenza e l’arrivo a Monza di Vittorio Emanuele II nel giugno 1859”. Una mappa per un itinerario cittadino che conduce anche alla scoperta del patrimonio d’arte e di storia, come lapidi, busti, monumenti, diffuso nelle piazze e lungo le strade urbane.

Ci sarà sicuramente anche il simbolo più importante di quei giorni, la bandiera delle Quattro giornate oggi conservata ai Musei civici, nell’auditorium.

“Sabato 18 marzo alla notizia della rivolta di Milano i monzesi si affollano alla stazione ferroviaria chi per recarsi a Milano per unirsi ai combattenti, chi per trattenere la truppa nemica che gli ordini del feldmaresciallo Radetzky richiama a Milano – esordiva la ricostruzione delle Quattro giornate fatta nel 2010 dal sistema bibliotecario per il progetto I documenti raccontano – . La folla circonda la truppa per ricordare ai soldati di essere italiani e di non infierire contro i fratelli. Si sparge ad arte la voce che la strada ferrata è in più punti interrotta. Ma la guarnigione parte lo stesso a piedi alla volta di Milano sotto una fortissima pioggia. Nella notte il popolo monzese vuole accattivarsi i soldati rimasti facendo festa e distribuendo vino. Si cerca di farli ubriacare per poi disarmarli la mattina seguente”.

Monza sarebbe diventata in fretta il punto dei raccolta di tutti i volontari che volevano andare a combattere a Milano. Il 23 marzo sarebbe apparso sui muri un manifesto firmato dal commissario di guerra Bellani: “

Il 23 marzo un manifesto su tutti i muri della città: “Cittadini! Anche noi abbiamo sgombrato la nostra città dal nemico straniero. Gloria e gratitudine a voi e ai prodi Lecchesi e Brianzoli che qui vennero a dar prova e ad essere testimonj di cittadino valore. Noi soli abbiamo avuto delle vittime, e ciò ben sta, poiché nostra era la terra da ricomperar col sangue. Vigilanza, o cittadini! Il nemico potrebbe in una disastrosa fuga devastare nel suo furore le nostre terre. Ora però abbiamo fra noi anche i nostri che in Milano segnalatamente cooperarono alla causa comune. Vorreste che venisse meno la fama del coraggio che avete nel 22 a tutte prove dimostrato? Salute e fratellanza”