Giornate Fai: la seconda casa di Umberto I a Vedano (vicino alla duchessa Eugenia)

Il posto in cui riposava da solo, forse: il Fai apre per le Giornate di primavera anche Villa Umberto I, poi Zendali, acquistata dal sovrano Savoia nel 1878 a Vedano al Lambro.
Vedano Visite Fai primavera Villa di Umberto I
Vedano Visite Fai primavera Villa di Umberto I Fabrizio Radaelli

La Villa reale di Vedano, la chiama qualcuno. Perché reale lo è stata davvero. E non solo per l’appartenenza iniziale alla nobiltà sotto il nome di Mellerio Somaglia, ma anche e soprattutto perché Umberto di Savoia la scelse, e comprò, come casino di caccia ai bordi del grande parco di cui era diventato proprietario con la corona. E poi, va da sé, perché proprio lì a fianco c’era la villa dell’amata (e amante) duchessa Eugenia Bolognini Litta Visconti: i parchi sono confinanti.

LEGGI le Giornate Fai di Primavera 2019

Il nome completo è Villa Mellerio Somaglia Umberto di Savoia Gianetti Zendali, quello più abituale semplicemente Zendali, ed è un edificio attestato già dal primo decennio dell’Ottocento. Nel fine settimana apre le porte grazie al Fai Monza e Brianza perché permettere – fatto poco abituale – una dei tesori nascosti del territorio. Succede in occasione delle giornata Fai di Primavera in cui sono possibili visite speciali anche a Villa Gallarati Scotti di Oreno di Vimercate, a palazzo Rasini di Cavenago e alla Cappella espiatoria di Monza.

La nascita della Villa dovrebbe peraltro risalire al Settecento e gli ultimi interventi a metà del secolo successivo. Umberto I l’ha comprata nel 1878 ed è uno dei beni venduti poco dopo la morte, nel 1902: al posto del sovrano Savoia prima la famiglia Gianetti e poi gli Zendali dal 1932, requisita come altri edifici storici dai nazisti durante l’occupazione: il suo ruolo, in particolare, quello di stazione radio. Con la Liberazione l’edificio è stato acquistato dalla parrocchia vedanese, che ne ha fatto sede dell’oratorio maschile, arrivando nel 1964 a una parziale manomissione delle strutture per un ampliamento. Oggi ospita la biblioteca parrocchiale, una scuola di musica e associazioni.

Rispetto ad altri edifici coevi ha un aspetto lineare e semplice, due piani molti regolari scanditi dalle aperture. Le sorprese le riserva all’interno, con le ricche boiserie delle pareti, gli stucchi, ovali dipinti, caminetti e specchi e soprattutto l’importante scalone in legno e ferro battuto di accesso al piano nobile.