Dopo Parigi “Je suis Charlie Hebdo?” Il nuovo libro di Sagoma editore

Nasce a Vimercate l’idea di un volume che approfondisca il tema della libertà di espressione. Una raccolta di considerazioni dei grandi nomi della comicità italiana sarà in edicola da febbraio.
Dopo Parigi “Je suis Charlie Hebdo?” Il nuovo libro di Sagoma editore

Un’occasione per riflettere sulla libertà d’espressione, per riprendere un dibattito in realtà mai sopito, per ricordare le vittime di Parigi senza però farne dei martiri. Insomma, libertà d’espressione anche sulla tragedia di Charlie Hebdo e della grande questione che essa ha scoperchiato. Con questa variegata intenzione è nato l’instant book “Je suis Charlie Hebdo?” ideato da Sagoma Editore: 112 pagine, in libreria dal 18 febbraio prossimo, al prezzo di 9,50 euro. Dentro ci stanno saggi, monologhi, poesie, ricordi, vignette, riflessioni inviati dalle più grandi e note firme della comicità e della satira italiane, come Moni Ovadia, Alberto Patrucco, David Riondino, Dario Vergassola, Maurizio Milani, Stefano Nosei, Paolo Migone, Flavio Oreglio, Cochi Ponzoni, Andrea Aloi, Nini Salerno, Dandi Bestia (Skiantos), Piergiorgio Paterlini (Cuore), Max Pisu. Una parte dei proventi della vendita del libro saranno devoluti alle famiglie delle vittime.

“I temi della libertà di espressione, della satira e dei suoi confini, sono temi che conosco e che sono stati trattati in mille modi in tempi non sospetti –ha raccontato Carlo Amatetti, titolare di Sagoma Edizioni- È un dibattito nel quale sono coinvolto da sempre in prima persona, ho coinvolto quindi la comunità italiana degli autori satirici e dei comici. Ho anche pensato che fosse doveroso, in questo momento, dare un segnale di vicinanza a chi è parte di questo mondo e dare spazio di riflessione a chi fa satira”. È dunque un libro a più mani, caleidoscopico tanto quanto la questione che affronta. “Come si evince da questo libro, e com’era già prima della tragedia di Charlie Hebdo –ha confermato Amatetti- queste riflessioni e considerazioni non sono monolitiche, ma diversificate tra loro, e molti in questo ambiente non condividevano neppure il modo di fare satira di Charlie Hebdo. Ecco perché quel punto interrogativo nel titolo. Je suis Charlie Hebdo?, significa che è in questione la libertà d’espressione. Il punto interrogativo indica i dubbi che da sempre investono questo nodo”.

“Prima della tragedia di Charlie Hebdo, che avremmo pensato di quel tipo di satira? Era una questione già aperta, tanto più ora che la tragedia è avvenuta. Assurdo pensare che, dopo questo evento spartiacque, la satira possa essere santificata”.

Un pamphlet denso, che non fa sconti e che non arretra di un passo dalla vocazione umoristica e satirica di chi vi ha preso parte. Lo spiega bene anche la presentazione caricata sul sito di Sagoma: “Per certo l’espressione di solidarietà ‘Je Suis Charlie’, diventata immediatamente virale, è stata fatta propria anche da molti che non potrebbero proprio permetterselo. Quel che è certo è che la storia della satira oggi è ormai ineluttabilmente segnata da un ‘prima’ e un ‘dopo’ Charlie. E che il dibattito attorno alla natura, i limiti e gli scopi della satira è più vivo e drammatico che mai”.