Concorezzo celebra i 700 anni della scomparsa di san Rainaldo, arcivescovo ai tempi di Dante

Sono scomparsi 700 anni fa a poche settimane di distanza, a Ravenna: Rainaldo da Concorezzo, arcivescovo della città romagnola e Dante Alighieri. A settembre un convegno internazionale di studi sul santo e una mostra dedicata alle riproduzioni fedeli dei mosaici bizantini patrimonio Unesco.
Un particolare del Corteo imperiale di Teodora nella basilica di San Vitale a Ravenna
Un particolare del Corteo imperiale di Teodora nella basilica di San Vitale a Ravenna

Si potrebbero immaginare così, in quell’estate del 1321: nell’ombra di San Vitale, a Ravenna, o sotto le volte di Sant’Apollinare, a osservare l’eredità della fede cristiana in Occidente. Sopra di loro i mosaici bizantini che erano allora e sono oggi il carattere distintivo della città. Erano passati allora sette, otto secoli da quando erano stati creati. Sono passati sette secoli da quando i loro occhi hanno visto per l’ultima volta le tessere vibrare investite dalla luce del sole.

Dante Alighieri, il poeta epicentro della letteratura italiana, Rainaldo da Concorezzo, il vescovo ravennate che custodiva allora il senso della romanità della Chiesa con il Papa ad Avignone negli anni della “cattività”. Sono passati 700 anni dalla morte di entrambi, a poche settimane di distanza: l’arcivescovo il 18 agosto del 1321, l’autore della “Comedia” meno di un mese dopo, forse tra il 13 e il 14 settembre, per le conseguenze – con ogni probabilità – della malaria. I documenti non sanno dirci se si siano mai conosciuti, frequentati, parlati: è difficile però pensare il contrario, soprattutto in una città che contava poche decine di migliaia di persone incluso tutto il contado.

Concorezzo celebra i 700 anni della scomparsa di san Rainaldo, arcivescovo ai tempi di Dante
L’affresco medievale perduto di san Rainaldo, bombardato nel 1944: era a Ravenna a Santa Maria in Porto Fuori

È lo scorcio di tempo e di spazio in cui si concentrano dal 9 settembre oltre un mese di celebrazioni di Rainaldo di Concorezzo, beato per Chiesa, santo per devozione popolare al quale sono dedicati un ampio convegno internazionale di studi che occuperà quattro giorni della prossima settimana, un secondo convegno popolare sulla figura dell’arcivescovo, uno spettacolo teatrale e una mostra di caratura mondiale e immersiva: capace di tuffare il pubblico nel mondo che il sacerdote e il poeta hanno conosciuto e osservato negli ultimi anni della loro vita.

Sono le riproduzioni fedeli dei più importanti mosaici bizantini della città ravennate, l’eredità diretta del V secolo, quando Onorio l’ha resa capitale dell’Impero romano d’Occidente: sono stati realizzati nei primi anni Cinquanta dal Gruppo mosaicisti dell’Accademia di belle arti di Ravenna (rispettando materiali e tecniche antiche) e da allora hanno girato il mondo: da Berlino a Vienna, da Parigi a Praga, Copenhagen e Mosca, Madrid e New York, Istanbul e Tel Aviv, fino a Salonicco, nel 2019. Ora arrivano a Concorezzo, nella rinata Villa Zoja dopo i lavori di restauro che, dice il sindaco concorezzese Mauro Capitanio, restituiscono alla città e alla Brianza la “casa della cultura”. Gli spazi espositivi da sabato 25 settembre (inaugurazione alle 11) accoglieranno 38 opere che riproducono dettagli e figure dei mosaici presenti nelle chiese e nel mausoleo di Galla Placidia, incluso “Il corteo imperiale di Teodora” ampio oltre quattro metri (fino al 31 ottobre, ingresso gratuito, visite guidate a 3 euro per over 18, gratis fino a 17 anni, per maggiori informazioni il sito ufficiale sanrainaldo2021.it).

LEGGI la vita di Rainaldo da Concorezzo

Sono occorsi tre anni – ha ricordato il coordinatore del comitato delle celebrazioni, Stefano Meregalli – per arrivare al programma predisposto a partire dalla prossima settimana. Con un antecedente persino ingombrante: gli enormi fasti organizzati una secolo fa a Concorezzo per i 600 anni della scomparsa di Rainaldo, con giardini e angoli a festa in tutto il territorio, quattro archi trionfali, grotte, due vagoni di fiori di carta, duecento carri di muschio preparati al Parco di Monza. «Quella di Rainaldo è una santità non solo spirituale, ma di chi è stato capace di incidere nella storia di una popolazione e di una comunità – ha detto il parroco don Angelo Puricelli, alla presidenza del comitato – . Rainaldo è stato anche un uomo delle istituzioni e ci racconta che una guida saggia e radicata in un territorio non può che generare del bene». Capace, l’arcivescovo, di assolvere in processo i templari italiani rifiutando anche di ricorrere alla tortura come mezzo di confessione.

«Perché tornare oggi a studiare la figura di Rainaldo?» ha detto il direttore scientifico del convegno di studi, Gabriele Archetti, docente dell’università cattolica del Sacro cuore: «Perché ogni epoca guarda al passato con occhi diversi, da una prospettiva differente, che ci permette di capire la storia diversamente. E allo stesso tempo perché è un nostro dovere tenere viva la memoria del passato» anche e soprattutto quando si tratta di una figura chiave della storia del XIV secolo e non solo.

Per farlo ci saranno a partire da giovedì 9 settembre tre giorni di convegno di studi con un panel internazionale di relatori. L’apertura è affidata al coordinatore scientifico Gabriele Archetti con le presentazioni che contemplano ospiti istituzionali (inclusi l’assessore regionale Stefano Bruno Galli e Pietro Cafaro, direttore del dipartimento di storia moderna e contemporanea della Cattolica), mentre nel pomeriggio sotto la presidenza di Claudio Azzara (università di Salerno) si parlerà di “Rainaldo e il suo tempo” (con Archetti, Roberto Lambertini (università di Macerata), Iva Bodrozic (università di Spalato) e Marina Righetti (Sapienza di Roma).

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L’affresco medievale perduto di san Rainaldo, bombardato nel 1944: era a Ravenna a Santa Maria in Porto Fuori

Venerdì due sessioni su “La formazione e l’episcopato vicentino” e “Pastore alla guida della chiesa ravennate) con, tra i tanti, Paolo Grillo (Statale di Milano), Jadranka Neralic (Istituto croato di storia, Zagrabria) e Roberto Bellini (Cattolica di Milano), Elena Bellomo (Cardiff university), Berardo Pio (università di Bologna). Sabato la chiusura su “Agiografia e memoria di un episcopato”. Le conclusioni sono affidate a Emilio Martìn Gutièrrez dell’università di Cadiz e ad Antonio Iacobini della Sapienza. Tutto si svolge al teatro San Luigi di Concorezzo.

Due celebrazioni religiose e allo stesso tempo appuntamenti simbolici aprono e chiudono le celebrazioni: le sante messe dell’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, domenica 12 alle 18, e dell’arcivescovo di Ravenna-Cervia monsignor Lorenzo Ghizzoni – diretto erede di Rainaldo – domenica 31 alle 12.n