Arte, la Biennale giovani di Monza sceglie i vincitori: chi sono e perché

Sei premi ufficiali e due menzioni, oltre ai premi speciali di Rottapharm Biotech e Camera di commercio: numeri da record anche nelle acquisizioni per la Biennale giovani di Monza 2015 che ha portato l’arte contemporanea all’arengario. Ecco chi sono i vincitori e perché.
Da sinistra: Francesca Dell’Aquila, Gerardo Genghini, Giovanna Forlanelli, Laura Cesana, Marco Enrico Giacomelli, Claudia Ratti, Daniele Astrologo Abadal, Cinzia Ercoli
Da sinistra: Francesca Dell’Aquila, Gerardo Genghini, Giovanna Forlanelli, Laura Cesana, Marco Enrico Giacomelli, Claudia Ratti, Daniele Astrologo Abadal, Cinzia Ercoli

L’algoritmo classico-moderno della Biennale giovani di Monza dà un risultato nuovo: la formula è 6×5=8(+2) e non ha più alcuna incognita. La giuria del premio d’arte contemporanea in cui cinque curatori invitano ciascuno sei artisti ha scelto le sei opere che entrano a far parte delle collezioni civiche della città, alle quali vanno aggiunti i due premi speciali di Rottapharm Biotech e delle Camera di commercio e due menzioni – novità di questa edizione – per due opere di cui saranno acquisite le fotografie. Insomma: una Biennale dei grandi numeri, inclusi quei 5mila persone che quest’anno hanno già deciso di salire all’arengario per visitare la mostra.

Partiamo da qui, dall’arengario, perché oltre ai vincitori c’è un’altra novità: la mostra il cui termine era previsto il 28 giugno è stata prorogata fino al 12 luglio con un cambio d’orario (da martedì a domenica 17-23). E poi un passo indietro, a giovedì 25 giugno, la sera delle premiazioni in cui la presenza dei vincitori è stata come forse mai prima così nutrita. D’altra parte è ampio come mai prima d’ora anche il numero di opere (annunciate da Marco enrico Giacomelli, vicedirettore di Artribune.com) che sono state premiate dalla giuria composta da dalla critica d’arte Martina Corgnati, dall’assessore Francesca Dell’Aquila, dal coordinatore della Biennale Gerardo Genghini, dalla direttrice di Exibart.it Adriana Polveroni e dal conservatore dei Musei civici Dario Porta: sei, quelle di Carola Ducoli, Massimiliano Gatti, Saba Masoumian, Elisabetta Falanga, Lorenzo Vitturi, Virginia Zanetti. Oltre alla giuria anche la giunta tecnica del premio (Laura Cesana, Giovanna Forlanelli, Gerardo Genghini, Laura Brambilla, Felice Bonalumi) ha voluto segnalare due opere con altrettante menzioni speciali, andate a Francesca Pasquali e Mario Scudeletti. Il tradizionale premio Rottapharm Biotech va a Silvia Inselvini, mentre quello della Camera di commercio a Casali+Roubini. Ecco le motivazioni delle scelte.

Premi della giuria

Carola Ducoli, Vasilij Vasil’evič Kandinskij, 2014
Gli scatti fotografici cercano di stabilire una relazione tra corpo, movimento e colore. Un trittico che si rifà alla concezione di Kandinskij, ai possibili effetti fisici e psichici sullo spettatore, il passaggio dalla ricezione retinica alla vibrazione spirituale. Opera premiata perché rilegge la vasta tradizione della teoria del colore e la sa coniugare con il movimento del corpo di una ballerina di danza contemporanea e ne fissa il timbro emotivo che corrisponde a un certo stato d’animo.

Elisabetta Falanga, Sepolto in casa, 2014
La fotografia documenta l’installazione riproposta nel chiostro dei Musei Civici di Monza – Casa degli Umiliati e funge da finestra che si affaccia su questo interno che ricrea la camera del fratello il cui letto è sepolto sotto la coltre di terra. Il dolore della malattia e della perdita, il vuoto causato dall’assenza trovano conforto nel gesto di innaffiare e di prendersi cura di questo prato d’erba per vederlo crescere all’insegna della vita. Opera premiata per la forza evocativa di un interno riletto in chiave naturalistica e per avere saputo ricondurre il dramma esistenziale in una dimensione non più antropocentrica.

Massimiliano Gatti, In superficie, 2014
Le fotografie valgono da monito per chi resta sulla superficie delle cose e si accontenta dell’apparente verità della storia. La ricognizione fotografica si incentra sugli oggetti rinvenuti nell’ambito di scavi archeologici effettuati nell’Iraq del nord, un territorio memore di civiltà millenarie e sconvolto dalle recenti guerre. Opera premiata per la capacità di mettere in luce la drammatica ambiguità degli oggetti rinvenuti, le cui proprietà estetiche sono messe sullo stesso piano anche se gli uni sono dei preziosi manufatti d’epoca, mentre gli altri sono dei residuati bellici.

Saba Masoumian, Natura morta, 2014
L’opera ripropone lo spaccato di un interno abitato da creature inverosimili sorte dall’immaginazione creativa dell’artista che può essersi ispirata alla cultura iconografica del proprio paese d’origine e a quella europea riconducibile alle poetiche surrealiste. Ne emerge un senso di abbandono che dà spazio alle forze primigenie della natura che sfuggono al controllo dell’uomo. L’opera è stata apprezzata per la qualità della fattura plastica, per l’immediata freschezza del taglio domestico e per la capacità di evocare immagini oniriche degne di un incubo.

L
orenzo Vitturi, Hairy orange, yellow ballons and rotten camote #2, 2013, dalla serie Dalston Anatomy
Il cibo e gli oggetti recuperati nel mercato londinese di Dalston formano una scultura totemica che sintetizza gli odori e i colori della vita multietnica di quartiere. Anche con gli scarti alimentari delle bancarelle e il loro sapiente riutilizzo si trasformano i frutti e gli ortaggi in nuove forme plastiche capaci di irradiare un’inedita energia, che andrà consumandosi nel tempo. Dell’opera si è apprezzata l’idea di scultura organica, del suo essere in divenire, capace di testimoniare un melting pot di culture, la loro organica convivenza.

Virginia Zanetti, Oiseau rebelle / Dans le flux, 2015
Il video fonde lo scorrere delle acque con il flusso sonoro della musica interpretata da musicisti immersi nel fiume fino alle ginocchia. Questa performance dal respiro corale si svolge in piena armonia con l’ambiente naturale e si consuma all’insegna dell’energia. Opera apprezzata per la capacità di integrare la natura con la cultura, nel rispetto reciproco, secondo una liaison musicale che è energia allo stato puro.

Premi speciali

Premio Camera di commercio

Casali + Roubini
, Riff Raff, 2015
L’opera riesce a rileggere in chiave poetica il palazzo dell’Arengario attraverso un approccio multimediale che interessa diversi generi artistici: fotografico, letterario, sonoro e performativo. Lo storico edificio, luogo di alto valore simbolico per il centro della città, si vede sospeso nella nebbia generata dai fumogeni e si cala in una dimensione altra, data dalla profondità di campo dell’inquadratura che coglie un suggestivo scorcio del porticato dove aleggiano parole a commento dello stile architettonico e della performance fumogena.

Premio Rottapharm Biotech
Silvia Inselvini, I giorni, 2014
Fonte di nutrimento fondamentale per la sopravvivenza di numerosi popoli, il riso diviene qui il mezzo per dipingere, per macchiare i fogli di carta alimentare. Ne viene un esercizio di scrittura raffinato e d’ampio respiro che si rifà alla cultura alimentare e al segno puntiforme del singolo chicco annerito nell’inchiostro. Un polittico composto da una serie di fogli ciascuno dei quali registra l’impronta lasciata da manciate dei riso secondo la regola della ripetizione differente. Opera premiata per la qualità estetica della scrittura puntiforme e per averla coniugata con la cultura del cibo.

Menzioni speciali

Francesca Pasquali, Spiderball Cloud, 2014
Spiderball Cloud sfrutta la possibilità di riutilizzare un oggetto ordinario, prodotto in serie, come elemento indispensabile alla composizione di una scultura di grandi dimensioni. La menzione speciale è conferita a quest’opera per la sua monumentale forza magnetica, la cui capacità di sintesi iconografica non inciampa nell’aneddoto perché riesce a mascherare il dettaglio del singolo ragnatore di cui è composta; menzione aggiudicata anche per la capacità di adattamento e di dialogo con l’architettura circostante: la cosiddetta torre di vetro si vede così riletta in una chiave nuova, come gabbia di contenimento di una creatura plastica non prevista dagli architetti del Museo.

Mario Scudeletti, Orifiamma, 2015
Orifiamma consta in un gelsomino che cresce con moto spontaneo attorno a una bandiera di ferro. La menzione speciale va a quest’opera per avere saputo risolvere il conflitto tra la civiltà industriale e la natura; perché ha ideato un site-specific che si integra nel paesaggio urbano di via Italia a sostegno della natura che prolifica secondo le stagioni lasciandosi così seguire e apprezzare dai cittadini di passaggio.

Nella foto di copertina: Francesca Dell’Aquila (assessore alla cultura di Monza), Gerardo Genghini (coordinatore della Biennale), Giovanna Forlanelli (direttore generale di Rottapharm Biotech, giunta della Biennale), Laura Cesana (Confindustria Monza Brianza, giunta della Biennale), Marco Enrico Giacomelli (vicedirettore di Artribune.com), Claudia Ratti (organizzazione della Biennale, responsabile comunicazione), Daniele Astrologo Abadal (responsabile scientifico della Biennale), Cinzia Ercoli (organizzazione della Biennale, responsabile dell’ufficio mostre di Monza)