Arte, il Premio Lissone 2014 assegnato a Davide Mancini Zanchi

È Davide Mancini Zanchi il vincitore del Premio Lissone 2014, riservato agli artisti under 35. Il premio della critica ad Angelo Sarleti, menzione d’onore a Bruno Marrapodi, premi acquisto a Marco Bongiorni e Alessandro Gioiello.
Arte, il Premio Lissone 2014 assegnato a Davide Mancini Zanchi

Una tavola gialla non più appesa a una parete. Ma appoggiata orizzontalmente sul nulla, sospesa, e illuminata dal basso. Se l’edizione 2014 voleva stupire, ci è riuscita. Ma non era questa la volontà del direttore artistico del Museo di arte contemporanea di Lissone, Alberto Zanchetta: il Mac voleva soprattutto raccontare che molto è cambiato nel mondo dell’arte, anche in quello dell’apparentemente statica pittura. Ed è riuscito anche in questo.

E allora Davide Mancini Zanchi è l’artista che con la sua “Mustang” del 2014 vince il Gran premio della giuria: il nome di un’auto status symbol e anche i materiali che potrebbero essere utilizzati per lei stesi su un quadro. Perché anche per le auto, per il tuning per esempio, si usano «accorgimenti estetici con precisi canoni, attraverso la pratica, la trasformazione e creazione di un oggetto che nasce da motivazioni legate alla sfida, alla velocità, ad una particolare “bellezza” – scrive di lui la galleria bresciana Aplusb contemporary art dove giovedì è stata aperta una sua personale -. Nella realizzazione delle opere in mostra l’artista ha voluto utilizzare lo stesso atteggiamento ed ha pensato le opere come oggetti nati per esprimersi e farsi rispettare dalla collettività di appartenenza producendo nello stesso tempo normalità/diversità e decorazione/identità».

L’artista è nato a Urbino nel 1986 e negli scorsi anni ha già incrociato la strada di Zanchetta nella personale “R: rivedere/ripensare/riproporre” a Bologna e nella collettiva “Piccolo compendio d’istruzione per la pittura” a Prato. Il Gran premio della giuria per lui, il premio della critica ad Angelo Sarleti, menzione d’onore a Bruno Marrapodi, premi acquisto a Marco Bongiorni e Alessandro Gioiello. A deciderli, una doppia giuria: la prima è quella che ha selezionato le opere per la finale (Flavio Arensi, Gianluca D’Incà Levis, Alberto Mugnaini, Gianluca Ranzi, Lorenzo Respi), la seconda quella che ha scelto i premiati (Sergio Breviario, Alberto Garutti, Volker W. Feierabend, Federico Luger, Giuseppe Pero, Remo Salvadori, Alberto Zanchetta).

Lo scenario tracciato dal Premio Lissone 2014 per l’idea di pittura che voleva proporre è forse più in linea con la storia del premio (con un passato glorioso) di quanto non lo sia mai stato in anni recenti: la volontà di sapere accogliere l’innovazione e riconoscere il valore della rottura estetica. Insomma: raccontare il presente dell’arte. Lo aveva dichiarato nelle premesse, il premio, con il bando pubblicato a inizio estate: «Saranno ammesse opere riconducibili al linguaggio così come all’idea stessa della pittura; grande attenzione sarà dedicata non soltanto alla disciplina tradizionale (su tela o carta) ma anche alle sue estensioni più oggettuali e concettuali, su supporti anomali e tridimensionali, soprattutto all’interno della cosiddetta “pittura espansa”». Con una nota d’orgoglio per gli anni Cinquanta e i Sessanta, quando alle edizioni del “Lissone” «hanno partecipato alcuni degli artisti più importanti del panorama internazionale, quali Adami, Appel, Birolli, Dorazio, Moreni, Morlotti, Ruggeri, Scanavino, Schifano, Tàpies, Vedova».

Lì vuole tornare Zanchetta, a un premio che «si pone come obiettivo quello di promuovere e valorizzare l’arte contemporanea e i suoi molteplici linguaggi, creare momenti di confronto e di visibilità per i maestri del futuro,sviluppare relazioni e sinergie operative a livello internazionale, incrementare il patrimonio museale della Città di Lissone». Per scoprire il nuovo presente dell’arte e del premio non resta che il Mac: in viale Padania 6 a Lissone, la mostra resta aperta fino al 30 novembre.