Al Brianza Rock Festival di Monza con Morgan e Andy: «Un evento estemporaneo e unico»

VIDEO Morgan e Andy con i Bluvertigo venerdì 12 giugno aprono il Brianza Rock Festival: «Sarà un evento estemporaneo e unico», dicono al Cittadino. Concerti in autodromo fino a domenica. E in settembre il disco: «Sentiamo la radio e pensiamo: siamo meglio noi».
Monza, Morgan e Andy dei Bluvertigo
Monza, Morgan e Andy dei Bluvertigo Fabrizio Radaelli

Tre headliner, tre gruppi che hanno vinto un concorso per essere sul palco con loro, poi un padre nobile – Finardi – qualche talento che se la sta giocando con più o meno esperienza alle spalle, come Bugo, Santa Margaret, Jack Jaselli, Aim e Io?Drama. Si parte da qui: dalle tre serate che avranno per protagonisti prima i Bluvertigo, venerdì 12 giugno, poi i Subsonica sabato 13 e quindi gli Afterhours, domenica.
Il luogo: l’autodromo. Il nome: Brianza rock festival 2015, il progetto di Monza Brianza eventi diretta da Roberto Masi che ha scelto Morgan (Marco Castoldi) come direttore artistico.

Un anno fa era stato il suo turno da solista nel primo concerto nella sua città. Questa volta – dopo il fastour dell’estate 2014 – Morgan torna con il gruppo fondato nel 1992 e poi “congelato”, definizione di Castoldi, sedici anni fa. Lo scongelamento passa da Monza, la città sua e di Andy Fumagalli che al concerto romano del Primo maggio hanno annunciato la gestazione di un nuovo album.


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«Cosa ci ha fatto tornare in studio? Forse semplicemente abbiamo ancora qualcosa da condividere, e finché non si prova a farlo, non si può sapere» dice Andy a proposito di un lavoro che potrebbe intitolarsi “Tuono – Tono, tempo, suono”.
«No, non è un titolo definitivo – avverte Morgan – e comunque ce ne occuperemo nel corso dell’estate. Uscirà dopo settembre, il canovaccio è pronto ma bisogna realizzarlo, ci sono tante ipotesi. Diciamo che è come avere tutta la stoffa ma non ancora il vestito». Il primo risultato, il singolo “Andiamo a Londra”, presentato a Roma, il resto sono carte da decifrare.


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«Però è come quello che raccontavano i Duran Duran di Mick Jagger, che non smetteva di suonare e scrivere musica perché ogni volta che sentiva musica alla radio diceva: ma io sono meglio. Ascoltiamo anche noi la musica e pensiamo – dice sorridendo – “ma noi siamo meglio”. Quindi è giusto andare avanti. Poi io penso che da dieci anni l’Italia non produca nulla di nuovo e originale».
E poi aggiunge, con Andy: voci e idee magari ci sono, ma non si sono più gli spazi, i momenti, le opportunità di emergere, farsi le ossa e quindi raccogliere i risultati. Insomma: c’è qualcosa che non va. E il non celato riferimento è ancora una volta allo strapotere dei talent.

Quelli che si sono fatti le ossa per esempio negli anni Novanta come loro, come i Subsonica, come gli Afterhours, «spesso progetti che sono nati allora e che si sono consolidati fino a raccogliere oggi i frutti di tutto quel lavoro» dice Andy.
Ma sarà quindi un festival anni Novanta? «Direi proprio di no – assicura Morgan – Certo gli headliner arrivano da lì, ma poi c’è Finardi che è degli anni Settanta e ci sono tanti gruppi nuovi e realtà fresche che potrebbero essere anche tra le cose più interessanti del festival. Credo sia bello vedere questa commistione di generi all’interno del pop e del rock e così pure di fasce di età».

Resta da capire se il Festival ha una strada da percorrere anche un futuro e se, per farlo, deve cercarsi un’identità precisa. «L’identità è quella degli artisti che saliranno sul palco – taglia corto Marco Castoldi – e daranno una direzione artistica e musicale, ma soprattutto io spero che sia una grande festa», e d’altra parte «è il tempo che determina il festival – aggiunge Andy – Se pensiamo a quanti anni sono passati senza un punto di riferimento, è una possibilità nuova».

«Non ci sono molte occasioni da queste parti – aggiunge Morgan – E questa sì, è un’occasione, oltretutto all’interno di una location fantastica come l’autodromo che penso sia giusto venga messo a disposizione di eventi che non sono solo motoristici».

E poi, girando pagina ma non troppo: «Credo ci siano molte persone a Monza che come me non hanno una mentalità rigida. Non intendo essere offensivo, anch’io sono brianzolo. Ma ci sono aspetti che vanno superati, penso a una certa chiusura, poca abitudine allo scambio: un po’ di voglia di coprifuoco. Rispettiamo tutti, ma il rispetto è anche la bellezza di vedere la diversità: se uno si chiude in casa non può avere rispetto, perché non lo dà. Diceva mio papà che la mia libertà inizia dove finisce la tua, e viceversa: dobbiamo poterlo misurare questo confine, ma se non abbiamo a che fare l’uno con l’altro non si riesce a farlo. Ecco: l’occasione del festival a livello sociale è una bella prova». Fatto di intrecci sonori: Morgan che sale sul palco dei Subsonica «per Discolabirinto e non solo», i Bluvertigo con Bugo e Finardi e poi chissà cos’altro: sarà Brianza rock festival. «Qualcosa di estemporaneo e unico».