A Monza arriva un’altra corona: quella dell’imperatore Carlo IV

Al Museo del duomo di Monza una mostra dedicata all’imperatore Carlo IV in occasione del settimo centenario di nascita. In città una seconda corona, la copia di quella con cui fu incoronato nel 1347.
La corona di San Venceslao, con cui fu incoronato Carlo IV
La corona di San Venceslao, con cui fu incoronato Carlo IV

Era il giorno dell’Epifania dell’anno 1355. Nella basilica milanese di Sant’Ambrogio l’imperatore del Sacro Romano Impero Carlo IV fu incoronato re di Lombardia. Sulla testa la Corona ferrea, quella di Teodolinda, a suggellare un evento che fu mossa politica e astuzia strategica, e ai lati dell’altare Francesco Petrarca, a raccontare la cerimonia ai posteri.

Oggi, nel settimo centenario della nascita dell’imperatore, 14 maggio 1316, il sovrano torna a Monza insieme alla sua corona. Non più quella del Ferro, gelosamente custodita nella basilica monzese, ma la copia della corona di San Venceslao con la quale Carlo IV fu incoronato re boemo nel 1347, custodita nella cattedrale di San Vito al Castello di Praga. A ospitare l’eccezionale esposizione sarà la Sala del rosone del Museo e tesoro del duomo, per un evento pensato all’interno della ricca programmazione della kermesse di Ville aperte dal titolo “Carlo IV e l’Italia. I regni e le corone dell’imperatore”. Un’iniziativa nata dalla collaborazione tra la Fondazione Gaiani e il Centro Ceco, in collaborazione con il Ministero della Cultura della Repubblica Ceca, l’Universitas Carolina Pragensis, il Ministero degli Affari esteri della Repubblica Ceca e l’Ente per il turismo.

Un tour a tappe, quello della corona boema, attraverso quella stessa Europa che un tempo disegnava gli immensi confini della patria boema, abbracciando quasi totalmente il Vecchio Continente. L’imperatore del Sacro Romano Impero torna in Italia per la prima volta con i titoli di re dei romani, re di Boemia, Margravio del Brandeburgo, re di Lombardia, ritratto in un’effige accanto alle sue quattro mogli. La corona, preziosa e ricchissima, sarà esposta nella Sala del rosone dal 14 settembre fino al 2 ottobre, visitabile dal pubblico da martedì a domenica, dalle 9 alle 18 (centro prenotazioni 039.32.63.83).

Un legame, quello del sovrano boemo con la città di Monza, che è raccontato anche nella lastra firmata da Matteo da Campione e conservata in duomo, raffigurante l’incoronazione da parte dell’arciprete di Monza dell’imperatore e re d’Italia. «L’analitico complemento epigrafico consente la puntuale identificazione dei personaggi tra cui il re di Boemia e il rito di incoronazione secondo le prescrizioni della Bolla d’oro emanata da Carlo IV», spiegano le guide del Museo.

«È un piacere contribuire, proprio a Monza, a elevare una figura così importante anche per il nostro territorio – ha commentato Franco Gaiani, presidente della Fondazione Gaiani -. Celebriamo la figura di Carlo IV attraverso questa esposizione itinerante in quanto personaggio storico di fondamentale importanza per la politica, l’arte, la cultura e l’evoluzione stesse dell’Europa come la conosciamo oggi».

Il tour della corona proseguirà poi verso Firenze, Bologna, Milano, Pisa, Mantova, città italiane collegate alle vicende storiche e politiche dell’imperatore boemo, per poi uscire dai confini arrivando il 20 ottobre a Norimberga.

Dunque un intero secolo di storia europea, il Trecento, raccontato attraverso gli intarsi e le rifiniture artistiche di una corona che rivive ancora oggi attraverso le pagine di Petrarca, che fu grande sostenitore di Carlo IV. Un’ammirazione reciproca, quella tra il sovrano e l’umanista, che portò il poeta aretino a riversare nell’imperatore boemo le su aspettative di unificazione dell’Italia, per ridare alla Penisola l’antica gloria perduta ai tempi di Roma. Carlo invece scelse Praga e questo per Petrarca fu una sorta di abbandono. Era passato meno di un anno dalla solenne cerimonia di incoronazione in Sant’Ambrogio, Petrarca tornò a Praga, ma ormai ogni cosa era decisa, e le corone, la Ferrea e quella di San Venceslao, non si erano fuse. Il sogno di Petrarca rimase sulla carta.