È colpa mia. Anzi no, è colpa tua. No, fermi tutti, non è colpa di nessuno. La vicenda della zona rossa per un errore di calcolo in Lombardia ha assunto, fin dal principio, contorni grotteschi. Come purtroppo è prassi per qualunque argomento venga fagocitato dall’industria della politica-spettacolo.
Così, mentre gli esponenti dei vari partiti giocano a scambiarsi accuse a suon di dirette social, mentre i consiglieri regionali danno vita a teatrini poco edificanti al Pirellone, mentre a Roma ci si diletta con i calcoli al pallottoliere, ben consapevoli di come, Conte o meno, nessuno dei parlamentari attuali abbia voglia di porre fine anticipatamente alla legislatura, l’ultima con 945 scranni ben retribuiti a disposizione, c’è chi continua a non potersi guadagnare il pane. Sono i ristoratori, i baristi, ma anche i commercianti brianzoli e lombardi, privati ingiustamente per un’intera settimana dei preziosi saldi, che potevano salvare, almeno in parte, un’annata disgraziata.
Ci chiedono di essere responsabili, di avere fiducia nelle istituzioni, ma, in questo scenario, è inevitabile che la distanza tra il palazzo e la piazza divenga siderale. Avremmo un bisogno vero e importante di statisti coraggiosi e appassionati. Speriamo qualcuno si faccia avanti.