Symi, un approdo sull’isola delle spugne

Piccola e colorata, l’isoletta del Dodecaneso non lontana da Rodi aveva basato la sua economia sulla pesca delle spugne. Oggi le spugne abbondano solo sulle bancarelle di souvenir. Ma la bellezza del paesaggio e le testimonianze del passato la rendono una meta piacevole e rilassante. Il monumento principale è dedicato all’Arcangelo Michele, patrono dell’isola e protettore dei marinai.
Uno scorcio di Symi
Uno scorcio di Symi Annamaria Colombo

Sembra il set di uno spot pubblicitario o una scenografia creata apposta per girare un film di favole quello che si vede arrivando a Symi, piccola isola greca dell’arcipelago del Dodecaneso. Man mano che ci si avvicina alla terra ferma si ha la sensazione di immergersi in un mondo dove dominano i colori e le immagini della fantasia. Le casette dalle calde tinte pastello, il mare trasparente, la luce intensa del sole e la carezza del meltemi, il vento che rinfresca le isole elleniche dalla calura estiva, sono uno spettacolo di gioiosa bellezza. Anche il nome dell’isola ha un suono invitante e gentile.

Symi, secondo la mitologia greca sempre ricca di storie affascinanti e complicate, era una principessa di Rodi che si rifugiò qui insieme al dio Glauco, un “fidanzato” che suo padre non approvava. La storia ufficiale racconta, invece, che i primi abitanti di Symi provenivano dall’Asia Minore e che in seguito si insediarono sull’isola i Minoici, la stessa popolazione che visse a Creta creando una fiorente civiltà. Tornando alla leggenda, Omero racconta che Symi diede la sua flotta agli eroi che combatterono la guerra di Troia. Il viaggio da Rodi dura circa due ore solcando un mare azzurrissimo.

Approdati sull’isola ci si immerge subito nella vivace atmosfera del piccolo capoluogo dove abbondano le bancarelle che vendono le spugne. Symi, infatti, è nota come l’isola delle spugne perché un tempo la pesca dei poriferi era l’attività principale svolta dagli abitanti. Sin da piccoli gli isolani scendevano in profondità per pescare le spugne senza respiratori, aiutandosi con pesanti pietre che li trascinavano verso il basso. Chi rimaneva sulle barche teneva l’altro capo della corda e lo trascinava al momento della risalita dei compagni. Oggi le tecniche di pesca sono cambiate ma le spugne non popolano più i fondali di Symi. Quelle in vendita nei mercatini locali non sono specie autoctone ma sono pur sempre un simpatico e utile souvenir da portare a casa. Nella parte alta del capoluogo, Ano Symi, si possono visitare il vecchio castello dei cavalieri e il museo archeologico ma il monumento principale dell’isola è il monastero dell’Arcangelo Michele nel villaggio di Panormitis che si trova sulla sponda opposta rispetto al centro principale in una deliziosa insenatura. Il monastero fu costruito probabilmente nel sesto secolo ma l’edificio in stile veneziano che vediamo oggi risale al diciottesimo secolo.

All’interno vi sono numerose immagini sacre e una preziosa icona raffigurante l’Arcangelo, patrono dell’isola e protettore dei marinai. La biblioteca ospita numerosi libri, codici manoscritti del cinquecento, seicento e settecento. Pur essendo di piccole dimensioni Symi possiede numerose spiaggette affacciate su acque limpide e cristalline. L’ideale per una vacanza all’insegna del relax.