Tennis, Monza come Wimbledon: un torneo Atp sull’erba all’autodromo

Monza sta inseguendo la possibilità di portare un torneo di tennis Atp 250 addirittura in autodromo. Sei campi in erba tra i paddock e la pit lane: la decisione entro giugno.
MONZA una simulazione del circuito con il torneo Atp di tennis
MONZA una simulazione del circuito con il torneo Atp di tennis FABRIZIO RADAELLI

Monza come Wimbledon? Non proprio, ma la capitale della Brianza sta intanto inseguendo la possibilità di portare un torneo Atp 250 addirittura in autodromo. Dove, altro dettaglio fondamentale, i tennisti si sfiderebbero su un fondo in erba. La progettata competizione avrebbe sarebbe così la prima in Italia a svolgersi su campi in erba, giusto come nel torneo di Wimbledon. Sarebbe, inoltre, la prima al mondo ad essere ospitata, ovviamente in maniera temporanea, in un circuito. Un particolare che assicurerebbe ulteriore visibilità all’inedita sfida. Che, se l’Atp dovesse dare via libera, farebbe appunto da apripista al più importante torneo del mondo, essendo programmata una settimana prima di Wimbledon nel triennio 2020-2021-2022. Entro il prossimo giugno, al massimo, si saprà se la Brianza avrà per tre anni il suo spazio nel grande tennis.

La marcia d’avvicinamento al confronto che fa parte del circuito promosso dall’Association of Tennis Professionals ha conosciuto un’altra tappa martedì nella sala stampa del Monza Eni Circuit, con la presentazione del progetto a una platea costituita anche dai potenziali sponsor. La proposta è stata presentata a Montercarlo ai responsabili del’Atp il 15 febbraio. A sostenere la validità del piano sono stati Giorgio Tarantola, per 20 anni apprezzato arbitro internazionale di tennis, e Claudio Scopece, rispettivamente, direzione sviluppo e direttore generale di Mito Group. La scintilla, però, è si è accesa in città tre mesi fa.

«Ci siamo ritrovati – ha spiegato Dario Allevi, sindaco di Monza, un passato tennistico da Under 16 che partecipò anche al torneo milanese dell’Avvenire con futuri campioni come Pat Cash e Stefan Edberg – io, l’assessore Andrea Arbizzoni, Tarantola e Scopece. Eravamo quattro visionari che a ogni incontro alzavano l’asticella».
«Se fossimo andati avanti ancora qualche giorno – ha aggiunto ironicamente Allevi – portavamo a Monza un torneo del Grande Slam».

L’operazione, dunque, è difficile, ma fattibile. Anche perché garantirebbe un’importante alternativa alle strutture dell’autodromo. «Questa idea – ha sottolineato Fabrizio Sala, vicepresidente di Regione Lombardia, assessore alla ricerca e internazionalizzazione – ha tanta sostanza. Noi, a stretto contatto con Aci e Sias, stiamo lavorando per trasformare questo stabilimento in un polo d’attrazione internazionale, che non si fermi solo ai motori, ma spazi anche in altri settori».

«Siamo attenti – ha commentato Andrea Dell’Orto, vicepresidente di Assolombarda, presidente del Presidio territoriale di Monza e Brianza – a tutte quelle che sono le attività sociali e sportive sul territorio. Penso che questa sia una grande opportunità. Anche perché mi sembra che il modello della Formula 1 abbia qualche problemino di sostenibilità».

Come. Il campo centrale verrebbe allestito sulla linea di partenza. Altri cinque campi (due per le partite, tre d’allenamento) verrebbero realizzati nell’area paddock. La copertura in erba sarà a cura della Bindi di Pescia, società specializzata nella realizzazione di campi sportivi e giardini. Ogni zolla sarà profonda 50 centimetri. I partecipanti al torneo monzese saranno 76: 28 giocatori di singolo, 32 in gara nel doppio; 16 affronteranno le qualificazioni. Lo svolgimento della manifestazione sarà garantito da 300 volontari, mentre i giudici-arbitro saranno 12; 5mila le palline utilizzate.Viene prevista un’affluenza complessiva di 100mila spettatori. Ogni giorno ci saranno otto ore di diretta televisiva. Capitolo premi e bilancio: quest’ultimo sarà compreso tra i 6 e i 7 milioni di euro. Il montepremi complessivo toccherà quota 750mila euro. Il vincitore dovrebbe portarsi a casa un assegno di 350mila euro con l’aggiunta di un auto sportiva di lusso. «Perché se non lo facciamo qui….», hanno concluso i sostenitori del progetto.