F1, #ilCittadinoGP: Razionale, sicura. Ma anche fredda: il crocevia della nuova Formula 1 a Monza

Sistemi di prevenzione e gestione dei flussi di tifosi, riduzione degli accessi al paddock. Ma anche il rischio di allontanare ulteriormente il pubblico da un mondo dorato e non così facile da raggiungere
Tifosi a caccia di un autografo e misure di sicurezza sempre più rigide
Tifosi a caccia di un autografo e misure di sicurezza sempre più rigide Fabrizio Radaelli

Aggiungi un posto a tavola. Ci sarà anche un amico in più, ma si mangia meno. È quel che devono aver pensato in molti quando si è reso evidente, nei giorni precedenti al Gp, che la dieta imposta al numero di accessi alla mensa del paddock si era resa necessaria. Di fronte a un numero sempre più ampio di richieste di pass, dovuto essenzialmente all’incremento di testate online che hanno fatto domande di accredito, il numero di semafori verdi che si sono accesi è diminuito. Così come – in questo caso per un incremento delle richieste di spazi Fia – anche i tagliandi d’accesso per i mezzi privati degli addetti ai lavori. Il risultato non riguarda esclusivamente un differente assetto di aree parcheggi e spazi comuni a ridosso della pista, ma anche una rinnovata e accresciuta gestione del sistema di prevenzione e sicurezza. Certo è che il dorato mondo della Formula 1, sui cui è appiccicata l’etichetta dell’asettico club distante dai tifosi, passi in avanti per “umanizzare” il contatto tra tifosi, addetti ai lavori e protagonisti dello show, ancora ne deve fare. Proprio in nome della tutela dei piloti, anche uno dei caratteri distintivi della tre giorni monzese come l’ingresso piloti alle “quattro strade”, sono state predisposte infrastrutture moderne, rispettose dei criteri di una maggior sicurezza, là dove il più dei protagonisti del Mondiale fa il proprio ingresso nel paddock. Il rovescio della medaglia, anche in questo caso, è rendere blindato e algido il caldo abbraccio dei tifosi in cerca di foto e autografi. Uno degli elementi che contraddistingue Monza e concorre a renderla unica nel panorama di questa Formula 1 da extraterrestri. Paradosso valido, almeno in parte, per i 600 possessori del biglietto dei tre giorni (titolari dell’abbonamento già da tempo e solerti nel registrarsi online sul portale dell’autodromo), destinati senza scelta a una sessione di autografi del giovedì in cui occorreva incrociare le dita per trovarsi nel “turno” di un Hamilton o di un Vettel. Senza nulla togliere alla calligrafia di un eventuale Magnussen o Hulkenberg.