Monza, l’ultimo omaggio di Merckx a Giorgio Albani: «È stato un onore incontrare uno come lui»

Il Cittadino in edicola giovedì 11 giugno aveva proposto l’intervista al ciclista Eddy Merckx in occasione del compleanno del suo storico ds Giorgio Albani: il monzese aveva compiuto 86 anni, due giorni prima del 70esimo compleanno del Cannibale belga. Eccola.
Giugno 2015: l’intervista di Merckx al Cittadino in occasione del compleanno di Giorgio Albani
Giugno 2015: l’intervista di Merckx al Cittadino in occasione del compleanno di Giorgio Albani Redazione online

Il Cittadino in edicola giovedì 11 giugno aveva proposto l’intervista al ciclista Eddy Merckx in occasione del compleanno del suo storico ds Giorgio Albani, scomparso nella mattina del 29 luglio: il monzese aveva compiuto 86 anni, due giorni prima del 70esimo compleanno del Cannibale belga. Eccola.


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In 48 ore è racchiusa la storia del ciclismo. Lunedì 15 Giorgio Albani si guarderà indietro per contare 86 anni di polvere e borracce, chilometri e spumante sotto al podio. Due notti dopo, Eddy Merckx si addormenterà convinto di aver sognato una vita senza eguali, in 70 anni tondi tondi di ruote che hanno cannibalizzato il mondo del pedale. Albani significa pensare a Merckx, dire Merckx è sottointendere Albani. Fiammifero e candela, per illuminare mezzo secolo di sport.

Albani, presidente del Pedale Monzese e direttore sportivo della Molteni di Arcore che conquistò il mondo con le fameliche imprese del belga, l’abbraccio della sua Monza l’ha ricevuto nell’ottobre del 2013 nel pantheon del Binario 7: Ernesto Colnago, Felice Gimondi, Gianni Motta, Ercole Baldini. Tutti lì, per fare gli auguri ‘al Giorgio’. Con Michele Dancelli, Marino Vigna e un telefono che squilla. Dall’altra parte della cornetta c’è Eddy Merckx, che quando c’è da celebrare il suo amico di una vita non si tira mai indietro. Albani si commuove, ringrazia, ripete «non so se mi merito tutto questo».

«Se lo meritava eccome», spiega oggi proprio Merckx, che apre il cuore e pedala nel suo vocabolario italiano per cercare le parole migliori. C’è un affetto non banale, da cercare con cura tra i sentimenti e la capacità di esprimerli. Gli auguri di buon compleanno da inviare ad Albani sono un regalo innanzitutto per Merckx, che è grato di poter esprimere una volta di più la sua riconoscenza. «È stato senza dubbio il mio miglior direttore sportivo. Certo, ricordo Marino Vigna, ma il numero uno è stato Giorgio».

«Ma con uno con le tue gambe sarebbero stati tutti bravi», lo rimbrottò Albani due anni fa, difendendo un’umiltà convinta, genuina.
«Ma non è così», riprende oggi Merckx. Una vita in Belgio, un pezzo di cuore in Brianza. «Quando correvo per la Molteni ero spesso a Monza, oggi per forza di cose un po’ meno. Ho un’attività, molti impegni, e non è sempre facile mantenere i contatti a distanza. Ma con Giorgio ogni tanto ci sentiamo».

Merckx è il Frank Sinatra della bicicletta, il Maradona della pedivella. Naturale che ci sia la fila davanti alla sua porta e pochi numeri nella sua rubrica. Un numero di cellulare da cambiare spesso, per mantenere un po’ di privacy. Ma il contatto di Albani da trasferire da una scheda telefonica all’altra.

«Per me è stato un onore incontrare una persona come Giorgio, tramite un’altra grande persona, un altro grande monzese, come Fiorenzo Magni. In squadra, alla Molteni, c’erano tanti italiani. Albani è sempre stato un grande diplomatico, è riuscito a svolgere un lavoro eccezionale, portando la Molteni a essere la prima squadra al mondo, anche prima e dopo di me. Lo devo ringraziare davvero per tutto questo. Nasce da lì la nostra grande amicizia. Sì, gli voglio bene. Conosco, anche se meno, la sua famiglia. Ma so che sono tutte delle brave persone».

Stefano Arosio