Monza celebrata da IndianapolisFestival brianzolo nell’Indiana

In queste ore si tiene negli Stati Uniti il festival di sport, arte e cultura che ricorda il gemellaggio tra le due città, siglato 20 anni fa. E in America si chiedono: «Vorremmo venire a Monza, ma è vero che l’autodromo non ha nemmeno un suo museo?»
Il mitico ovale di Indianapolis
Il mitico ovale di Indianapolis

Lontana dagli occhi, certo. Ma lontana dal cuore mai. L’amore per Monza pulsa e batte in un petto gonfio di orgoglio anche in Indiana, Stati Uniti, dove un pugno di monzesi domenica mattina si sveglierà con una bandiera a scacchi già sventolata. Scherzi da fuso orario, quando tra il rettilineo dopo la Parabolica e la tv di casa c’è di mezzo un oceano intero. A Indianapolis, sinonimo di genesi nella bibbia del motorsport, il Gp d’Italia è vissuto con passione e amore fraterno. Con una simbiosi, anzi, che solo due gemelli possono percepire, al di là di parole e iperboli. È vent’anni che Indianapolis e Monza, i due circuiti più antichi tra quelli ancora in attività, hanno stretto un patto di sangue, benzina e sogni. Un progetto di gemellaggio, firmato dall’allora sindaco monsciasco Aldo Moltifiori e da Stephen Goldsmith, mayor della city a stelle strisce. Finalizzatori di un gioco di squadra che vide tanti attori in campo per siglare la fratellanza delle due città. Una scelta che oggi, almeno in Italia, pochi ricordano. E che forse importa ancor meno. Teodolinda a spasso per l’Indiana Eppure, proprio in queste ore, a Indianapolis si celebra il Sister City festival, rassegna di arte, cultura e condivisione che celebra Monza senza che Monza lo sappia. Spettacoli, musica e cibo che ricordano la Brianza e l’Italia lontana, ma anche progetti che coinvolgono in prima persona famiglie e studenti. Tanto che non sarebbe strano imbattersi in bambini americani che decorano la Corona Ferrea con pietre autoadesive, prima di farsi fotografare con Teodolinda, a spasso per le vie oltre il city hall. Tutto merito di un gruppo di volontari che, autofinanziandosi, cerca di concretizzare un progetto molto caro anche al sindaco di Indianapolis, Greg Ballard. Così che oggi la città americana conta 8 gemellaggi con città di tutto il mondo. Anche se Monza, dopo Taipei e Colonia, detiene il record del legame più antico. Ma forse anche meno consolidato. Tour in pista cercansi Proprio un anno fa, una delegazione americana è stata a Monza per incontrare il sindaco Roberto Scanagatti e i consiglieri Carlo Abbà e Paolo Confalonieri, con i quali ha poi visitato l’autodromo. “Rimanendo sconvolti nel constatare che all’autodromo di Monza non esiste la possibilità di effettuare un tour guidato della pista”, spiega Irma Galli Johnson, del gruppo volontari americani. Ex atleta della Forti e Liberi, specialista nei 100 e 200 a livello internazionale, è partita da Monza vent’anni fa per amore, ma quando può ritorna in città per ritrovare familiari e amici. “Ma posso dire che a Indianapolis, dove esiste una maniacale passione per le gare di auto, conosco molte persone che sognano di venire a Monza per visitare l’autodromo. Ma come faccio a dire loro che non esiste, lì, nemmeno un museo storico dell’impianto?”. Cose dell’altro mondo, appunto. Dove altro è quello sotto casa, però. Mica quello al di là dell’Atlantico. Un ponte di cultura e idee “Ci stiamo dando da fare, come comitato per il gemellaggio, per creare accordi e sviluppare sinergie. Abbiamo avviato contatti con Eugenia Capanna, della scuola della Motorsport technical school. Vorremmo prevedere una sorta di scambio culturale per dare la possibilità ai giovani studenti di raggiungere Indianapolis, ospitandoli nelle famiglie e cercando di dare loro possibilità di entrare in contatto con scuderie della Formula Indy. Abbiamo avuto già un approccio con Mario Andretti, che abita qui in Indiana”. Intanto, sabato alle 19, si cercherà un contatto diretto attraverso Skype. “Anche se i progetti sono tanti. Stiamo cercando di creare una sinergia tra artisti monzesi e americani. Nei mesi scorsi siamo stati vicini a ospitare le ragazze del Rugby Monza. Abbiamo tenuto due cene, con una sessantina di ospiti a occasione, in cui abbiamo raccolto fondi per i nuovi progetti. Esiste un ambito espositivo in cui mettere in mostra realizzazioni artistiche di Monza, un film festival con pellicole italiane. E abbiamo avuto contatti con Rossociliegia per diffondere i marchi monzesi in America”. Come le magliette “I love Monza circuit”, praticamente introvabili in Brianza. “Il nostro compito”, conclude Galli, “è quello di creare ponti, opportunità di contatto e rapporti. Ci piacerebbe organizzare degustazioni di vini lombardi, creare occasioni culturali nella biblioteca centrale di Indianapolis. E un comune progetto d’arte tra le due città”.