Monza: Carlo e Roberto e i ricordi del “capo” Vittorio Brambilla

Viaggio nell’officina di Carlo e Roberto Brambilla, i figli di Vittorio, il capo: tra ricordi, trofei, memorabilia e la memoria del pilota che non scordava di sfogliare il suo Cittadino.
Carlo e Roberto e i cimeli di Vittorio Brambilla
Carlo e Roberto e i cimeli di Vittorio Brambilla Fabrizio Radaelli

Dal loro papà, che affettuosamente chiamano il loro capo, hanno imparato non solo un mestiere ma anche la disciplina, l’ordine, la precisione ogni volta che vengono a contatto con un motore nella loro officina di Vedano. Carlo e Roberto Brambilla sono figli di Vittorio, l’indimenticato pilota monzese, scomparso nel 2001, autore nel lontano agosto del 1975 di un’impresa rimasta impressa negli annali della Formula Uno.

Sotto una pioggia torrenziale e insistente Brambilla al volante di una March Beta conquistava la vittoria nel Gran Premio d’Austria sul circuito di Zeltweg dopo aver superato i campionissimi di allora Niki Lauda e James Hunt. Era sesto al primo giro e aveva compiuto una progressione spettacolare malgrado le proibitive condizioni ambientali. Un trionfo per lo schivo pilota monzese che ai personaggi del jet set che ruotavano attorno alla Formula Uno preferiva sempre la compagnia dei suoi meccanici intenti a lavorare ai box. Lui, cresciuto nell’officina del padre, e sempre accanto al fratello Tino tra olio e carburatori quando rientrava a Monza, diceva che per essere felice doveva stare tra macchine e motori.

Per ricordare il loro papà Carlo e Roberto hanno portato nelle scorse settimane in autodromo, nel box 43, in occasione della marcia benefica Formula Uno e del Festival dello sport alcuni ricordi di famiglia: la coppa del memorabile Gran Premio d’Austria, il musetto della macchina, alcuni fotogrammi e una special base Moto Guzzi realizzata da loro, una replica di quella appartenuta al “Capo” con cui corse il bol d’or nel 70.

«Siamo sempre felici di rendere omaggio al nostro papà-spiega Roberto-alla sua carriera, ai suoi tanti sacrifici. Ed è stato un piacere ricordarlo in autodromo, un ambiente a cui era legato». Grazie alla collaborazione della Beta, il suo vecchio sponsor, è stata esposta anche una delle tute che il pilota monzese aveva indossato durante i Gran Premi. Tra le foto più suggestive vi è quella scattata a metà degli anni Settanta in cui Brambilla corre a piedi sulla pista di casa insieme ad alcuni tra i piloti più famosi nella sua epoca: Hunt, Williams, Wilson Fittipaldi. Nell’officina dei suoi figli tutto parla di Vittorio: foto (ne possiedono oltre centocinquanta), coppe, medaglie e persino riproduzioni di moto che gli erano appartenute.

«Anche la mamma-riprende Roberto-ha la casa piena di coppe e trofei. Non esiste uno spazio che non sia occupato da un ricordo della carriera di papà». E da buon monzese Vittorio ogni giovedì leggeva il nostro giornale. «Sfogliare il Cittadino era un rituale-conclude Roberto- e credo che gli farebbe ancora piacere leggere un articolo che lo riguarda».