Monza, 10 settembre 1961: sessant’anni fa la strage dell’autodromo

Sono passati 60 anni dall’incidente dell’autodromo in cui hanno perso la vita il pilota von Trips e quattordici persone del pubblico all’ingresso della parabolica. Le cronache del Cittadino di settembre 1961.
La ricostruzione dell’incidente sulle pagine del Cittadino del 14 settembre 1961
La ricostruzione dell’incidente sulle pagine del Cittadino del 14 settembre 1961

Le 15 in quella domenica 10 settembre del 1961 erano passate da una manciata di minuti, all’autodromo di Monza: lo start della gara, Wolfgang von Trips che partiva dalla sua prima e unica pole position in carriera, il primo giro, il secondo. Prima di arrivare di nuovo sul rettilineo l’incidente considerato ancora oggi la più grave strage nella storia della Formula 1. Sono passati sessant’anni.

Al secondo giro alla staccata della parabolica Jim Clark aggancia il tedesco sulla Ferrari a un passo dal titolo mondiale, l’auto esce di pista, rimbalza contro le fragili reti di protezione sulle quali si erano stipati gli appassionati. Muore von Trips, 33 anni, proiettato fuori dalla sua Rossa, muoiono quattordici persone del pubblico.

Monza, 10 settembre 1961: sessant’anni fa la strage dell’autodromo
L’incidente di Wolfang von Trips a Monza

Era un circuito speciale, quell’anno, che combinava il tracciato normale e l’anello della velocità per un totale di 10 chilometri per ogni giro: i rettilinei erano due e dopo la parabolica i piloti entravano direttamente nell’anello per poi tornare al termine sul percorso che porta a Lesmo. Ma era anche una gara speciale: l’ultima di un campionato che girava attorno al testa a testa tra von Trips e Phil Hill, suo compagno di scuderia. “Raramente un Gp d’Italia ha fatto registrare tanta attesa come quest’anno” esordiva alla vigilia un articolo del Cittadino che sottolineava come mai prima si fosse visto “uno schieramento così completo, selezionato e rappresentativo sia di piloti che di macchine”.

LEGGI i ricordi di quel giorno del direttore sportivo della Ferrari Romolo Tavoni

Le cronache sarebbero state altre, una settimana dopo, sulle pagine del Cittadino: in prima lo schieramento di bare in duomo, il corteo funebre transitato sotto il municipio, i furgoni delle pompe funebri allineati sul sagrato. Era martedì 12 settembre alle 15: a parte quello del pilota, trasportato in Germania, altre cinque salme erano state inviate nelle città di altrettante vittime, nove erano rimaste in città. I morti sono Luigi Motta, Giuseppina Lenti, Luigi Fassi, Claudina Polonioli, Franca Duguet, Albino Albertini, Franz Waldvogel, Augusto Valleise e Luigi Freschi. “Le spoglie dei due fidanzati di Biella falciati dalla bara rossa di von Trips, Laura Zorzi e Paolo Perazzone erano state avviate nella cittadina piemontese sin dalla notte precedente” scriveva il Cittadino.

Monza, 10 settembre 1961: sessant’anni fa la strage dell’autodromo
L’incidente di Wolfang von Trips a Monza

«Tanto io quanto mio cognato istintivamente ci siamo precipitati giù dal terrapieno e, non appena diradatasi la nube di polvere, ritornando sui nostri passi, abbiamo visto l’orribile scena: quelli che pochi istanti prima erano a nostro stretto contatto, si trovavano tutti a terra ammucchiati, morti o feriti,chi mutilato e chi orrendamente sfigurato. Di quel gruppetto solo noi due eravamo rimasti in piedi e salvi».

LEGGI l’articolo integrale sui testimoni della strage

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L’incidente di Wolfang von Trips a Monza

È stata una delle gare che hanno cambiato il corso delle gare di velocità, della Formula 1 in particolare e di certo anche dell’autodromo monzese, finito sotto accusa nelle settimane successive: l’incidente innescò nuovi progetti per rendere più sicure le gare, il ministero del Turismo e dello spettacolo decretò nuovi regolamenti per le gare. Quel giorno, il 10 settembre del 1961, le auto non furono fermate: per non creare panico, disse qualcuno, per altri semplicemente perché le regole non lo prevedevano. Phil Hill, su Ferrari, vinse la gara e il campionato del mondo.