Mi ritorni in mente: la Forti e Liberi vive grazie alla donazione anni Quaranta

La storia della società sportiva monzese Forti e Liberi, dopo i risultati degli anni Venti e Trenta, le difficoltà in pieno periodo fascista, poi la scelta di cedere al Comune lo stabile di proprietà, per garantirsi un futuro che è arrivato fino ai giorni nostri. La racconta Mario Bonati.
Le pagine di storia monzesi nella rubrica Mi ritorni in mente
Le pagine di storia monzesi nella rubrica Mi ritorni in mente

“Nel tuo sen or dell’arti ed industrie/ ferve amor, ferve l’opra costante/ ferve il cor dell’artier faticante/ che al suo suol mente e bracciò sacrò”: i zoppissimi versi del poeta celebrano la grandezza non piccola di Monza. Smessi i panni indolenti del borgo di villeggiatura, la città si sbarazza degli sussiegosi notabili milanesi che fanno tanto colonia per assumere un ruolo essenziale nel processo di industrializzazione nel Paese. Milanes, pissa vun pissa des: l’usuale conformismo di cui sopra non alligna nei monsciaschi bennati. Messa in soffitta l’esecrabile consuetudine di eleggere il sindaco in ragione del preteso rango nobiliare, Monza si libera in un amen dei condizionamenti del censo per entrare nel secolo entrante con la consapevolezza dei suoi destini, che saranno sfolgoranti. La nascente borghesia delle professioni porta in dote il lavurà come laicissima religione che cambia per sempre i connotati dei monzesi.


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Orari massacranti e un calvinistico dovere per il dovere sono il gramissimo companatico per sfondare della vita. Il culto della fatica ben spesa si sposa meravigliosamente alla grinta di noi sgobboni, bravissimi ad azzardare il gran salto. Qualcuno ci riesce, ad emergere; gli altri – la maggioranza – maledicono a tanta sofferenza malpagata. L’ossessione per i daneè contagia tutti quanti: cara grazia a resistere alla seduzione perversa del successo ad ogni costo. Lo schieramento liberal-progressista ha lo straordinario merito di assecondare al meglio il decollo industriale di Monza. Pagato dazio alla squassante catastrofe della pebrina e filossera, capace azzerare la produzione di baco da seta e del vino, la città prende il volo per diventare una potenza economica che rivaleggia con i distretti più progrediti del Vecchio Continente. La lavorazione del cappello raggiunge vette produttive mai raggiunte: nel 1911, la “Cambiaghi” sforna 18mila cappelli finiti al giorno ed esportati in tutto il mondo, compreso il moribondo Impero ottomano: i fez della corte del califfo sono rigorosamente prodotti dallo stabilimento impiantato in Porta Lodi dal sciur Pepp.

Frette, Cederna e Fossati & Lamperti monopolizzano tessitura e filatura, mentre Hensemberger, Pagnoni e Meccanica Lombarda sono all’avanguardia per l’industria metalmeccanica: tanta strapotenza finanziaria, però, si scontra con l’istruzione spicciola dei lavoratori monzesi. L’ignoranza secolare alla pratica della lettura sfornano quintali di analfabeti: per cercare di ovviare alla menda, i più avvenuti maggiorenti monzesi inaugurano – nel 1810 – il Teatro Sociale, sorto dalle ceneri dell’edificio voluto dall’arciduca Ferdinando d’Austria e distrutto nel 1802 da un furioso incendio. Tramontana per sempre la piccola Scala degli Asburgo, il nuovo politeama respira la ruspante strafottenza dei cappellai pur mo’ acculturati. L’opera lirica permette di rimediare un’infarinatura di istruzione di recupero: restano – però – tutti i difetti d’origine, acuiti da una caparbietà a prova di evidenza. La Corale Monzese, composta solamente da capelè, cerca di affrancarsi dalla miseria attraverso la musica. Il maestro Radaelli istruisce e cerca di moderare le pretese di strafare dei più scalmanati: ma è una battaglia persa in partenza.

Il 25 aprile 1893, la Giunta municipale, “avuta comunicazione della lettera 18 corr., colla quale la Presidenza della Società Fanfulla di Lodi chiede che il Municipio di Monza abbia ad assegnare un premio che prenda nome del Comune donatore, pel concorso Ginnastico indetto da quella Società per i giorni 21 e 22 Maggio p.f., unitamente ad un concorso = rivista scolastica per gli alunni delle Scuole primarie e secondarie sul genere di quella tenutasi a Genova nell’state p.p.; aderendo di buon grado all’invito fattole di concorrere al maggior incremento delle ginnastiche discipline dalla buona riuscita dell’indetta gara; incarica l’assessore supplente Sig. Avv. Antonio Sirtori dell’acquisto di un oggetto artistico, del prezzo non superiore alle L. 50 , da pagarsi sul fondo spese impreviste, al Cat. 46 del Bilancio 1893.” L’avvocato Sirtori è troppo signore per eccepire alla determinazione del sindaco Corbetta, anche perché – viene il bello – ha le mani in pasta. Con Quirino Fossati, Luigi Gabbioneta, Giuseppe Mariani, Giuseppe Oltolina, Oreste Pennati e Carlo Castoldi, Sirtori – nel 1873 – ha fondato la Società Ginnastica Monzese Forti e Liberi per “di diffondere e rendere familiari tra i giovani gli esercizi di ginnastica e in tal modo favorire lo sviluppo fisico e rinvigorire il carattere della gioventù e di diffondere inoltre le istituzioni che abbiano uno scopo educativo affine a quello della ginnastica”.

La Monza che ha il surplus di energie necessarie per praticare uno sport regala ai vessilli bianco-neri risultati quasi sproporzionati agli abitanti censiti (40mila unità complessivi al principiar del Novecento). Fatta necessità virtù, i soci della “Forti” hanno la forza – o l’incoscienza – di acquistare il terreno cui realizzare la palestra sociale, in fregio al costruendo corpo principale dell’edificio. Centotrè giorni di lavoro disperatissimo bastano ai testardi che siamo per realizzare il primo miracolo. Il 6 settembre 1903 la sala di ginnastica è inaugurata in pompa magna. Ma i danè sono proprio finiti: il progetto di completare la struttura viene cassato per mancanza di fondi. Gli anni ruggenti della “Forti” sono a cavallo degli anni Venti e Trenta. Il magnifico Ambrosini vince la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Aversa (1920), specialità steeplechase: peccato che il prode Ernesto gareggi – incredibile dictu – per il Foot-Ball Brescia. Il ginnasta Ottavio Monti sfiora la chiamata in Nazionale per le Olimpiadi di Parigi del 1924; molto meglio capita a Franco Tognini. Impiegato del Comune, “Cioditt” trionfa all’edizione di Los Angeles dei Giochi (1932) conquistando la medaglia d’oro nel concorso a squadre. La fatica di battere la concorrenza è tutta di Romeo Neri, Mario Lertora, Savino Guglielmetti e Oreste Capuzzo: ma come riserva, pure il buon Tognini cinge al collo l’oro olimpico.

Poi arriva l’inarrestabile declino: nel 1940 la Forti e Liberi sopravvive a se stessa nella grama stagione del fascismo imperante. Le glorie passate e le vittorie d’antan acuiscono il disagio presente. Il 25 ottobre arriva l’assemblea generale straordinaria della Forti e Liberi. “Sono presenti n. 9 azionisti rappresentanti in proprio e per delega N. 3424 dalle N. 4000 azioni costituenti il capitale sociale, nonché i Consiglieri signori: Sala Cav. Giuseppe, Presidente; Tronconi Rag. Cav. Enrico; Tornaghi Cav. Augusto; Canesi Rag. Rinaldo e Pessina Davide. Assistono i Sindaci signori:

Castoldi Rag. Franco e Redaelli Armando. Assistono pure il signor Cav. Ferruccio Quadrelli e Mauri Ugo della Reale Federazione Ginnastica Italiana. A termini di statuto assume la Presidenza il signor Cav. Giuseppe Sala il quale chiama a fungere da Segretario il signor avv. Angelo Rimoldi”. Il momento è più che preoccupante: passate le vacche grasse, il sodalizio bianco-nero è in grossa difficoltà per i conti in rosso delle finanze sociali. Ad aggravare la situazione, poi, la sciagurata dichiarazione di guerra contro Francia e Inghilterra da parte di Mussolini.

“Il Presidente comunica che come da avviso pubblicato sulle Gazzetta Ufficiale del Regno del n. 9 ottobre 1940 N. 237 pag. 4206 i signori azionisti sono stati convocati in assemblea generale straordinaria per oggi in questo luogo ed ora per discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno: 1) Relazione del Presidente; 2) Proposta di donazione al Comune di Monza dello stabile sociale e deliberazioni relative”. In pratica, la Forti e Liberi – non essendo in grado di assicurare un futuro a sé stessa – dona gratis la società al Comune di Monza. Presenti 3424 azioni sulle 4000 costituendi il capitale sociale, l’adunanza è valida “e può validamente deliberare sul detto ordine del giorno”. Il presidente Sala “fa una breve relazione sulla situazione sociale ed illustra le ragioni per le quali il Consiglio è venuto nella determinazione di proporre alla assemblea la donazione dello stabile sociale al Comune di Monza, illustra inoltra le modalità termini e condizioni dell’operazione che permetterà di dare continuazione e vita alla Società Ginnastica Monzese Forti e Liberi che, in caso contrario sarebbe destinata a languire ed a gradatamente diminuire fino ad esaurire ogni sua funzione, mancando degli appoggi e mezzi necessari allo svolgimento di quella attività che diedero onore e vanto alla gloriosa istituzione. Informa circa le pratiche svolte dal Comune sia presso i singoli azionisti (allo scopo di ottenere la preventiva adesione all’operazione) sia presso il Podestà di Monza nonché circa i colloqui avuti col Presidente della Reale Federazione Ginnastica Italiana”.

Il dado è tratto. L’assemblea, “presto atto di quanto sopra e dalle dichiarazioni del Presidente alla unanimità approva l’operato del Consiglio. Conseguentemente ed allo scopo specifico che resti, come vollero i fondatori della Palestra Forti e Liberi destinato all’Educazione fisica e civile del popolo Monzese, che nella palestra Ginnastica e nei campi sportivi, deve addestrarsi a quella sana disciplina dello sport che educa lo spirito e stimoli l’impeto agnostico per tutti i cimenti che la difesa della Patria impone, alla unanimità delibera di donare lo stabile sociale al Comune di Monza”. Il Comune di Monza manterrà “agli immobili donati l’attuale uso e destinazione e l’attuale denominazione “Forti e Liberi” preceduto dalle parole “Campo Littorio” (Capo Littorio Forti e Liberi). La donazione verrà ricordata da una lapide che il Comune farà murare nell’interno della Palestra. Sarà cura del Comune di provvedere alla conservazione di tale lapide unitamente alle altre due già esistenti murate sulla facciata dell’edificio prospicente il campo sportivo (la prima che ricorda i soci caduti nella Grande Guerra 1915-18 la seconda che ricorda le benemerenza dei soci premorti: Mina Sironi Cega) nonché di raccogliere e custodire la dotazione di attrezzi, vessilli, premi, trofei e ricordi della lunga serie di Concorsi, gare e vittorie della Società Ginnastica Monzese Forti e Liberi di questa Continuando la vita e le tradizioni mediante la costituzione di un organismo civico che alimenterà anche una Sezione Ginnastica regolarmente iscritta alla Reale Federazione Ginnastica d’Italia col motto “Forti e Liberi”. Le spese tutte relative tale donazione (spese e tasse dell’atto notarile conseguenti e dipendenti) a carico del donatario”.

Riassumendo: il Comune assorbisce la società bianco-nera con tutte le spettanze e le pertinenze. “A seguito di questo sopra deliberato l’assemblea sempre alla unanimità delibera di autorizzare come autorizza il Presidente della Società a stipulare e firmare il regolare atto notarile di donazione al Comune di Monza dello stabile di proprietà sociale in Comune di Monza e distinto nelle mappe e nei registri censuari vigenti di detto Comune come segue: Catasto Fabbricati – Vialone Reale Palestra Ginnastica con servizi dipendenti e locali del custode di sotterraneo di 1 terreno 5 primo piano 5 al mappale N. 3662 reddito L. 6667. Ivi porzione di casa di vani terreno sette primo piano sette al mappale N. 570 sub.2 – reddito L. 2000. Ivi area nuda ai mappali NN4958 lettera e) 4248 lettera b) (a seguito di demolizione di fabbricato). Catasto terreni – Mappali N. 570 sub.1 di ettare 0.09.60, reddito L. ===; N. 4957 di ettare 0.17.40, reddito L. 41.76; N. 6710 di ettare 0.35.85, reddito L. 86,04; N. 4958 di ettare 0.14.55, reddito L. 34,92”.

Nella fattispecie, si risolve pure “tutti i patti e condizioni di uso e di legge annunciati nella presente delibera, con garanzia circa la proprietà e libertà degli stabili in donazione con facoltà di acconsentire la voltura censuaria e trascrizione ipotecaria con rinuncia ad ogni eventuale diritto di ipoteca legale e con esonero dal signor Conservatore da ogni e qualsiasi responsabilità al riguardo”.

Il 21 novembre il Podestà Ulisse Cattaneo, assistito dal segretario generale Giuseppe Pizzen, delibera l’accettazione “di immobili donati dalla S. A. Pro Palestra Forti e Liberi di Monza”. Premesso che “la S. A. Pro Palestra Forti e Liberi con sede in Monza capitale interamente versato lire 400.000 ha deliberato con atto assembleare 25 ottobre 1940 di donare a questo Comune l’immobile di sua proprietà sito in Monza Vialone Reale, adibito a Palestra ginnastica con le relative pertinenze ed accessori tutti e allo scopo specifico che resti, come vollero i fondatori della Società destinato all’educazione fisica del Popolo Monzese; che la S. A. Pro Palestra Forti e Liberi ha deliberato di addivenire a tale donazione allo scopo di assicurare la continuazione e la vita della istituzione che altrimenti sarebbe destinata a languire ed esaurirsi ogni sua funzione per mancanza di mezzi; considerato che l’accettazione della donazione consentirà invece di mantenere ed assicurare in efficienza una istituzione di capitale importanza per gli sport cittadini, essendo gli immobili attrezzi per i diversi sport (palestra di ginnastica, campo ginnico, campo di calcio, di tennis, bocce) ecc.; considerato che la donazione non è gravata da alcun onere che gli stabili sono in perfetto stato di conservazione e completamente arredati ed inoltre liberi di qualsiasi peso, servitù ed ipoteca, e quindi nel pieno godimento della donante; vista la legge 21 giugno 1896 N. 218 ed il relativo regolamento 26 luglio 1896 N. 361, su conforme parere espresso della Consulta nella seduta del 20 Novembre 1940 delibera di accettare con grato animo la donazione degli stabili di cui in premessa alle condizioni seguenti: il signor Sala Cav. Giuseppe agendo nella qualità di Presidente della Società An. Pro Palestra Forti e Liberi di Monza ed allo scopo specifico che restino come vollero i fondatori della Palestra Forti e Liberi, destinati alla educazione fisica del Popolo Monzese, che nella Palestra ginnastica e nei campi sportivi deve addestrarsi a quella sana disciplina dello sport che educa lo spirito e stimoli l’impeto agonistico per tutti i cimenti che la difesa della Patria impone, dà e dona in via assoluta e irrevocabile al Comune di Monza per l quale accetta e stipula l’intervento signor Avv. Gr. Uff. Ulisse Cattaneo nella sua qualità di Podestà”.

Rimarcati gli accordi delle parti per quanto riguarda stabili, mappe e registri censuari, “tale donazione viene fatta ed accettata a titolo gratuito e senza corrispettivo di sorta ai seguenti patti e condizioni: 1) Il Comune di Monza manterrà agli immobili donati l’attuale uso, destinazione e l’attuale denominazione “Forti e Liberi” preceduto dalla parola “Campo Littorio” (Capo Littorio Forti e Liberi); 2) La donazione verrà ricordata da una lapide che il Comune farà murare nell’interno della Palestra; 3) Sarà cura del Comune di provvedere alla conservazione di tale lapide unitamente alle altre due già esistenti murate sulla facciata dello edificio prospicente al campo sportivo (la prima che ricorda i soci caduti nella Grande Guerra 1915-1918 la seconda che ricorda le benemerenze dei soci premorti (Mina, Sironi e Cega). Sarà inoltre cura del Comune di raccogliere e costudire la dotazione di attrezzi, vessilli, premi e trofei e ricordi della lunga serie di concorsi, gare e vittorie della Società Ginnastica Monzese Fort e Liberi, di questa continuando la vita e la tradizioni mediante la costituzione di un organismo civico per l’educazione fisica e civica del popolo monzese che alimenterà anche una sezione ginnastica regolarmente iscritta alla Reale Federazione Ginnastica d’Italia col motto “Forti e Liberi”; 4) I detti stabili vengono donati ed accettati allo scopo sopradetto così come si trovano con tutti i diritti ragioni, azioni, pertinenze, eccezione, onere e servitù insomma come gli stabili stessi vengono ora goduti e posseduti dalla donante; 5) Garantisce il Cav. Giuseppe Sala agendo sempre come sopra la assoluta proprietà della Soc. An. Pro Palestra Forti e Liberi degli stali donati così come ne garantisce la libertà da vincoli o pesi; censi livelli e decime, fatta eccezione delle pubbliche gravezze e così pure la libertà di ipoteche o trascrizioni pregiudizievoli; 6) Il possesso civile ed il godimento degli stabili dedotti in contratto si trasferiscono nel Comune di Monza donatario con la firma dell’atto, da allora quindi come saranno a carico dello stesso, le imposte, tasse ed ogni altro onere relativo così saranno a vantaggio i fitti i frutti e le rendite; 7) La donazione verrà resa pubblica con la trascrizione ipotecaria dichiarando le parti di rinunciare a qualsiasi eventuale diritto di ipoteca legale; 8) Le spese e le tasse della donazione e dipendenti saranno a carico dell’Ente donatario”.

Il 12 dicembre, l’ufficio tecnico del Comune inventaria e stima i “beni mobili ed immobili donandi dalla Soc. An. Palestra Fort e Liberi al Comune di Monza”. Tralasciando i soliti stabili censiti, il valore approssimativo “di tutta la proprietà immobiliare si valuta in L. 250.000”. Interessanti i mobili e attrezzi donati al Comune: tra i mobili, “1 Armadio grande a 3 ante; 2 attaccapanni grandi a parete; 1 macchina da scrivere con tavolino; 1 armadio a vetrina con coppe e premi; 5 tavolini della sezione tennis; 2 porta fiori in vimini; 3 piante di vimini; 21 sedie; 20 sedie e 13 poltrone in ferro; lampade, portalampade e materiale elettrico; 1 divano in vimini; 1 stufa di terracotta con tubi; 1 tavole grande coperto di dermoide; 2 poltroncine in vimini; 1 scrivania a piano inclinato; 4 sedie paglia; 2 sedie pieghevoli; 1 armadio grande credenzino; 1 stufa in lamiera con tubi; 4 panche; 2 panche; 2 poltrone a 2 posti; 1 tavolo copia lettere; 2 sedie paglia; 1 stufa in lamiera piccola con tubi; 3 sedie pieghevoli; 1 tavolo smontabile; 1 armadio credenzino; 1 tavolino. Tra gli attrezzi, “2 parallele in ferro; 1 parallele in legno; 1 parallele tipo olimpionico; 3 cavalli con maniglie; 1 cavallo tipo olimpionico; 1 cavallina; 2 pedane per salti; 1 castello in ferro completo per sei sbarre, sei anelli, sei funi; 1 castello tipo olimpionico per anelli; 1 castello in legno da fissare in palestra per 4 sbarre; 3 sbarre mobili in ferro; 2 materassi in crine grandi; 2 materassi in crine piccoli; 4 tappeti di cocco lunghi; 1 tappeto di cocco piccolo; 28 bastoni nichelati, appoggi in legno, clave piccole e grandi; 25 ostacoli per corsa; 1 cassetta in ferro per sollevamento; 2 pietre con maniglie per sollevamento; 2 travi equilibrio per gare femminili; 1 fune grossa per gare di tiro alla fune; 3 pallone in cuoio per gare femminili; palle di ferro per getti di pesi diversi; 3 palle vibrate in cuoio; 2 tamburi medi; 2 tamburi piccoli; 2 reti e relativi seggiolini per tennis”.

Il 12 dicembre, il notaio Angelo Rimoldi certifica che, “a seguito delle ispezioni ipotecarie eseguite presso la Conservatoria delle Ipoteche di Milano a carico di Società Anonima Pro “Palestra Forti e Liberi” con sede in Monza e per gli stabili site in Comune di Monza ai mappali NN. 36662,570 sub. 2, 4958 lett. E, 4248 lett. B, di catasto fabbricati ed ai mappali NN. 570 sub. 1, 4957, 6710, 4958 di catasto terreni è risultato che non esistono ipoteche né trascrizioni pregiudizievoli”. Passate le forche caudine della possibile ipoteca, il Prefetto della Provincia di Milano – il 1 febbraio 1941 – “vista l’istanza del Podestà del Comune di Monza in esecuzione della relativa deliberazione 21/11/1940 XIX approvato dalla G. P. A. in seduta 22/1/1941 con decisione N. 298; visto l’art. 1 della legge 21 Giugno 1896 N. 218 e l’art. 1 del relativo regolamento approvato con R. Decreto 26 Luglio 1896 N. 361” decreta che “il Podestà del Comune di Monza è autorizzato ad accettare per conto e nell’interesse del Comune la donazione di immobile e delle relative pertinenze ed accessori (…) da parte della S. A. Pro Palestra Forti e Liberi con sede in Monza giusta promessa di donazione in data 18/11/1940 XIX mandati al Notaio che rogherà il relativo atto di accertare la persistenza delle condizioni di piena proprietà e disposizione dell’immobile delle pertinenze ed accessori dello stesso, oggetto della donazione. Il presente decreto sarà inserito nel F.A.L. della Provincia”.

Il 12 marzo ’41 arriva la donazione di stabile che sancisce il passaggio di proprietà tra la Forti e Liberi e il Comune di Monza. “Avanti a me Dr. Avv. Cav. Uff. Angelo Rimoldi Notaio residente in Monza ed inscritto nel Collegio Notarile di Milano ed uniti ed alla presenza dei testi noti ed idonei a sensi di legge signori: Pizzon Avv. Cav. Giovanni fu Giuseppe nato a Milano e domiciliato a Monza, Segretario Comune; Mariani Mario fu Battista nato e domiciliato a Monza, inserviente; sono comparsi i signori: Sala Cav. Giuseppe fu Angelo industriale nato a Vedano al Lambro e domiciliato a Monza via XX Settembre N. 5 che agisce nella sua qualità di Presidente della Società Anonima Pro “Palestra Forti e Liberi” con sede in Monza Capitale lire 400.000 versato debitamente autorizzato al presente atto con delibera assembleare dei soci in data 25 venticinque ottobre 1940; Cattaneo Gr. Uff. Avv. Ulisse fu Carlo nato a Barzanò e domiciliato a Monza via De Amicis N. 6 che agisce nella sue qualità di Podestà del Comune di Monza in appoggio a deliberazione Podestarile in data 21 novembre 1940 XIX N. 1232 (…) e successivo Decreto di S. Ecc. il Prefetto della Provincia di Milano in data primo febbraio 1941 XIX n. 79793 Div.IV (…) stipulano e convengono quanto segue: il signor Sala Cav. Giuseppe agendo nella qualità come sopra ed allo scopo specifico che restino come vollero i fondatori della Palestra Forti e Liberi, destinati all’Educazione fisica del popolo Monzese, che nella palestra ginnastica e nei campi sportivi deve addestrarsi a quella sana disciplina dello sport che educa lo spirito e stimola l’impeto agonistico per tutti i cimenti che la difesa della Patria impone, dà e dona in via assoluta ed irrevocabile al Comune di Monza per il quale accetta e stipula l’intervenuto signor Gr. Uff. Ulisse Cattaneo nella sue qualità di Podestà”.

La donazione viene fatta ed accettata a “titolo gratuito e senza corrispettivo di sorta ai seguenti patti e condizioni: 1°) il Comune di Monza manterrà gli immobili donati l’attuale uso, destinazione e l’attuale denominazione “Forti e Liberi” preceduto dalla parola “Campo Littorio” (Capo Littorio Forti e Liberi); 2°) La donazione verrà ricordata da una lapide che il Comune farà murare nell’interno della Palestra; 3°) Sarà cura del Comune di provvedere alla conservazione di tale lapide unitamente alle altre due già esistenti murate sulla facciata dell’edificio prospicente il Campo Sportivo (la prima che ricorda i suoi Caduti nella Grande Guerra 1915-18 la seconda che ricorda le benemerenze dei soci premorti: Mina – Sironi e Cega). Sarà inoltre cura del Comune di raccogliere e custodire la dotazione di attrezzi, vessilli, premi e trofei e ricordi della lunga serie di concorsi, gare e vittorie della Società Ginnastica Monzese Forti e Liberi di questa continuando la vita e le tradizioni mediante la costituzione di un organismo civico per l’educazione fisica e civica del Popolo Monzese – che alimenterà anche una Sezione Ginnastica Regolarmente iscritta alla Reale Federazione Ginnastica d’Italia col motto “Forti e Liberi”; 4°) I detti stabiliti vengono donati ed accettati allo scopo sopradetto così come si trovano, con tutti i diritti, ragioni, azioni, pertinenze, accessioni oneri e servitù con fissi ed infissi insomma come gli stabiliti stessi vengono ora goduti e posseduti; 5°) Garantisce il signor Cav. Giuseppe Sala agendo sempre come sopra la assoluta proprietà nella Società anonima Pro Palestra Forti e Liberi degli stabili donati così come ne garantisce la libertà di vincoli o pesi, censi, livelli e decime, fatta eccezione delle pubbliche gravezze e così pure la libertà da ipoteche o trascrizioni pregiudizievoli; 6°) Il possesso civile ed il godimento degli stabili dedotti in contratto si trasferiscono nel Comune di Monza donatario con la firma del presente atto, da oggi quindi come saranno a carico dello stesso le imposte, tasse ed ogni altro onere relativo, così saranno a vantaggio i fitti i frutti e le rendite; 7°) Il presente atto verrà reso pubblico con la trascrizione ipotecaria dichiarando le parti di rinunciare a qualsiasi eventuale diritto di ipotesa legale scaturisse dallo stesso; 8°) Spese e tasse del presente e dipendenti sono a carico dell’Ente donatario dichiarandosi ad ogni effetto, che il valore degli Enti donati è di L. 250.000 lire e che il presente atto deve godere della esenzione della tassa di registro ed ipotecaria in virtù del disposto dell’art. 1 del R. D. Legge 9 aprile 1925 N. 380”.

Il 14 giugno, Cattaneo conferma la “locazione in corso nello stabile Campo Littorio Forti e Liberi.” Il Podestà conferma i canoni d’affitto della Cascina Sottocorno. La locazione è semestrale, tacitamente rinnovabile e il canone di affitto sarà pagato anticipatamente a rate trimestrali: Arosio Antonio (famiglia di 4 persone), vani occupati 2, quota annuale di 546 lire; Brambati Luigi (famiglia di 4 persone), vani occupati 2; quota annuale di 493 lire; Brambilla Maria ved. Gilardelli (famiglia di 2 persone), vani occupati 2; quota annuale di 493 lire; Marconcini Anna ved. Cernuschi (famiglia di 2 persone), vani occupati 2; quota annuale di 493 lire; Mariani Attilio (famiglia di 5 persone), vani occupati 1, quota annuale di 300 lire; Merlo Giovani Battista (famiglia di 4 persone), vani occupati 2, quota annuale di 484 lire; Perotti Sebastiano (famiglia di 3 persone), vani occupati 1, quota annuale di 300 lire; Riva Giuseppa ved. Brivio (famiglia di 5 persone), vani occupati 2, quota annuale di 520 lire; Villa Mario (famiglia di 3 persone), vani occupati 2, quota annuale di 493 lire.

Il 8 settembre, Riva Giuseppina ved. Brivio deve l’affitto di due locali alla Palestra Forti e Liberi come segue: L. 265 scaduta al 29 marzo ’41; L. 265 dovuta al 29 settembre ’41; somma di lire 530. “Ha due figli richiamati alle armi. Domanda di ratizzare il pagamento a rate mensili. Ho proposto quattro rate settembre-dicembre”, annota il vice-Podestà Ambrogio Gerosa. E’ una questione di dignità in primis, e di giustizia sociale poi. L’indomani, Gerosa dispone che “gli affitti dovuti dagli inquilini della Palestra Forti e Liberi siano versati a rate mensili come per le case popolari. La Ragioneria disponga il tal senso, anche per le reversali già emerse, ratizzando anche gli eventuali arretrati in guisa che siano in pareggio al 31-12-1941”. Un solerte impiegato del Comune scrive una annotazione per il vice-Podestà: “Provveduto alla rateazione mensile; a darne comunicazione a ogni singolo inquilino; a darne comunicazione al tesoriere comunale”.

In teoria, la donazione al Comune della Forti e Liberi taciterebbe illazioni e congetture dei più arrabbiati contro la creme bianco-nera. Ma c’è – purtroppo – il rovescio della medaglia. L’immobile costruito nel 1903 bisogna di urgenti interventi di rinnovamento. L’Ufficio tecnico del Comune, nella nota del 10 giugno ’41, è lapidario: “In relazione al foglio qui unito, si inoltra il preventivo di spesa per il riordino completo dello stabile e per ridare ad esso la sua efficienza ginnastica e sportiva. La spesa complessiva per i lavori e le forniture ammonta a L. 110.000,00”. Essendo in ferie Cattaneo, è il vice-Podesta Gerosa ha occuparsi della questione. Gerosa è un fascista più che convinto: credere obbedire combattere sono le coordinate mentali che tolgono tutti i dubbi e le perplessità. Pur troppo. Il 6 agosto arriva la delibera per i “lavori di sistemazione all’immobile di proprietà comunale di viale Battisti n. 24”.

“Ritenuta la necessità di provvedere ai lavori più urgenti ed indispensabili di manutenzione all’immobile in viale Battisti n. 24 già Palestra “Forti e Liberi” testé acquistato dal Comune e stato adibito ad accantonamento di truppe; visto il preventivo di spesa all’uopo rassegnato dall’Ufficio Tecnico con foglio 9 luglio corr. N. 20357 per un importo complessivo di L. 48.000 così suddiviso: opere di capomastro L. 31.000; opere di verniciatore L. 13.000 e opere di falegname L. 4.000; attesa l’urgenza delibera di approvare i lavori come sopra proposti dall’Ufficio Tecnico per una sistemazione dell’immobile di proprietà comunale di viale Battisti 24 per un importo complessivo di L. 48.000 disponendo che le opere di capomastro e le opere da verniciatore vengano aggiudicate a norme dei rispettivi capitolati predisposti dall’Ufficio Tecnico. La spese di L. 48.000 farà carico al fondo all’art. 90 del Bilancio in corso – Riparazioni straordinarie fabbricati (disponibili L. 52706.)”.

Ma non c’è fine al peggio. Il 27 agosto, Gerosa ritorna all’assalto: “Premesso che con deliberazione 6 agosto 1941 n. 793 – esecutiva per visto prefettizio 19/8/1941 n. 48794 si determinava la esecuzione di opere di sistemazione all’immobile comunale di via Cesare Battisti già Palestra “Forti e Liberi” con la spesa di L. 48.000.; che le licitazioni indette nel giorno 14 agosto per l’appalto delle opere ebbero esito negativo per mancanza di offerte, quella relativa ai lavori da capomastro e con offerte inferiori alla scheda di cui quella relativa alle opere da verniciatura, che esperite trattive private si sono raggiunte accordi che risultano convenienti, delibera: 1) di affidare l’esecuzione delle opere da verniciatore per la sistemazione dello stabile in oggetto alla Ditta Valentini Felice di Monza ai prezzi di capitolato diminuiti dal 11.01 per ogni cento lire; 2) di affidare la esecuzione delle opere da capomastro per la sistemazione dello stabile in oggetto alla Ditta Roberto Galbiati di Monza ai prezzi di Capitolato aumentati del’11 per cento. Richiedesi al R. Prefetto l’autorizzazione alla presente trattiva diretta”.

Tornato dalla villeggiatura, Cattaneo cerca di rimediare ai guasti del fanatico vicario. Il 3 ottobre, il Podestà di Monza affida al “Signor Valentini Felice la esecuzione dei lavori di imbiancatura e verniciatura occorrenti per la sistemazione dello stabile “Palestra Forti e Liberi” secondo le prescrizioni e condizioni di cui al capitolato di appalto (…)- Detti lavori vengono conferiti a corpo e non a misura e saranno compensati col prezzo globale di L. 9.878 (cioè prezzo previsto nell’appalto L. 11.000 ridotto dell’11,01 per cento)”. I lavori di ristrutturazione della sala da ginnastica sono imponenti e capillari: ma c’è Cattaneo che vigila per la regolarità (per l’economicità) di tutta la faccenda. Tanto che, il 31 luglio 1942, si assiste al “Conto finale dei lavori eseguiti dall’Impresa Antonio & Roberto Galbiati di Monza per la sistemazione e riordino dello stabile “Campo Littorio Forti e Liberi” di cui al contratto registrato a Monza il 27. X. 1941 n. 848 – vol. 124 – con Lire 664.15. Demolizione di muro con trasporto delle macerie L. 886.18; escavo di terra con trasporto L. 437.90; calcestruzzo di fondazione in cemento L. 1768.40; muratura in mattoni e malta bastarda L. 9160.60; somministrazione in opera di coprimuro in cemento L. 624.40; intonaco rustico in malta di cemento L. 1096.80; complessivamente L. 13974.28; aumento contrattuale 11%: L. 1537.15; totale L. 15511.43; costruzione di un tratto di coprimuro a due spioventi L. 410; totale lavori L. 15921.43.Lavori diversi in economia: da muratore L. 4174.50; da manovale L. 2306.25; carro, cavallo e conducente L. 45.50; Portand L. 1059.20; totale L. 10756.42: aumento 11% L. 1183.20; totale lavori L. 11939.62. Riassunto: opere a misura L. 15.921.43 per in economia L. 11.939.62 eguale L. 27.861.05 si arrotonda in Lire 27.860,00”. Insomma, un capolavoro di sobrietà firmato Ulisse Cattaneo.