Mi ritorni in mente: il Monza in serie C, la guerra e il balun negli anni ’40

I racconti del balun biancorosso a Monza negli anni ’40: tra la serie C, il calciomercato e, soprattutto, la guerra alle porte di casa. Il salto nel tempo a firma Mario Bonati.
La prima pagina del Cittadino di Monza e Brianza nel 1944
La prima pagina del Cittadino di Monza e Brianza nel 1944 Redazione online

Archiviato il gramo campionato di guerra 1942-43, il Monza celebra in sordina la ricorrenza del trentesimo di fondazione. “La A.C. Monza ha incasellato il suo trentesimo campionato. Trent’anni di attività sportiva. Pare di ieri il ricordo dei pionieri monzesi del calcio che, derisi, attraversavano le vie della periferia, pali in ispalla, per recarsi i boschetti Reali e giuocare la domenicale partita. Sembrano storia di ieri i primi passi nelle file federali e sono invece già trascorsi sei lustri – osserva senza inutili smancerie l’anonimo articolista sulle colonne del Cittadino – Fu infatti nel lontano 1912, di questi giorni, che nella saletta terrena della Trattoria Cappello Vecchio, si diedero convegno i… plenipotenziari della Juventus F. B. C. e del Monza F. B. C. per concordare la fusione delle due associazioni e rendere l’atto di nascita della nuova Società. Ricordiamo i firmatari della fusione: G. Passoni, M. Della Torre, T. Astori, L. Macchi, A. Boniardi per il campo Juventino; E. Fossati, M. Tagliabue, E. Garibaldi, G. Ciceri, E. Garlati per il Monza F. B. C.”.

L’apatia della città che conta procura dispiaceri direttamente proporzionali alla passione delirante per il balun. La politica della lesina frutta risultati insperati. Nonostante il dilettantismo imperante, la squadra sgomita per farsi largo nella mediocrità diffusa. Esibendo una feroce determinazione, il Monza raggiunge – sudando – la serie C. La categoria di spettanza certifica la potenzialità economica del sodalizio biancorosso, cronicamente alle prese con le ristrettezze contabili. I dabben signori aborrono di mischiarsi al popolo adducendo timori spesso pretestuosi. Le professioni più redditizie snobbano la città in ragione dello stucchevole asservimento a Milano. O roman o luteran, ringhiano di rimando i più arrabbiati dei ciompi monzesi.

“Le finanze sono il cruccio della direzione, lo scoglio ove si infrangono le migliori iniziative dei bianco-rossi – annota ancora il giornalista – La cittadinanza dà poco, sia come entità di cifra quanto in numero di oblatori. Il cassiere (povero cassiere senza danaro) Ciabattoni ci sottopone una lista di oblatori; uno sguardo e c’è da convincersi che l’asserto è più che veritiera. La più anni cifre bassissime e… sempre i medesimi nominativi, il che ci fa dedurre che non è certo in conseguenza dello stato di emergenza, ma di un inesplicabile assenteismo per cui mancano dalla lista tanti bei nomi di nostri industriali, commercianti, professionisti ecc. Con lieve apporto di tanti che possono sarebbe risolto il problema assillante di ogni stagione. Con lieve apporto di tanti che possono sarebbe risolto il problema assillante di ogni stagione. Certezze ci regga che la nuova campagna per il campionato 1943-44 sarà feconda e tutta la nostra classe abbiente si farà dovere di aiutare il potenziamento dell’attività sportiva”.

Salvata la ghirba dall’esiziale retrocessione in Prima divisione, il Monza getta le basi per la stagione successiva. Il presidente Guffanti conferma Antonioli e si arrabatta a cercare una soluzione praticabile per la crisi incombente: ma invano.
“Si è calato il velario sul campionato, ma si impone di sollevarne uno subito: quello per la costruzione del Direttorio. Pregiudichevole è attendere ad affrontare il problema; è necessario all’opposto fare presto a dotare la Associazione dell’organo direttivo per poter agire e muoversi con responsabilità tra il ginepraio delle liste di trasferimento (cessioni ed acquisti) predisporre per tempo l’impianto di squadra per il campionato”. La guerra bussa alle porte di casa: giovedì 9 settembre Vittorio Emanuele III – dopo l’armistizio di Cassibile – scappa da Roma per rifugiarsi a Brindisi; domenica 12 Mussolini è liberato a Campo Imperatore; sabato 18 viene sancita a Hirschberg la nascita della Repubblica Sociale. L’Italia è spaccata in due: gli anglo-americani al Sud; i tedeschi al Nord. Sabato 11 dicembre, il Cittadino – su una colonna di taglio – annuncia la ripresa del “giuoco del calcio”.

“L’attività nazionale sportiva il cui normale svolgimento era stato arrestato dagli avvenimenti politici e militari, riprende in tutti i settori agonistici – per la branca calcistica è di ieri il comunicato della Federcalcio che chiama a raccolta i calciatori, fissando le linee generali della ripresa – un comunicato del Direttorio di zona precisa lo svolgimento dei campionati.

Sono indetti: 1) un Campionato regionale lombardo a cui possono partecipare tutte le squadre di serie nazionale (A, B, C) con un girone formato solo da squadre di serie A e B. Le iscrizioni si chiudono al 15 dicembre.

2) Un Campionato di zona misto per squadre di nazionale C, che intendono partecipare al Campionato regionale e squadre di prima e seconda divisione; chiusura delle iscrizioni il 2 gennaio 1944.

3) Un Campionato ragazzi per tutte le società federali e di sezione propaganda. Sono classificati ragazzi i nati dopo il 1.o gennaio 1927.

Sono bloccati al 31 luglio le liste di trasferimento, restando così sancito che non è concesso nessuna cessione o acquisto per la stagione di prossimo inizio, precisando però che le società che avessero elementi superiori al fabbisogno per l’attività da svolgere, non potranno negare il passaggio a società che ne difettano, previo “nulla-osta” e fermo restando il vincolo alla società di origine.

In seno alla locale associazione già ferve il lavoro di approntamento delle squadre da lanciare nel Campionato lombardo di divisione nazionale e categoria ragazzi. È altresì allo studio la possibilità di varare anche una squadra per il Campionato di zona. La ripresa di attività chiama urgenti riparazioni agli impianti del terreno di gioco che, pei continui furto, tribuna mezzo scoperchiata, pali divelti, gradinate sconvolte, sembra località ch’abbia subìto l’ingiuria di azione area nemica”.

In effetti, il campo di via Ghilini versa in condizioni indegne per affrontare la pur ridotta attività sportiva del 1944: “Il campo, che ha subìto ingiurie da parte di ladruncoli che hanno asportato parte di tribuna, rovinato impianti ecc., è affidato alle premurose cure dell’Ufficio Tecnico del Comune, per gentile concessione del Commissario Prefettizio ingegner Carrera che nel limite del possibile e per quanto è concesso dal momento attuale cercherà di porro riparo per quel tanto indispensabile al funzionamento. È certo che per l’inizio del campionato, 30 gennaio, sarà in condizione di ospitare la massa degli sportivi”.

La drammatica precarietà costringe il trainer Antonioli a imbarcare nell’avventura quanti la guerra ha risparmiato. Rafforzare la squadra è una pia illusione che si scontra con la desolazione tecnica del momento. Non avendo gli occhi per piangere, il presidente Guffanti rimanda i sogni di rafforzamento a giorni futuri – quali? – e chiude a doppia mandata il portafoglio.

“È stato perfezionato l’ingaggio di Rampini, Bortini, Azimonti, Corbetta, Bossi, Erba che in unione ai già tesserati bianco-rossi si schiereranno in campo per la difesa del vecchio vessillo sociale. I tecnici del Monza dispongono per l’inquadramento: Crotti, Garanzini, Marelli, Rampini, Beretta, Bortini, Locatelli, Cantù, Villa, Sala, Ronchi, Arosio, Azimonti, Corbetta, Bossi, Casiraghi, Erba, Pedani. La provata capacità dei preposti è arra sicura per il varo di una più che ottima squadra”, assicura con apodittica attendibilità il Cittadino. In realtà, la formazione rimediata per la prossima stagione evidenzia – da subito – squassanti squilibri di natura tattica e una paurosa carenza di fondamentali.

In pre-campionato, i monzesi vengono strapazzati dalla Caratese per 4 a 2: “Il risultato non rispetta i valori in campo – attacca il pezzo del settimanale – Il Monza ha condotto la prima parte della partita in netto predominio ed in vantaggio di due reti. Il cambio di qualche elemento in prova ha nuociuto alla compattezza dell’undici e, pur mancando sempre una netta supremazia, non ha potuto impedire che su fortunose azioni sfruttanti marchiani errori, l’avversario riuscisse a capovolgere il risultato. Pur essendo alla prima sortita, la squadra ha lasciato più che ottima impressione”.

Domenica 30 gennaio 1944 il Monza esordisce in via Ghilini contro la Breda Sesto San Giovanni. Le lacune tecniche evidenziate nelle amichevoli sono palesate all’ennesima potenza. I sestesi dominano il confronto dall’alto di una qualità complessiva sconosciuta agli uomini del povero Antonioli. Il 3 a 1 finale certifica il dominio quasi imbarazzante dei bredisti, intrammezzato dalla rete ininfluente di Azimonti. Da qui alla fine del campionato, il Monza riesce a vincere solo due partite, nonostante la mostruosa “rosa” via via acquisita: il 19 marzo contro il Tirano (Tagliabue) e il 14 maggio contro il Caproni Milano (Erba e Pedani). Nella classifica finale del campionato, i biancorossi chiudono solitari all’ultimo posto, con soli 6 punti in saccoccia.