Mi ritorni in mente: il Monza anni Trenta tra il podestà e l’elemento indigeno

Il Monza negli anni ’30. Le difficoltà economiche e la ricerca di un assist finanziario dal Comune. Con tanto di lettere accompagnate da «cordiali saluti fascisti» e quell’incolmabile buco da 19mila lire. Lo racconta Mario Bonati nella rubrica Mi ritorni in mente.
Mi ritorni in mente
Mi ritorni in mente

Giuseppe Viganò è un’anima in pena. Il patron biancorosso – scontata la novità del neonato campionato di Serie C nazionale 1935-36 con un anonimo sesto posto dietro Cremonese, Reggiana, Biellese, Seregno e Falck Sesto San Giovanni – bussa a quattrini a Palazzo comunale, fidando della comprensione del Podestà Ulisse Cattaneo. La presunta “grande squadra che farà certamente onore alla città” si rivela – a scanso di equivoci – un pericolosissimo azzardo.


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Non basta la scoperta di Menelik Sala e Aurelio Piazza – poi venduti in blocco all’Ambrosiana Inter – a risollevare la grama stagione del calcio cittadino. Il cronico disinteresse della città acuisce le distanze tra gli sportivi e il sussiegoso menefreghismo dei sopracciò. Gli incassi complessivi della stagione pur mo’ archiviata imbarazzano pure i più incalliti appassionati. La micragnosa gloria della bandiera biancorossa cozza con l’illusione bella che ieri t’illuse e c’illuse. In effetti, i rapporti tra le istituzioni e l’Associazione Calcio Monza sono ormai al minimo storico. Lo stesso Ulisse Cattaneo è stato – con Ermanno Fossati e Mario Rossi – il promotore della creazione della Società Anonima Campo Sportivo Monzese, che ha risolto l’annosissima questione del terreno di gioco. Ecché, ragiona con risentimento l’avucat, dopo aver begato e speso denari e la faccia, questa è la riconoscenza?

Il 25 settembre 1935, il consiglio direttivo dell’Ac Monza, “come già per gli scorsi anni, si permette rivolgere alla S.V. Ill. ma rispettosa istanza per ottenere il prezioso contributo annuale di codest’On. Comune elevato però a L. 10.000. Giustifichiamo l’aumento della sovvenzione richiesta facendo noto alla S. V. Ill.ma che, partecipando l’A.C. Monza nella corrente stagione al Campionato di Divisione Nazionale C si è verificato una sensibile aumento di spese generali. Aggiungasi inoltre la formazione di una squadra ragazzi, indispensabile per la produzione dell’elemento indigeno. Certo che la sportività della S. V. Ill.ma vorrà anche questa volta venire in aiuto all’anziano sodalizio cittadino, ringraziamo vivamente e porgiamo i nostri più rispettosi ossequi”. Cattaneo vorrebbe rispondere con brutale franchezza (ma va via i ciapp) ma si contiene. Il 30 settembre, il Podestà risponde alla richiesta del del sodalizio biancorosso: “Sono spiacente di non poter aumentare lo stanziamento in bilancio relativo al contributo per l’anno 1936. Saluti fascisti”. Più chiaro di così, rimugina di per sé Cattaneo.

Comunque, venerdì 6 novembre il Comune liquida il conto con l’Impresa Crippa per i “lavori al Campo di Calcio”. Visto il referto “dell’Ufficio Tecnico Comunale, in data 26 Ottobre corr. con il quale l’ufficio stesso rassegna il conto della ditta Impresa costruzione Ernesto Crippa per lavorio di riparazione al Campo dell’A.C. Monza; ritenuto che la spesa incontrata di L. 646 è pienamente giustificata e nulla osta al pagamento”; il Comune delibera “di autorizzare la spesa predetta e di liquidare il conto come sopra rassegnato nell’importo di L. 646 che sarà pagato sul fondo all’art. 131 del Bilancio del corrente esercizio ove sono stanziate L. 180.000 e disponibili L. 76376,15 – Sistemazioni stradali ed altri lavori pubblici”. Rancori e livori guastano non poco i rapporti tra le istituzioni e il Monza. Le sciamannate acrobazie contabili dei dirigenti biancorossi per cercare di salvare il salvabile cozzano con il vergognoso rosso di bilancio dell’Ac.

Il 1 marzo del ’36, il presidente Viganò scrive al segretario politico del Fascio di Monza, Giuseppe Setti: “Questa Associazione, dopo un particolare esame della situazione economica, dopo avere sperimentato tutte le possibilità per colmare il deficit già segnalato dovendo far fronte alle impellenti necessità del campionato si trova terribilmente avviluppata nella ristrettezza economica che si aggrava di giorno in giorno e tende a diventare sempre più preoccupante. Questa Associazione ha provveduto a suo tempo a segnalare la situazione a codesta On. Segreteria, dalla quale ha avuto incoraggiamento e promesse. Il Campionato è iniziato da tempo e per arrivare al oggi il Consiglio chiamato a reggere le sorti della Associazione ha subito umiliazioni verso i creditori e dispendio personale dei Consiglieri non indifferente. La situazione dell’Associazione deve essere nel migliore modo risolta, perché un ulteriore ritardo alla soluzione comporterebbe addirittura la fine ignominiosa di una Società che data dall’anno 1912 e rappresenta una Città quotata per abitanti, industrie e posizione geografica. Il Consiglio della Società Associazione Calcio Monza sarebbe costretta a rassegnare alla competente Federazione Centrale le dimissioni, qualora non si potesse provvedere nella maniera più sollecita ed opportuna, sotto tutti i rapporti, ad una soluzione e regolamento del bilancio, che fra l’altro era passivo, e per parecchio, fin dall’inizio del campionato in corso. Confida il Consiglio di questa Associazione, che l’intervento di codesta On. Segretaria non mancherà e sarà, nello stesso tempo, sollecito e generoso, in considerazione ed in conformità alle esigenze ed alle promesse formulate all’inizio del Campionato Italiano Divisione Nazionale Serie C. Si intende però che mancando una completa decisione entro il 10 Marzo corrente, il Consiglio dovrà prendere a scanso di responsabilità personali, definitive decisioni, informando della situazione la On. Federazione Italiano Gioco Calcio”.

Il 20 marzo, lo stesso Setti prende carta e penna e scrive al Podestà: “Caro Cattaneo, come già Tu sarai a conoscenza, la locale Associazione Calcio Monza si trova in condizioni finanziarie disastrose e sarebbe un vero peccato che non fosse più in grado di proseguire la sa attività. So benissimo che il Comune ha già molti aggravi del genere, ma sono certo che in questo caso non mancherà di avere il tuo benevole appoggio e vorrai concedere un contributo all’Associazione stessa. Gradirò un Tuo cortese cenno al riguardo e Ti ringrazio in anticipo. Con le migliori cordialità fasciste”. Cattaneo non abbocca alla mozione di affetti e risponde asciutto: “Non è possibile” (23 marzo); “Ci sono altro pendenti di quest’anno” (24 marzo). Alla fine, per tacitare le voci di possibile pregiudizio, Cattaneo esamina il bilancio dell’Associazione Calcio Monza e si spaura. Le spericolate operazioni finanziarie hanno procurato un “buco” effettivo ammontante a 19mila lire, un’enormità che rischia di mettere fine all’esperienza del fulbar biancorosso.

Per dimostrare la correttezza contabile del sodalizio, Viganò non può esimersi di fare una veritiera fotografia della situazione: “La stagione sportiva calcistica 1935-36 si è conclusa, per quanto riguarda l’A.C. Monza e per il lato tecnico e morale in modo abbastanza soddisfacente. Infatti il Campionato Italiano Divisione Nazionale Serie C (Girone B) disputato nella sua prima edizione, dalla prima squadra, per quanto iniziato un poco disgraziatamente a causa della affrettata preparazione: il Consiglio è stato chiamato a dirigere le sorti all’ultimo momento, si è concluso in modo lodevole poiché la squadra dalle posizioni arretrate ha potuto raggiungere le primissime posizioni e classificarsi definitivamente al quinti posto in classifica generale su sedici squadre concorrenti, conseguendo ben tredici vittorie e sei partite pari nelle complessive trenta gare disputate. Oso dire che, se non fossero sorte gravi difficoltà di ordine finanziario le quali influirono moralmente sul comportamento della pur sempre animosa compagine, con una un po’ più di fortuna la squadra avrebbe ben potuto classificarsi in testa al girone meritando la promozione nella categoria superiore: Divisione Nazionale Serie B”.

La situazione finanziaria “non si presenta troppo soddisfacente per una serie di ragioni: prima di tutto perché vi era un eredità passiva di circa Lit. 19.000 dalla passata stagione, secondariamente perché l’A.C. Monza dovette sostenere degli oneri molto gravosi per far disputare alla prima squadra il Campionato di Divisione Nazionale Serie C in considerazione della trasferte lungi dalla Sede in cui fu forzatamente obbligata. Infine perché, a causa della generale disagio economico, la raccolta dei fondi necessari non ha dato i risultati sperati ed anche perché gli incassi agli sportelli del campo sono stati assai miseri specialmente quando vi erano incontri con squadre classificate agli ultimi posti e quando imperversava il cattivo tempo”.

Le “spese diverse” ammontano a 14.747 lire (resi a Viganò per anticipi Lit. 6.033; Mirabello per passaggio giocatori Lit. 600; compenso liste Lit. 3100; tassa permesso gara Lit. 200; vidimazione cartellini Lit. 300; collaudo campo Lit. 250; spese per veglia danzante Lit. 850; trasporto valigie sul campo Lit. 225; servizio campo uomini mura Lit. 475; spese varie Lit. 2.964). Le entrate sono dell’ordine di 76.567,75 lire (incasso campo Lit. 29.428,20; soci sostenitori Lit. 7.610; oblazioni diverse Lit. 31.552,90; indennizzi squadre Lit. 7.075,65); le uscite di 76.556,35 lire (indennità giocatori Lit. 17.207,40; tasse federali Lit. 6.093,40; allenatore Lit. 4.770; assicurazione Lit. 3.116,25; affitto sede Lit. 868; custode campo Lit. 900; Guardarobiere Lit. 1.450; materiale gioco Lit. 3.676,40; manutenzione campo Lit. 790; assistenza sanitaria Lit. 739,15; tassa erariale Lit. 1.878,50; indennizzi a squadre Lit. 5.153,20; trasporto squadre Lit. 5.859; assistenza Lit. 2.340,95; cancelleria e reclame Lit. 1.755,70; posta Lit. 752,05; diversi Lit. 14.747; viaggi e giocatori Lit. 4.221,10; luce e riscaldamento Lit. 237,20). L’incasso a pareggio è di 11,40 lire; totale complessivo lire 76.556,35. Tra le curiosità, il pagamento dell’allenatore Leopoldo Conti: lire 8.270 per tutta la stagione. Il pagamento complessivo annuale dell’ex bandiera dell’Inter e della Nazionale pareggia… lo stipendio mensile di Mumo Orsi nel ’28 (con lussuosissimo appartamento in usufrutto e Fiat 508 e chauffeur al seguito, il signore).

Il bilancio passivo a debitori diversi è di lire 31.859,25 (Oreste Brioschi Lit. 853,20; Beretta e Fioretti Lit. 27,70; Cartoleria Borsa Lit. 392,40; Casiraghi Luigi Lit. 761,50; amministrazione il Cittadino Lit. 45,80; Casati Carlo Lit. 157; Lissoni e Villa Lit. 151,85; Paleari Guido Lit. 25,509; Pirola Gaspare Lit. 3.200; Rovelli Battista Lit. 253,60; Silva Luigi Lir. 73,80; Sironi Giuseppe Lit. 1.591,90; Tipografica Sociale Lit. 400; allenatore Lit. 3.500; massaggiatore Lit. 550; guardarobiere Lit. 140; uomo campo Lit. 1.000; affitto campo Lit. 4.800; anticipo Sig. Viganò Lit. 8.000; debiti vari Lit. 500; giocatori Lit. 6.225).

Il presidente biancorosso Giuseppe Viganò punta tutte le sue carte sulla sempiterna mozione d’affetti: “Giova però osservare sull’argomento che l’A.C. Monza, a mio avviso, non potrà mai migliorare le sue situazioni finanziarie se non col concorso di due elementi principali: la costruzione di un vero e proprio campo sportivo o comunale o privato, fornito di tutti i requisiti tecnici e di comodità che sono richiesti, campo che, per ubicazione, facilità di accesso e modalità di struttura possa attirare il maggiore numero di spettatori i quali trovino tutto il “confort” degno di una città di oltre 65.000 abitanti. A questo proposito, mi permetto di richiamare l’attenzione della S.V. Ill. ma su quanto segue: ad aggravare maggiormente la situazione della A. C. Monza, è venuta in questi giorni da parte dell’Ill.mo Commissario di P.S. la diffida di usufruire del campo sportivo di Via Ghilini di proprietà della S. A. Campo sportivo fintanto che non verranno fatte tutte quelle riparazioni, specie per quanto riguarda la tribuna, di cui il campo stesso ne ha assolutamente necessità.

Contro tale intimazione la competente Federazione Italiana Gioco Calcio, da me messa repentinamente al corrente, ha dimostrato la Sua impossibilità di poter intervenire in questo imperioso problema. In considerazione di questo stato di cose mi trovo impossibilitato di poter far partecipare al prossimo Campionato 1936-1937 le squadre dell’A.C. Monza. Per questa ragione è necessario trovare una favorevole e rapida soluzione onde dare alla Società Calcistica di Monza la possibilità di svolgere la sua attività nello sport Italiano della palla al calcio. L’alto sentire sportivo che la S. V. Ill.ma ha sempre dimostrato per ogni sana iniziativa, mi fa sperare in unione ai miei collaboratori del Consiglio Direttivo, che l’A.C. Monza sarà avvantaggiata e onorata dell’indispensabile interessamento del primo sportivo di Monza.

La formazione di una squadra tecnica e forte, cosa che non può verificarsi se non coll’acquisto di nuovi elementi di valore che siano addestrati da un allenatore scelto tra i migliori, perciò sarebbe necessario all’inizio della prossima stagione, e cioè al massimo entro la metà del prossimo Agosto, un capitale iniziale di almeno Lit. 30.000 per completare tutto il fabbisogno.

In mancanza di tali principali elementi, pur disponendo del campo sportivo, a mio parere l’A.C. Monza, sarà sempre costretto a disputare un povero Campionato senza contare che, essendo la Divisione Nazionale Serie C, costituita da squadre fortissime, potrebbe anche correre il rischio di essere retrocesso nella Divisione inferiore il che significherebbe praticamente far morire a Monza lo sport del Calcio e la stessa Società che iniziò la sua attività nel nome della nostra Città ben ventiquattro anni or sono.

Tutto ciò premesso, il Consiglio Direttivo da me presieduto, avendo assolto il compioto assegnatoli, per la stagione 1935-1936, si accinge ad affrontare il prossimo Campionato non senza essere seriamente preoccupato per la necessità che incombe di fare disputare alla squadra una stagione calcistica degna della aspirazioni sportive della popolazione della nostra industre e laboriosa città. (…) Mi onoro di mettermi a disposizione della S. V. Ill.ma per una eventuale riunione, in unione ai Dirigenti della mia Società, onde discutere a trovare una immediata soluzione, in considerazione dell’imminenza dell’inizio del Campionato Italiano (13 settembre)”.

Il 19 agosto, il ragioniere capo del Comune invia un cablogramma urgente a Cattaneo: “Il Rag. Viganò è venuto a chiedere che cosa intende di fare la Podesteria per il campo di calcio e per quello sportivo; se il Comune, ha detto, non interviene direttamente o indirettamente, egli non iscriverà la squadra al campionato. Ha aggiunto che avendo già rimesso del suo circa venti biglietti da mille non è disposto a rimetterne di più; che il concorso deciso da Lei per la riparazioni della tribuna del campo di via Ghilini (ho visto che in un preventivo della Ditta Crippa, Ella ha ammesso solo una spesa per il Comune di L. 480.0) è assolutamente insufficiente a mettere in efficienza la tribuna stessa al fine di far togliere il divieto del suo suo, decretato dalla autorità di P.S. e che infine informerà di questo stato di cose le maggiori gerarchie”. L’Avvocato mette in tasca con nonchalat il messaggio e ritorna a far quello che sta facendo: riposare.

Tornato dalle vacanze il 22, il Podestà rintuzza subito le stucchevoli geremiadi dell’A.C. Monza deliberando – il 28 agosto – la sola spesa di 480 lire per la “posa dei murari per rinforzi travi di sostegno, cambio tavole e ricostruzione scala in legno d’accesso alla tribuna stessa”. Cassate – dunque – la costruzione di un tratto di cinta con blocchi di cemento (2.100 lire), la copertura della stessa in cemento (250 lire) e i capitelli in fregio alla cinta (75 lire). Il 8 settembre, l’ingegnere capo del Comune di Monza, Giulio Redaelli, comunica al commissario della P.S. di via Volturno: “In conformità agli accorsi presi con la S. V. in occasione del sopralluogo effettuato al Campo dell’Associazione Calcio Monza il giorno 2 corrente e dopo l’ultimazione dei lavori di rinforzo della tribuna ordinati da questa Amministrazione, ho eseguito prove di carico della tribuna stessa, delle quali ho riassunto i risultati nel verbale di collaudo che trasmetto colla presente”.

I lavori di consolidamento – eseguiti dalla “Ditta Impresa Ernesto Crippa” di via Rota – portano al collaudo effettivo della tribuna in legno di via Ghilini. “In relazione ai risultati ottenuti” si dichiara “collaudata” la struttura, “per cui se ne può permettere l’uso, prescrivendo però che detta tribuna può portare un massimo di 450 persone”. Leopoldo Conti ritorna nel buen retiro di Lecco maledicendo al braccino della presidenza. Per tamponare in parte alla perdita, arriva – da Foggia – Silvio Strizel. Il campionato di Serie C Nazionale edizione 1936-37 è durissimo in ragione della scarsissima competitività della “rosa” rimediata. Nonostante le pecche e le manchevolezze nella squadra, il crapun Luigi Gelosa salva il Monza realizzando 11 gol. L’undici biancorosso chiude al 12esimo posto, a venti punti dal Vigevano, vincitore del girone, Nel frattempo, il presidente Giuseppe Viganò batte in ritirata: a traghettare la società ????? tempi migliori arriva – come commissario straordinario – Alberto Redaelli.