Meda, boom del Real nel calcio femminile: in sette anni iscritte da 50 a 150

Il Mondiale di Francia ha acceso i fari sul calcio femminile. In Brianza il Real Meda è una realtà in crescita. Un vivaio che ha dato campionesse a Inter, Milan e Roma
Real Meda giugno 2019
Real Meda giugno 2019 Marco Mologni

Il mondiale di Francia – con le Azzurre che stanno andando forte – può cambiare per sempre il calcio femminile italiano. E anche le atlete del Real Meda iniziano a sognare in grande. Stanno vivendo un momento magico le calciatrici della storica squadra femminile locale. La società è stata tra primi club di calcio femminile in Brianza.

Nata nel 1984, è stata istituita quando nemmeno esistevano i mondiali di calcio femminile, iniziati solo nel 1991. Un posto dove alle donne con il pallone ci hanno sempre creduto e che ha contribuito a portare in alto «l’altra metà del cielo» che gioca a calcio.

I numeri sono in crescita: solo sette anni fa le iscritte erano 50, oggi sono 150. Un vivaio di campionesse. Marta Vergani iniziò a tirare calci a un pallone sui campi di via Gagarin: ora è vice campione del mondo under 17 e gioca nell’Inter, dove militano anche Astrid Gilardi e Arianna Marangoni. Serena Landa è in prestito alla Roma.

Anita Coda è al Milan. I risultati sportivi sono importanti, ma non tutto. Anzi.

«Il nostro primo impegno – spiega Gianni Zaninello, dg del Real Meda – non è allenarci per vincere ma lottare contro una mentalità tuttora ostile alle donne che giocano a calcio».

Un lavoro paziente che inizia con le famiglie. La prima forma di contagio? «Il nostro entusiasmo». Senza chiudere gli occhi di fronte alla realtà. «Spiace dirlo – ammette Zaninello – ma ancora oggi in Italia esiste una mentalità ostile al calcio femminile e le donne che giocano a pallone devono rincorrere gli uomini». A partire dai guadagni: Barbara Bonansea, la bomber della Juventus diventata salita alla ribalta per la doppietta segnata contro l’Australia nella partita d’esordio della Nazionale femminile di calcio al Mondiale in corso in Francia, non guadagna più di 40mila euro all’anno; Cristiano Ronaldo guadagna 31 milioni. «Ancora oggi esiste una legge del 1956 (fatta da una donna) che vieta alle donne di firmare un contratto sportivo e le donne possono iscriversi solo ai gironi della Lnd (Lega nazionale dilettanti)».

Lo status di professioniste è ancora un miraggio e ci si allena alla sera, dopo aver fatto altro per vivere. Juve, Fiorentina, Milan e Roma hanno aperto la strada, ma in Italia le calciatrici tesserate sono solo 23903: briciole rispetto alle 2.500.000 di quelle attive in America. Tra i 10 e i 12 anni però sono 2664. Un’esplosione. Di cui però i tifosi ancora non si sono accorti: in un’Italia «malata» di calcio, solo 2356 followers su Twitter per Figc calcio femminile.