Mazzola, Beccalossi e i pronosticiMonza gioca così i suoi Mondiali

I Mondiali di calcio in Brasile visti da chi, partendo dalla Brianza, li ha giocati davvero. Pronostici, analisi e una partita immaginaria tra la «Nazionale di Monza» contro la «Nazionale della Brianza». Attraverso 20 edizioni di Mondiali.
La «Nazionale di Monza» contro la «Nazionale della Brianza» ai Mondiali
La «Nazionale di Monza» contro la «Nazionale della Brianza» ai Mondiali

“Il Brasile ha molti giocatori di esperienza e qualità. E gioca in casa. Per questo è favorito. Noi, però, tra i primi quattro dovremmo arrivarci”. Questo il pronostico di Sandro Mazzola. Che ricorda: “La mia emozione più grande, con la maglia azzurra, è legata all’Europeo del 1968. All’estero ci chiamavano ‘maccaroni e spaghetti’, Inter e Milan non avevano ancora cominciato a vincere. E noi trionfammo nella doppia finale con la Jugoslavia. All’andata non giocai per problemi a un rene, finì 11. Al ritorno, il ct non voleva schierarmi: avevo fatto casino, dopo la prima esclusione. L’allora direttore della Gazzetta dello Sport, Gualtiero Zanetti, disse a Ferruccio Valcareggi che l’avrebbe crocefisso, se avessimo perso senza che io scendessi in campo. Giocai, vincemmo 20. ‘Mazzola, un imperatore romano al comando delle sue truppe’, fu questo il titolo dei giornali tedeschi l’indomani”.

Alla vigilia del Mondiale 2010 Mazzola rispose “che sì, portare Mario Balotelli forse oggi è prematuro”. Quattro anni dopo, le cose sembrano essere diametralmente cambiate. O no. “Non credo ci sia solo lui, abbiamo molti attaccanti validi. Paradossalmente, per la prima volta il problema potrebbe essere la difesa”.

Il «Becca»: Brasile, poi Italia

Una vita al Milan e un futuro da possibile direttore generale alla Sampdoria. Ariedo Braida, per 27 anni nella stanza dei bottini del Milan, oggi cerca nuova luce sotto la Lanterna. Nell’attesa, spiega, “finché non avrò formalizzato preferisco non commentare vicende di alcuna squadra”. E pazienza che la squadra sia quella Nazionale. Problemi non se ne fa Evaristo Beccalossi, di rientro da Madrid per la partita tra vecchie glorie nerazzurre e blancos: “Il mio pronostico è semplice: il Brasile è la squadra da battere, dopo viene l’Italia”. E se il cellulare di Beppe Bergomi gracchia dopo l’atterraggio in Brasile, Giovanni Trapattoni è ben lontano dalla sua officina di Cinisello Balsamo. Pochi giorni a Roma, poi il volo per San Paolo del Brasile. Ma i grandi ex sono già caldi. E il caldo d’oltre oceano, quello che respira già Demetrio Albertini, poco o nulla ha a che fare. Tra i più loquaci, forse perché in Brasile non ci dovrà andare, c’è Sandro Scanziani: “Altro che Sudamerica, io sono in montagna con i bambini della Folgore Caratese, per un campus. Ma immagino quali possano essere le emozioni di questi momenti. Io ho vinto da capitano della Samp il primo trofeo blucerchiato, la Coppa Italia. Cesare Prandelli sarà bravo a gestire ogni giocatore, ciascuno per la sua specifica emotività. Se l’Italia passa il primo turno potrà fare grandi cose. Io preferirei giocare contro il Brasile, piuttosto che con l’Argentina. I padroni di casa hanno grande pressione sulle spalle, ma se l’Albiceleste trova un Messi che fa il Messi, non ce n’è per nessuno. Ma attenzione al caldo e agli arbitri, che rischieranno condizionamenti”.

Le «Nazionali» di Monza e Brianza

Ma l’intreccio tra Monza, la Brianza e l’evento sportivo più seguito del pianeta vive, nei decenni, anche di altre trame e riccioli viziosi del destino. Come quelli che porteranno altri grandi del calcio, in modo diverso, a scrivere il proprio nome accanto alla storia calcistica monzese e brianzola. In un gioco che vede transitare nell’orbita biancorossa anche Beppe Bergomi, già allenatore degli Allievi biancorossi, nonché iridato nell’82. O Evaristo Beccalossi (azzurro in Olimpica e Under 21), che a Monza non ci ha mai giocato, ma è stato in trattativa per acquisire il 1912 prima dell’arrivo di Anthony Armstrong Emery. E allora, per gioco e senza pretesa di completezza, è curioso vedere scendere in campo una fantasiosa Nazionale monzese ai Mondiali. Magari contro una Nazionale, ardita e irrazionale, che rappresenti sia Monza che la Brianza. Con in campo il desiano Lele Oriali e il besanese Demetrio Albertini, ma anche Moreno Torricelli da Carate Brianza e Sandro Mazzola da Vedano. Completando l’undici con chi l’azzurro non l’ha mai vestito, Simone Boldini e Alessandro Scanziani. Due che nel calcio brianzolo meritano comunque un posto nella Nazionale dei ricordi.