L’alfabeto del Gp d’Italia 2017: A-G tra bagarini, droni, Ecclestone che non c’è e Ferrari

LEGGI Dalla H alla Z - Un prontuario, un “Bignami” della tre giorni del Gp d’Italia e un vademecum della sopravvivenza. Il Cittadino ha giocato con lettere e spunti e ne è venuto fuori l’alfabeto di Monza. La prima parte: dalla A (di rischio attentanti) alla G (di guida sicura), passando per bagarini ed Ecclestone.
Gp d'Italia 2017 a Monza giovedì 31 agosto
Gp d’Italia 2017 a Monza giovedì 31 agosto Fabrizio Radaelli

Un prontuario, un “Bignami” della tre giorni del Gp d’Italia e un vademecum della sopravvivenza ai logoranti chilometri fra tribune, prato e vie d’accesso. Il vocabolario di Monza ha l’alfabeto della emozioni e dalla fatica, che è un po’ la benzina per farle correre veloci durante tutto il Gp.


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A, il rischio Attentati. Le misure di sicurezza elevate erano state annunciate, persino richieste. Carabinieri con giubbotti di protezione e mitra imbracciato, occhi vigili e indiscreti di addetti alla supervisione dell’intera, vastissima, area del Parco e dell’autodromo.

B, i Bagarini. A cui, anche per luce riflessa della voce qui sopra, è stata dichiarata guerra. Vinta, al momento è almeno la battaglia. Diminuito il numero dei vendo-compratori, non completamente debellata però l’ostentazione di cartelli di chi “cerca” e in realtà offre i tagliandi di ingresso.

C, il Cronometro. Che è quel che conta, in fin dei conti. L’intera festa si regge su chi si propone di vincere la rincorsa alle lancette. E le Mercedes, almeno alla vigilia, fanno tic tac più veloci delle altre.

D, come i droni. Che una volta erano il futuro e oggi sono il presente. Per le riprese video, per monitoraggi delle zone critiche, ma anche per il diletto di chi nel villaggio dietro la tribuna centrale può misurarsi con telecomandi per elicotterini, che fluttuano in uno spazio coperto da reti per la “Drone racing”, in perfetta sintonia con lo spirito da high speed monzese.

E, per l’evocazione di Ecclestone. Bernie è un ologramma e un ricordo, in questo strano Gp che è il primo senza di lui. Piccolo e ingombrante, silenzioso e tonante, sfuggente e catalizzatore. Il minuto ex patron non c’è e non si vede. A vedersi è la sua assenza e la struttura dei suoi punti di riferimento dentro il paddock. Il building nero a specchi che gli faceva da quartier generale è alle spalle, calpestato con la velocità con cui una Pirelli passa sul cordolo in uscita dalla Parabolica.

F, e il segno Ferrari. Poche volte negli ultimi anni chiamata a dare quel qualcosa in più, per l’onore ma non solo per questo. Correre in casa è una marcia in più, la leadership del Mondiale piloti materia anche maggiormente concreta di un’etica da difendere e onorare.

G, per la guida sicura. “When you drive never drink” campeggia di fronte ai box piloti. Come se ci fosse bisogno di ricordarlo, a Raikkonen e compagni. Beh, forse sì. Visto che Heineken, main sponsor del Gp, offre birra no stop nel paddock. Subito accanto ai motorhome da cui escono i protagonisti delle monoposto che raggiungono la pit lane. Fino a ieri erano solo le lattine Red Bull a far mettere le ali, oggi con le pinte si prende il volo con la prova del palloncino.