F1, #ilCittadinoGp: il primo Gp da protagonista di Davide Casati. Grazie a un annuncio online

La passione per i motori, un curriculum inviato in autodromo. Dopo 4 anni, a 29 ancora da compiere, è responsabile dell’ufficio stampa del circuito: «Quando scoprono che sono così giovane, i più restano destabilizzati»
Davide Casati, responsabile dell’ufficio stampa dell’autodromo
Davide Casati, responsabile dell’ufficio stampa dell’autodromo

Quando rispondere a un annuncio può cambiarti la vita. È successo così a Davide, come del resto a molti altri, quando ha preso mouse e tastiera e ha cliccato invia, spedendo le informazioni sul suo conto alla casella email dell’autodromo. Lì cercavano un social media editor e lui, che il circuito sin lì l’aveva frequentato solo per passione, riuscì a far colpo. In dote, portava una giovane carriera di cronista di provincia, per un sito online del Lecchese che neanche esiste più. Ma anche qualche sporadica esperienza con settimanali e radio, oltre che un tesserino da giornalista pubblicista. Era il 2015 e aveva 24 anni e non sapeva ancora che da lì a neanche un lustro sarebbe diventato responsabile dell’ufficio stampa dell’autodromo. O, come vuole l’etichetta, national press officer per la Formula 1 e communication coordinator, visto che da giugno le sue mansioni si sono estese anche alla parte commerciale. Oggi, Davide Casati, è lo stesso ragazzo che con puntualità ed educazione negli anni ha sbrigato le faccende dietro a un banco del bancone stampa dell’autodromo. Solo il suo ruolo è cambiato, con un’accresciuta responsabilità che finisce però per metterne in risalto le capacità. “In questi mesi, quel che mi diverte di più è vedere le reazioni di chi, letteralmente interdetto, scopre che la persona con cui ha parlato poco prima al telefono non è che un ragazzo giovane. In un ruolo come questo, nessuno si aspetta di trovarsi poi a interfacciarsi con una persona della mia età. E questo li destabilizza”, racconta divertito Casati, 29 anni da compiere il prossimo dicembre. “Per il resto, tutto procede bene, anche con il gruppo di lavoro. Non mi era mai capitato di coordinare un team di 20 persone, ma la calma è una mia caratteristica e credo che questa mi sia tornata utile in diverse circostanze. Di emergenze ce ne sono spesso da affrontare: pianifichiamo il lavoro per mesi, poi capita che in mezzora si debba recuperare una navetta per transfer di ospiti non previsti. O un New York Times per Jean Todt, che entro poche decine di minuti si aspetta di trovarlo sulla propria scrivania. Ma in passato ho avuto esperienze di coordinamento in un gruppo di volontari della Croce Rossa e penso che ciò mi sia tornato utile per sapere come gestire i rapporti e le necessità delle persone che lavorano con me”. Lui che confessa di concedersi solo una passione, quella di “dedicarmi nei weekend a camminate di 12 o 14 chilometri nella natura, per rilassarmi”, ha trovato nel suo omologo Tom Wood, che in Fia ha preso il posto dello storico Matteo Bonciani, “un giovane come me, alla sua prima esperienza, con cui mi trovo in sintonia. Del resto, è un po’ che è avvenuto con me qui in autodromo: mi hanno dato fiducia e mi hanno fatto crescere. Ed è il solo modo per dimostrare il valore di una persona”.

Stefano Arosio