Il futuro dello stadio Brianteo: tre le ipotesi per intervenire, inclusa l’opzione vendita

Si continua a parlare dello stadio Brianteo, anche se ufficialmente di proposte ufficiali non ce ne sono. Ma se con la nuova proprietà il Monza sogna in grande, anche lo stadio deve fare la sua parte e le opzioni sono tre, tra le quali la vendita da parte del Comune.
Monza Stadio Brianteo
Monza Stadio Brianteo Fabrizio Radaelli

Tre opzioni, fra le quali anche l’acquisto. Tre le possibilità per trasformare il Brianteo in uno stadio di serie A. In conferenza stampa di fatto non se n’è parlato, di stadio. Nessuna proposta ufficiale. Ma se l’obiettivo è quello di raggiungere i massimi livelli, è inevitabile che prima o poi la situazione si delinei.

«Non abbiamo ancora parlato – conferma l’assessore allo sport, Andrea Arbizzoni – Quello che speriamo è che, al di là della forma scelta, il Monza sia protagonista non solo nel calcio, ma anche in un vero restyling del suo stadio».


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Dal punto di vista pratico, le opzioni sono sostanzialmente tre. La prima, la più semplice, è quella che passa dalla convenzione appena rinnovata per 44 anni. La società è padrona di realizzare interventi di manutenzione straordinaria senza ricorrere al benestare comunale. I limiti sono pochi e i divieti riguardano azzardo e luci rosse. Niente punti scommesse e niente sexy shop al Brianteo. A pesare sono però i tempi di ammortamento. Qualora il piano d’investimento prevedesse di ammortizzare in più di 44 anni, la società si ritroverebbe a lavorare in perdita.
L’ipotesi più plausibile, allo stato dei fatti, è quella del project financing che tra le altre cose consentirebbe al Monza di chiedere il diritto di superficie per 99 anni. Qui servono progetto e copertura finanziaria da presentare al Comune. L’aspetto critico è che il project deve, per legge, andare a gara; quello più favorevole riguarda l’abbattimento supersonico delle procedure urbanistiche grazie alla legge sugli stadi del 2017. La legge mette il turbo all’approvazione: è sufficiente la conferenza dei servizi e il recepimento in giunta. Tempi ben più che dimezzati rispetto all’iter normale del Pgt.

Ultima, ma non ultima, opzione è quella dell’acquisto della struttura da parte del privato. L’ipotesi non è poi così peregrina, anzi. Pare, infatti, che già nel recente passato l’idea di acquisire lo stadio sia stata considerata.

A mancare era un partner solido con cui condividere le spese. Partner che ora ci sarebbe. «Con tutte le verifiche del caso e, comunque, dopo un ampio dibattito pubblico – dice Andrea Arbizzoni – credo non saremmo contrari per principio. È una proposta che non c’è, ma dovesse presentarsi auspicherei seguisse le orme di quanto fatto a Bergamo». Dove la futura “Gewiss Arena”, ora di proprietà dell’Atalanta, ha fruttato alle casse comunali 8,6 milioni di euro (7,2 la base d’asta). Cifra cui potrebbe ambire il Brianteo.