Il Calcio Monza torna all’asta lunedì, senza titolo sportivo: chi compra le coppe e la storia?

Il Calcio Monza torna all’asta lunedì 29 giugno, ma questa volta solo col marchio: in vendita trofei, immobili e materiale sportivo. Speranza accesa su qualche imprenditore locale, il sogno giusto è che se l’aggiudicassero i tifosi. Cos’è successo nei giorni che hanno portato a dire addio alla Lega pro.
Sipario sul Calcio Monza e sullo Stadio Brianteo
Sipario sul Calcio Monza e sullo Stadio Brianteo Fabrizio Radaelli

Russi, arabi, svizzeri e alla fine anche i cinesi. Quel che resta dell’Ac Monza Brianza 1912 ha suscitato l’interesse di mezzo mondo. Per non parlare di imprenditori locali e di qualche faccendiere squattrinato ma pieno di inventiva che, a occhio, sembrava pronto a ripetere le gesta di Piero Montaquila e Paolo Di Stanislao.
Il dinamico duo ha agito nel solco tracciato da Emery Armstrong, padre di tutte le nefandezze che sono capitate al Monza calcio nell’ultimo anno, portando alla dichiarazione di fallimento.

Fino all’ultimo di contatti ce ne sono stati. Come quello, appunto, della cordata cinese che si è fatta avanti con i curatori fallimentari Elisabetta Brugnoni e Giuseppe Nicosia: a prima vista imprenditori ben intenzionati che hanno avuto l’unico torto di venire a sapere solo negli ultimi giorni che società e squadra erano in vendita in un’asta giudiziaria.

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Qualche passo, affiancato dall’ex arbitro e commercialista Gianluca Paparesta, lo aveva fatto anche Paolo Leonardo Di Nunno, presidente del Seregno che però mercoledì, dal sito ufficiale della sua società ha annunciato che non ci sarà nessuna fusione e neanche nessuno spostamento del titolo sportivo fuori da Seregno.

Tralasciando la pista pachistana tra gli interessati si era fatto il nome di Salvo Zangari, con esperienze sia al Monza che alla Pro Sesto, ma anche qui alla richiesta di informazioni non avevano fatto seguito passi ulteriori. Alla fine della scorsa settimana era tornata in auge pure la voce dei Colombo della Cogefin che, tra l’altro, proprio dalle colonne del Cittadino avevano smentito l’interessamento al Monza. Poi non se ne è fatto niente.

Anche dopo l’ennesima asta deserta le voci si susseguono e riguardano altri imprenditori locali che potrebbero comprarsi il Monza sgravato degli 820mila euro di debito sportivo per gli stipendi non pagati. E forse anche qualcuno di quelli che si sono ritirati si ripresenterà.

Intanto, dal punto di vista sportivo non sarà più Lega Pro, il Calcio Monza ripartirà dai Dilettanti ed è ancora da chiarire in ogni caso se da Serie D o addirittura dall’Eccellenza.

Dopo che anche la quinta asta è andata deserta, i curatori fallimentari Nicosia e Brugnoni, insieme con il giudice Giovanni Battista Nardecchia, hanno deciso per un’asta supplementare, in calendario lunedì 29 giugno alle 15.30, ma solo per la vendita del marchio e del patrimonio mobiliare: trofei, materiale sportivo e tutto ciò non appartenga al comune. Base di partenza 150mila euro, con rilanci di 10mila. Chi dovesse aggiudicarsela avrebbe una corsia preferenziale nei colloqui col primo cittadino Roberto Scanagatti (che, da vicesindaco, aveva trattato con Benigni all’epoca del primo fallimento) per vedersi accordato il merito sportivo dalla città, per poi presentarsi in Figc e richiedere l’iscrizione in sopranumero alla Serie D (pagando una bella quota in euro sonanti oppure fondendosi con qualche società titolata per la categoria) o alle serie minori.

Ma non è detto gli venga affidato, visto che il Comune sembra spingere perché sia una cordata locale a far ripartire il calcio in città. Quanto sarebbe bello se fossero i tifosi ad aggiudicarsi il marchio ed i trofei da esporre nella sede di club. Sicuramente molto più degni dei tanti avvoltoi che nei prossimi giorni svolazzeranno sullo stesso cadavere che hanno osservato spirare.