F1, #ilCittadinoGp. I piloti e il Gp della disponibilità con i tifosi: Ricciardo e Leclerc sono in pole position

I cacciatori di autografi e selfie nel rapporto con i protagonisti del mondiale, ma anche con gli ex del circus: c’è chi non si sottrae all’abbraccio, come Domenicali, chi invece resta volutamente a distanza, come Prost
Charles Leclerc, al centro dopo la pole del sabato, stacca Hamilton e Bottas anche nel Gp della disponibilità nei confronti dei tifosi
Charles Leclerc, al centro dopo la pole del sabato, stacca Hamilton e Bottas anche nel Gp della disponibilità nei confronti dei tifosi Fabrizio Radaelli

È un po’ come quando un calciatore segna alla sua ex squadra e non esulta. Chi propende per la necessità di professionismo, invocherebbe quell’esultanza che è l’acme della gioia sportiva. Chi pensa invece che la passione sportiva sia sentimento, comprende e accetta quella forma di rispetto nei confronti del tifoso, consapevole che è proprio la passione a muovere lo sport. Da che punto guardi il mondo tutto dipende, musicherebbe qualcuno. Resta il fatto che l’interpretazione di un concetto sta nella libertà di chi lo esprime, come più puntualmente certifica la Costituzione con il suo articolo numero 21. Così proprio come la propensione più o meno grande alla disponibilità nei confronti dei tifosi. Ma nella Formula 1 che patisce come limite la gabbia dorata percepita attorno ai suoi piloti, c’è chi cerca di limare le sbarre e avvicinarsi alla gente, chi invece galleggia nell’eterea dimensione di una propria intoccabilità. Il lungo weekend di Monza ha dimostrato una volta di più come la simpatia di certi piloti riesca a coinvolgere chi, pagando decine di euro e sobbarcandosi lunghe scarpinate tra la pioggia e il sole, si accosta a loro per una foto o un semplice autografo. La classifica dei più accondiscendenti, come dimostrano anche gli scorsi anni, vede al vertice l’incontrastato dominio di Daniel Ricciardo. Nel suo ingresso a Monza, oggi come ieri, per il pilota Renault minuti spesi per selfie, pacche sulle spalle e incitamenti. Dati e ricevuti. Anche il monzesissimo Stefano Domenicali, ex team principal Ferrari, non si acciglia quando uno dopo l’altro fan e cacciatori di celebrità gli si accostano per raccontare domani che “io l’ho visto da vicino”. Lunga la schiera di chi si concede senza fastidio e, anzi, con affabile disponibilità. Dagli ex Liuzzi, Alesi, Gene, Rosberg e Webber, fino a Ocon, Albon, Kubica, Verstappen e Giovinazzi. Con menzione a parte per Leclerc – che, complice forse anche la recente impennata di popolarità anche tra i più – non si nega e non nega disponibilità e gentilezza ai tanti che lo fermano ogni metro e mezzo. C’è poi il limbo degli indifferenti, quelli che “se proprio devo”. Niente scortesie, ma nemmeno entusiasmo. Il sorriso manca fuori dal casco a chi come Bottas, Sainz e Hulkenberg arriva in autodromo affrettando il passo, ma concedendo qualche rallentamento quando qualcuno chiede di loro. Strategia condivisa con grandi ex che gravitano comunque attorno al paddock, come Coulthard, Wurz, Berger e in generale i piloti di un tempo ora destinati a qualche ruolo televisivo. C’è poi chi proprio non ce la fa, a essere il compagnone di una domenica a bordo pista. Chiedere di Raikkonen a chi negli anni si è appollaiato all’alba a una transenna per una foto, ai tempi della Ferrari, ma anche allo stesso Sebastian Vettel o a Lewis Hamilton. Senza nulla togliere a chi dal volante c’è sceso da tempo, ma non ha ancora affrontato le chicane dell’empatia con i tifosi, come il quattro volte campione del mondo Alain Prost, che nei suoi 165 centimetri guarda dall’alto verso il basso chi lo affianca per un’immagine da immortalare, non richiesta e quindi non gradita.