Gp d’Italia, la pandemia più della giustizia: a Monza niente più biglietti contraffatti

Qr Code, tamponi, green pass: la Formula 1 ai tempi del Covid ha eliminato gli assembramenti alle vie di accesso al circuito. Quelle di chi si proponeva con il “compro biglietti”.
Gp d’Italia, la pandemia più della giustizia: a Monza niente più biglietti contraffatti

Dove non poté la giustizia, ci arrivò il Covid. Un venerdì anomalo e inedito, perché nemmeno la scorsa e blindata edizione può essere un termine di paragone. Che sia il Gp che ritrova Monza o Monza che riscopra la Formula 1, in fondo poco conta. Perché gli assenti, oltre al 50% di spettatori che potenzialmente avrebbero potuto varcare gli accessi al circuito, sono innanzitutto i bagarini. Di coloro che puntellavano da tempo immemore gli accessi al parco, con tanto di cartonati con il “compro biglietti”, erede di un meno prudente “vendo biglietti” che risale alla notte dei tempi, quest’anno neanche l’ombra. E diversamente non potrebbe essere, visto i rigorosi protocolli di accesso all’impianto a cui devono sottostare tutti gli addetti ai lavori, tra Q-R Code da scansionare, green pass e supplementari tamponi, in qualche caso. E c’è anche chi scherza, negli uffici dell’autodromo, commentando la difficoltà di riempire un impianto zavorrato dalla tardive tempistiche che hanno concesso l’apertura delle vendite: “Scherzandoci su, potremmo rivendere noi i biglietti ai bagarini, quest’anno”.