Gp d’Italia, Sias e i problemi al botteghino: «Chi ne risponde? No alla caccia alle streghe»

Le tardive indicazioni sulle aperture al pubblico sono al centro dei problemi, secondo il presidente Giuseppe Redaelli «Attribuire le colpe solo alla crisi generale sarebbe una lettura non corretta». E salgono le stime per la domenica
Giuseppe Redaelli, presidente della Sias
Giuseppe Redaelli, presidente della Sias

«Attribuire le colpe alla contingente crisi generale, sarebbe una lettura non corretta». Giuseppe Redaelli, presidente della Sias, rinnega una lettura superficiale dei problemi del botteghino di questo Gp. Il problema, semmai, è quello che già il sindaco di Monza, Dario Allevi, aveva denunciato a inizio settimana: le tardive comunicazioni e direttive sulla capienza, che hanno condizionato l’operatività della macchina organizzativa.«Sin dal venerdì abbiamo notato passione e interesse, con una buona affluenza di pubblico», continua Redaelli, confortato anche dalle 10mila presenze contate nel giorno delle qualifiche. «Il diagramma dimostra l’interesse degli appassionati, anche se i target che speravamo di raggiungere sono molto lontani». Anche quelli delle previsioni di 18mila spettatori alla domenica? «Il riferimento in quel caso potrebbe essere superiore e arrivare ai 19 o anche ai 21-22mila. Ma resta il fatto che bisogna fare una lettura critica di quel che è accaduto». Una denuncia non di poco conto, che si porta appresso anche un’altra conseguenza: qualcuno ne sarà chiamato a rispondere? «Non serve fare la caccia alle streghe, ma tutto questo deve servire da lezione. In ogni caso, se qualcuno dovesse rispondere di questa gestione, penso che avrebbe comunque buone armi in sua difesa…». Come la necessaria tutela della salute pubblica.