Gp d’Italia, il gioco dell’indovina chi: così qualcuno rispolvera anche Button

Ha gli occhiali, il cappello com’è? Dietro la mascherina tanti virtualmente sconosciuti, con buona pace di chi con la passerella della Formula 1 a Monza cercava un po’ di visibilità.
Emerson Fittipaldi con il nipote, all’ingresso del paddock
Emerson Fittipaldi con il nipote, all’ingresso del paddock

In un rapporto percentuale estremamente alto rispetto agli spettatori, dalla Sias hanno garantito un migliaio di addetti agli accessi all’autodromo. Va da sé che non tutti debbano necessariamente conoscere la seconda guida della Haas o l’autore della pole in Azerbaijan. Così, nel gioco del chi riconosce prima chi arriva, il testuale siparietto «Sta arrivando Button?», «Ma guarda che è finito da un po’» rientra nell’ordine delle cose. Anche perché, a discolpa di chi questa Formula 1 l’ha un po’ smarrita per strada, mascherine e diffidenza ai contatti ravvicinati hanno complicato il tutto. Passi per gli uomini del circus, dei tempi passati e presenti, che sfilano come ci si attende tra un motorhome e l’altro: Jackie Stweart, Emerson Fittipaldi, Alain Prost, Gerard Berger e uno stempiato Felipe Massa. Ma valli a riconoscere, con il cappellino abbassato, la maschera che copre il volto e magari anche un paio di occhiali da sole grandi così. Il gioco dell’indovina chi di certo non aiuta nemmeno coloro che, soprattutto qualche anno fa, beneficiavano della passerella monzese per ricordare di esserci: personaggi tv e dello spettacolo, magari neanche necessariamente avvezzi a parlare di banking o Drs, ma contenti di esserci nel momento in cui tutti guardano in quella direzione.