Gp d’Italia a Monza: Regione Lombardia vuole il 25% di Sias, serve l’ok di Aci Milano

Regione Lombardia si muove per sbloccare il rinnovo con Ecclestone per tenere il Gp d’Italia a Monza anche oltre il 2016: l’obiettivo è il 25% di SIAS. I soldi ci sono, serve l’ok di Acm. Con Imola sempre pronta al “sorpasso”.
Monza Gran premio Italia 2015 Roberto Maroni con i dirigenti Sias dopo l incontro con Bernie Ecclestone
Monza Gran premio Italia 2015 Roberto Maroni con i dirigenti Sias dopo l incontro con Bernie Ecclestone Fabrizio Radaelli

Divide et impera. Bernie Ecclestone deve avere studiato a fondo la sociologia romana, se è vero che Imola, tra le mani, ha già la copia del contratto che Monza tarda a firmare.

Martedì 7 giugno in Regione Lombardia si è tenuto il secondo incontro con Automobile club Milano e Sias, chiamati ad aggiornare il vertice di sette giorni prima. Il motivo è sempre quello: trovare le modalità più adatte per garantire al Pirellone di entrare nella società che governa l’autodromo, così da sbloccare i milioni necessari per far parcheggiare le Formula 1 a Monza oltre il 2016.

La scorsa settimana il presidente Sias, Pierlorenzo Zanchi, s’era detto più che fiducioso su un’imminente soluzione tecnica per chiudere la pratica. Per decretare l’ingresso di Regione in Sias si sarebbe dovuto trovare la modalità formale più adatta, da risolversi giuridicamente secondo canoni al momento non previsti dalla convenzione. Un passaggio non scontato, tra l’altro da concretizzare in tempi molto stringenti. «Entro il 15 o il 18 giugno», aveva detto lo stesso Zanchi. Memore della pubblicazione della bozza di calendari sportivi Fia del 2016, prevista per il 23. Due giorni dopo l’assemblea dei soci Acm.

Per raggiungere i 22 milioni di contratto annuo, per ciascuno dei 4 prenotati dalle intenzioni, agli oltre 12,5 garantiti da Aci, si dovrebbero insomma aggiungere i 5 di Regione Lombardia, con Acm e Sias chiamate a coprire il gap rimasto. Un puzzle difficile da comporre, che ormai da tempo ha stuzzicato la creatività imolese per riportare in Emilia la Formula 1. Anche a costo di scontrarsi con lo stesso Angelo Sticchi Damiani, non poco infastidito proprio dall’intraprendenza del circuito Enzo e Dino Ferrari.

«Stiamo lavorando, sono ottimista», ha sgombrato il campo il vicepresidente regionale, Fabrizio Sala. Che sia per tempistiche che per modalità vede la strada in discesa. Né la questione tecnico legale né quella della finestra entro cui chiudere la pratica sembrano poter spaventare la Regione.

Dalla prossima settimana, se non addirittura già entro il weekend, potrebbe arrivare l’annuncio dell’intesa, per la quale mancano solo i dettagli. Al di là della volontà politica, già ampiamente espressa nelle ultime settimane, è proprio il passaggio tecnico l’ultimo scoglio da aggirare. Perché la Regione, a conti fatti, si accollerebbe un quarto del contratto con Ecclestone, finanziando in maniera diretta 5 milioni di contributo. Ai quali si aggiungerebbero altri 2,5 milioni da destinare a Sias.

Al di là di compiere il passo nella necessaria trasparenza legale, Regione Lombardia inevitabilmente chiederà di contare proporzionalmente all’esborso economico, quindi per il 25% del totale. Un investimento massiccio sia in termini economici che strategici, che sottolinea una volta di più che portata abbia il capitolo Monza per i vertici regionali. Un impegno che però porta il peso specifico della Regione stessa ben oltre quel 5% di cui si è vociferato nelle scorse settimane. L’ingresso della Lombardia nella gestione di Sias sarebbe consequenziale e quindi dimensionato proprio in relazione all’esposizione economica.

Il tutto per avere un ritorno sia in termini di visibilità che di potere decisionale, indirizzato però più verso il Gp che verso la gestione dell’autodromo stesso.

La palla, insomma, è ancora di più tra le mani di Automobil club e Acm. Che devono garantire, al di là della già espressa convergenza politica, anche la fattibilità pratica delle condizioni necessarie. Blindare giuridicamente l’intesa e farla approvare dal cda di Milano resta l’urgenza. Con la clessidra che continua inesorabilmente a svuotarsi.