Ginnastica: Matteo Morandi riparte dalla sua Casati (e per la Nazionale si vedrà)

Il campione di ginnastica Matteo Morandi riparte dalla sua Casati Arcore e entro fine anno prenderà una decisione sul futuro. Intanto si racconta: tra olimpiadi vecchie e nuove, impegni, ricordi.
Matteo Morandi al World cup challenge 2015: argento agli anelli (foto federginnastica.it)
Matteo Morandi al World cup challenge 2015: argento agli anelli (foto federginnastica.it)

La nuova avventura sta per cominciare, quella di una vita per il momento è in stand-by. Ma Matteo Morandi senza ginnastica non sa stare. E se le olimpiadi di Rio 2016 le ha seguite in televisione non essendo riuscito a strappare una qualificazione che sarebbe stata scontata se non si fosse messo in mezzo un infortunio, ora è pronto per tornare in palestra con la Casati Arcore. La palestra della società con cui è cresciuto fino a diventare uno dei protagonisti internazionali della storia degli anelli.

«Fino a dicembre, in accordo con l’Aeronautica, seguirò gli allenamenti e darò il mio contributo in Casati – ha raccontato l’atleta, classe ’81– Me lo hanno chiesto e sono stato felice di accettare, tra l’altro è la società con cui tutto è cominciato: allenarmi e seguire i ragazzi più giovani per me è solo un piacere».

Però non si può non fare un passo indietro. E non tornare alla finale olimpica degli anelli che per la prima volta da almeno vent’anni non ha avuto un atleta italiano in finale.

«Ho seguito tutte le olimpiadi, non solo la ginnastica. E ho provato una grande nostalgia – continua Morandi – Nostalgia per tutto, a partire dalla cerimonia di apertura: ne ho vissute tre – Atene 2004, Pechino 2008 e Londra 2012 chiusa con uno splendido bronzo – e un po’ è dispiaciuto non esserci. Le olimpiadi sono davvero il momento più bello della carriera di un atleta. Ma l’anno scorso è andata così».

Una squadra che per la prima volta non si è mostrata così competitiva come in passato e una qualificazione individuale da rincorrere al test event di Rio de Janeiro in tre mesi e dopo un infortunio e un’operazione al ginocchio. Un peccato in una carriera azzurra iniziata nel 1995 con le giovanili e col debutto nella nazionale maggiore nel ’99.

«Ci ho provato ma non è bastato, mi sono rimesso in gioco in tre mesi, ma come si è visto nella finale olimpica tanti degli avversari hanno potuto contare anche sulla giovane età».

Una finale in cui comunque, secondo il commento tecnico degli ex nazionali e medagliati olimpici Igor Cassina e Yuri Chechi, il vimercatese avrebbe potuto fare la sua bella figura. Auspicando per questo una presenza nelle gare internazionali del 2017.

Per la cronaca alla fine l’oro olimpico è andato al greco Eleftherios Petrounias (che nelle parti di forza eseguite con precisione ricorda molto Morandi), davanti al brasiliano Arthur Zanetti e al russo Denis Abliazin.

«Con Igor sono amico da una vita e ha sempre delle belle parole. Magari la finale ci sarebbe potuta stare, sinceramente credo di sì. Ma col senno di poi…». E l’auspicio per Europei e Mondiali di specialità del 2017? «A questo risponderò a fine anno». L’appuntamento adesso è dal 12 settembre al PalaUnimec di Arcore.