Europei di ginnastica artistica Matteo Morandi azzanna il bronzo

Era entrato in finale per il rotto della cuffia, penalizzato da un errore in uscita. Troppo poco per demoralizzare Matteo Morandi che, agli Europei di Mosca, ha vinto un nuovo bronzo importante agli anelli. Ferlito quarta alla trave, Meneghini settima.
Matteo Morandi
Matteo Morandi

Era entrato in finale per il rotto della cuffia, penalizzato da un errore in uscita. Troppo poco per demoralizzare Matteo Morandi che, a Mosca, è salito di nuovo su un podio importante agli anelli. Il sergente aviere di Vimercate ha vinto il bronzo ai Campionati europei, terzo a parimerito col francese Danny Pinheiro Rodrigues (15.433) e ancora con un passettino in uscita. Davanti l’ex aequo, questa volta d’oro, tra l’ucraino Igor Radivilov e l’altro francese Samir Ait Said, appaiati a quota 15.466. Quattro ginnasti in 33 millesimi di punto. Ma Morandi, ottavo nelle qualificazioni, ha fatto capire perché i compagni lo chiamano “Dog”, il cagnaccio: perché non molla mai l’osso e azzanna le medaglie. A livello

europeo negli ultimi quattro anni ha collezionato due quarti posti (Milano 2009 e Berlino 2011), un argento a Montpellier 2012 e un oro a Birmingham 2010. E poi c’è stato lo splendido bronzo olimpico a Londra 2012.

«Ho collezionato tutti i colori possibili – ha scherzato con Federginnastica.it in mixed zone accanto al suo allenatore, Paolo Siviero – e non dimentichiamoci l’altro bronzo conquistato a Lubiana nel 2004. Peccato per quel passettino alla fine. Ci sono abbonato ormai. Potrei aver perso un decimo, forse decisivo, ma a me questi discorsi non piacciono. In astratto siamo tutti campioni del mondo. Poi, invece, bisogna fare l’esercizio ed ecco che ti ritrovi dentro ad una gara tiratissima, dove bastava un niente per finire fuori. La concorrenza è sempre più spietata. Un tempo gli specialisti degli anelli si contavano sulle dita di una mano, ora sono almeno il triplo, tutti forti, tutti in grado di lasciarti fuori da una finale a otto».

Buone sensazioni comunque in gara: «Oggi mi sentivo bene, meglio delle qualificazioni, più leggero. Questi due giorni di break mi sono serviti per prendere confidenza con l’attrezzo. L’avevo detto subito che non mi trovavo a mio agio con questi anelli. Hanno una strana oscillazione. Dopo i Giochi Olimpici non è stato facile ritrovare le motivazioni per andare avanti. Di certo mi ha aiutato la scelta di cambiare ambiente e di tornare dall’allenatore che mi ha cresciuto, (Siviero, ndr.). Ora mi alleno con lui nella palestra della Sampietrina, a Seveso. Rispetto a Londra ho aggiunto una parte di slancio e tolto una di forza, solo perché era il nuovo Codice dei Punteggi a chiedercelo. Ma in questi giorni non abbiamo quasi mai parlato della gara. Il lavoro fatto in precedenza bastava ed avanzava. Avevo bisogno soltanto trovare la concentrazione e lo abbiamo fatto distraendoci. Una dedica? Alla famiglia, come sempre, a mia moglie Ilenia e a mia figlia Gaia».

Europei femminili – Appena fuori dal podio Carlotta Ferlito della Gal Lissone, quarta nella finale alla trave. Nella stessa finale l’altra azzurra lissonese Elisa Meneghini ha chiuso settima, a causa di una caduta. Per Ferlito anche un buon quinto posto al corpo libero, ottenuto con carattere dopo la medaglia sfumata nell’altra finale.

«E’ necessario che Carlotta si convinca che per competere a certi livelli occorre inserire qualche difficoltà in più. Non bastano i collegamenti – ha commentato il direttore tecnico Enrico Casella – bisogna stupire le giurie e il pubblico con elementi spettacolari, come fanno le rumene. Noi vogliamo vincere e le ginnaste per prime non devono accontentarsi, trovando dentro di loro la volontà di spingersi oltre».