Crisi nera all’autodromo di Monza: «Perdiamo migliaia di euro al giorno, la F1 qui ha un costo sempre più alto»

Il presidente di Aci Sticchi Damiani duro sul futuro dell’autodromo di Monza, a meno di un anno dal centenario, sul presente e sul futuro dell’impianto: «Qui perdiamo migliaia di euro al giorno e la F1 ha costi sempre più alti»
Angelo Sticchi Damiani
Angelo Sticchi Damiani Fabrizio Radaelli

Sarebbe dovuta essere la conferenza stampa di presentazione dell’imminente prova conclusiva del Campionato del mondo Rally a Monza ma, alla prova dei fatti, l’incontro con i giornalisti di mercoledì in autodromo si è risolto in un one man show da parte di Angelo Sticchi Damiani.

Il presidente dell’Automobile club d’Italia non si è nascosto e, fornendo la sua versione dei fatti recenti e delle prospettive future, ha fatto capire che la situazione dell’autodromo è grave e che da solo l’ente romano non può cantare e portare la croce. «L’autodromo lo gestiamo noi perdendo ogni giorno migliaia di euro, il Gran premio di Formula 1 qui è un costo sempre più alto, le strutture devono essere rifatte di sana pianta, le manifestazioni sportive in generale non producono reddito adeguato».

Tradotto dal pensiero dell’ingegnere pugliese vuol dire che Monza è in caduta libera. In prima battuta, economica. In seconda istanza, anche per quello che riguarda in concreto il territorio, se si eccettua il sostegno concreto della Regione Lombardia con i suoi 5 milioni che «prima Roberto Maroni e ora l’amico Attilio Fontana non ci hanno mai fatto mancare sul piatto che ogni settembre offriamo, a Ecclestone in passato e a Liberty Media ora».

Sticchi si aspetta un concreto sforzo da parte delle autorità locali, con il Consorzio del Parco nel ruolo del capotavola della discussione. A seguire anche la Regione e tutte le forze locali devono per forza avere nel cuore il loro impianto più famoso e quindi aiutare Ac Italia e non mettergli il bastone fra le ruote.

In questo senso il Cittadino sa che sono già iniziati in gran segreto degli incontri per cercare la via d’uscita migliore che, è giusto sottolineare, fa comodo trovare a tutte le parti interessate, così come è altrettanto chiaro pensare ad uno scenario in cui l’impianto non dovesse “passare la nottata”. In quel caso Sticchi spegnerebbe le luci degli uffici e lascerebbe nelle mani del territorio i vari stabili di Sias e le storiche curve monzesi. Scenario difficile ma, parole sue, «qualcuno potrebbe venire a chiedere conto del mio operato». Anche in questo caso leggendo il verbo di Sticchi vuol dire che lui è un presidente regolarmente eletto, non un dittatore che fa quello che vuole.

Nel breve ci sono due priorità per Monza, a ben guardare una legata all’altra. Il centenario e i lavori d’ammodernamento. Sul primo punto, quasi come fosse una provocazione, il numero uno romano ha fatto capire che tutto potrebbe scivolare in là di un anno, da settembre 2022 a settembre 2023. Di certo c’è che i festeggiamenti non sono in cima all’agenda dei vertici di Sias.

L’altro aspetto, più importante in ottica futura, sono gli interventi di cui l’impianto necessita. Sottopassi, tribune, asfaltatura completa, servizi, e chi più ne ha più ne metta. «Cento milioni sono una cifra corretta, non un’esagerazione faraonica» dice alzando la voce il presidente dell’Aci. «Ma i soldi non possono essere i nostri, per cui stiamo aspettando con trepidazione, e fiducia, che entro pochi giorni il governo ci dica come e quanti, attraverso la prossima finanziaria, ne potremo disporre». Anche perché il tempo sta scadendo e le opere o partono a gennaio o altrimenti, almeno per quanto riguarda la pista, non iniziano nemmeno.