Coronavirus, l’ad del Monza Galliani: «Stagione da completare in sicurezza per evitare il collasso del sistema»

L’amministratore delegato del Monza Adriano Galliani analizza il momento del calcio italiano nei giorni dell’emergenza sanitaria e parla della decisione presa dalla società biancorossa sugli stipendi. «La stagione va portata a termine, in sicurezza», dice.
Monza Adriano Galliani
Monza Adriano Galliani Fabrizio Radaelli

La stagione di calcio va portata a termine, ovviamente in sicurezza, altrimenti tutto il sistema calcio rischia di collassare. Lo dice senza grande ottimismo Adriano Galliani, amministratore delegato del Monza, che in una trasmissione radiofonica ha previsto scenari foschi per il calcio italiano alle prese con l’emergenza coronavirus e le sue ripercussioni economiche. A partire dalla base.

«In serie D non ci sono ricavi, in serie C quasi – sottolinea il dirigente biancorosso – La serie C perde 120 milioni l’anno che sono messi da 60 imprenditori con una media di due milioni ciascuno. Temo che la crisi economica che colpirà in maniera forte il nostro Paese impedirà a questi 60 signori di mettere i soldi anche l’anno prossimo. Ma serie C e serie D svolgono un compito sociale, tolgono i ragazzi dalle strade e bisogna trovare qualche sistema per far sì che questo compito venga riconosciuto. Per serie A e B bisognerà invece capire quale sarà il comportamento del pubblico, degli sponsor e delle tv».

Detto che i tempi della ripresa li dà il virus, più che capire quando si ricomincerà o quando si finirà, «bisogna valutare quale soluzione farà meno danni al calcio».

«Se interrompiamo la stagione ci sarà una grande riduzione dei ricavi per cui secondo me la soluzione va trovata facendosi affiancare da un grande advisor che valuti caso per caso, se sia più conveniente concludere al 30 giugno, al 30 luglio o al 30 agosto e così via, perché ciascuna soluzione comporta ricavi molto diversi fra loro», sottolinea Galliani.

Ma se completare la stagione a questo punto è quasi una questione di sopravvivenza, dall’altro lato bisogna farlo «in sicurezza, senza fare male a nessuno o aumentare i contagi». Sul fronte della riduzione degli ingaggi, il Monza è stato la prima società in serie C ad agire, dimezzando gli stipendi di marzo.
«Abbiamo anticipato i tempi perché quello che propone la serie A è quello che ho fatto io: tagliarsi l’ingaggio del 10% significa non pagare una mensilità e se ad aprile non giocheremo, non pagheremo il 50% della mensilità anche di aprile».