Calcio Monza e l’incubo fallimento, la cronistoria di un disastro

Sofferenze e illusioni, storia tradita e incertezze. Il Monza martedì 24 arriva in Tribunale, dove è stata fissata l’udienza pre-fallimentare. Ecco come negli anni il declino del biancorosso è stato inarrestabile. E forse irreversivo.
Calcio Monza e l’incubo fallimento, la cronistoria di un disastro

Dopo quasi cent’anni di storia, il Calcio Monza fallì il 18 marzo del 2004. La conduzione Cesare D’Evant- Primo Atzeni diede vita ad un tragico epilogo, con Monzello sequestrato, Brianteo senz’acqua e gas e le gare casalinghe da disputarsi a Sesto San Giovanni.


2004 – L’arrivo di Begnini

La società va all’asta ripulita dei debiti e viene acquistata, il 3 giugno, in terza convocazione, in tempo per l’annata sportiva futura, da Gian Battista Begnini, imprenditore di origini bergamasche, che ne cambia il nome (si passa ad Ac Monza Brianza 1912 anche in vista dell’apertura della nuova provincia brianzola) ed apre una stagione di successi a metà, con due finali playoff in Serie C1, entrambe perse, con Genoa e Pisa. Decide di mettere in vendita per la contestazione e per il clima che si è creato attorno alla società.


2010 – Clarence Seedorf

Si fa avanti Clarence Seedorf, a capo di una holding, la PaSport. Con lui Stefano Salaroli, ma il binomio non dura molto, ed altri nomi di Serie A, come Beppe Bergomi e Marco Ferrante. A fine anno cambia ancora il Cda, Luca Magnoni è presidente ma è sempre il calciatore del Milan a tirare le fila, infilando amici e parenti in rosa e portando la squadra alla retrocessione nell’anno del centenario, che poi sarebbe l’ottavo anno di vita.

Via anche Magnoni, sostituito da Nicola Rigamonti, ma a fine anno il Cda salta nuovamente e arriva un amministratore unico, Maurizio Prada, che da molti viene visto come possibile curatore fallimentare.




2013 – Anthony Armstrong Emery


Da Gibilterra, via Brasile, con furore, arriva l’imprenditore, patron della EcoHouse, carico di buone intenzioni e di “Unopuntoquattro” miliardi di euro, come riferisce in conferenza stampa. In maggio, Anthony Armstrong Emery fonda la Lucky Seven (in onore dei sette gol rifilati al Fano pochi giorni prima) e dà il via a quella che sembra una conduzione sfarzosa, anticamera di un nuovo superstadio, della Serie A, dell’Europa, del modello stile Chelsea, degna di tutte le promesse che ha raccontato ai suoi investitori.

Passano pochi mesi e si scopre che l’EcoHouse potrebbe essere solo un mezzo per recuperare soldi e che il Monza potrebbe essere stato solo la vetrina i cui mettere in mostra tanta (finta) magnificenza. Nella stagione in corso, Armstrong porta a Monza Mauro Ulizio e prova ad ingaggiare prima Zeman e poi Casiraghi (curiosamente finiti in un modo o nell’altro a Cagliari), poi finalmente riesce a farsi dire sì da qualcuno. Si tratta di Fulvio Pea. In estate si costruisce uno squadrone per vincere il campionato con dieci punti di vantaggio, lo si presenta all’Arengario in diretta televisiva a spese di Sportitalia e poi non gli si paga nemmeno uno stipendio. È crisi.


2014 – Dennis Bingham

Armstrong scappa a Dubai. Letteralmente sparisce per mesi, salvo tornare in Italia per salvare le apparenze, ma solo quelle, e tornare nella sua torre, unico posto in cui si senta sicuro. In Brasile vogliono farlo fuori, in Inghilterra lo aspettano, a Singapore è indagato dall’autorità finanziaria e anche in Italia non è, diciamo così, graditissimo. A dicembre, arrivano in suo soccorso Dennis Bingham (amministratore di una società di trasporti in Oman), Morris Pagniello (dell’Accademia Giss per giovani talenti) e Abel Balbo (ex giocatore di Serie A), spalleggiati da Ulizio. Bingham rileva la società ad un euro, probabilmente in pegno per un credito che avanzava (lui o Pagniello) da Amrstrong. Si annunciano progetti, saldo dei debiti e pagamento degli stipendi.


2015 – Paolo Di Stanislao

No, niente da fare. Passa un mese, la presidenza più breve (e più buia) della storia del Monza, e Bingham vende, per 30mila euro ed una Smart, a Piero Montaquila che acquista per conto di Paolo Di Stanislao. Il bilancio del primo mese conta una bugia, quattro promesse mancate e due rispettate. «Non siamo gli stessi che hanno provato a comprare il Bologna»: bugia. «Faremo una conferenza stampa per presentarci»: mancata.

«Cercheremo di trattenere i calciatori che hanno messo in mora la società»: mancata. «Ricapitalizzeremo al più presto»: mancata. «Pagheremo gli stipendi»: mancata. «Saremo operativi sul mercato»: rispettata (anche se con risultati non proprio ottimali). «Finanzieremo la gestione quotidiana»: rispettata.


24 febbraio 2015 – L’udienza prefallimentare

Martedì prossimo tutti in tribunale: c’è da discutere l’udienza pre fallimentare dettata dalle istanze di dipendenti, fornitori e della Procura e forse ci sarà da pensare anche ad un altro nome. Fbc Monza, Ac Monza, Ac Monza Brianza 1912 sono già stati usati.