Calcio, Monti di Russia: non è un Mondiale per grandi squadre

Non è un Mondiale per grandi squadre. Dopo quattro giornate, undici partite giocate e tutte le favorite in campo, molti dei pronostici più semplici sono andati in frantumi. Il commento di Fabio Monti su Russia 2018.
Calcio pallone Adidad Fifa World Cup 2018
Calcio pallone Adidad Fifa World Cup 2018

Non è un Mondiale per grandi squadre. Dopo quattro giornate, undici partite giocate e tutte le favorite in campo, molti dei pronostici più semplici sono andati in frantumi. L’unica a salvarsi, nel risultato (tre punti), ma non nel gioco, è stata la Francia: 2-1 all’Australia, nonostante abbia messo in vetrina un calcio stentato, di modestissimi contenuti tecnici e con una condizione atletica approssimativa. Per fare peggio degli uomini di Deschamps, che ha una rosa ricchissima, ma pochissime idee in testa, si sono impegnati in tanti, ma è stata l’Argentina ad aver centrato l’obiettivo.

Squadra inguardabile, contro i prodi islandesi, che avranno anche parcheggiato il bus davanti alla loro porta, ma che hanno messo a nudo tutti i limiti dell’Albiceleste. Stupendo il gol di Agüero, pessima la partita di Messi, e non solo per il rigore sbagliato (è capitato anche a Maradona), perché ha confermato di non essere un trascinatore, ma di essere un campione straordinario quando tutto il meccanismo intorno a lui funziona, come accade del Barcellona. E metodi marziali di Sampaoli non fanno per lui, che ha bisogno di essere coccolato e compreso.

La Germania ha messo in vetrina I difetti che sommergono le squadre campioni, perché anche la nazionale più affamata, a gioco lungo, si compiace di quanto ha fatto e vinto: smette di studiare nuove soluzioni, si applica con minor rigore negli allenamenti e in partita, si guarda troppo allo specchio, per compiacersi di sé medesima. Se poi va a sbattere contro quella che fin qui è sembrata la miglior squadra vista finora, il Messico, allora non c’è da stupirsi se arriva la sconfitta. Del resto la Tricolor, quattro anni fa, aveva già bloccato sullo 0-0 il Brasile ed era uscita negli ottavi, contro l’Olanda, senza meritarlo. Qui è apparsa ancora più forte, più organizzata, con una coscienza tattica e un rigore nei movimenti da applausi. Le 22 tonnellate di viveri, che la Federcalcio tedesca ha voluto portare dalla Germania, con l’idea di fermarsi a Mosca fino al 15 luglio, il giorno della finale, potrebbero rivelarsi eccessivi. È vero che perdere la prima partita può portare fortuna (Spagna 2010, 0-1 con la Svizzera), ma la strada è in salita.

Lo è anche per il Brasile, che ha giocato bene per venti minuti contro la Svizzera e, dopo il gol di Coutinho, bellissimo, si è fermato, salvo risvegliarsi, ma senza grande vigore, negli ultimi dieci minuti. Petkovic, che è un grande tattico, ha ringraziato e gli svizzeri hanno portato a casa un punto pesante. La miglior squadra, fin qui, insieme al Messico è apparsa la Spagna, che però è stata fermata sul 3-3 dall’unico extraterrestre visto fin qui: Cristiano Ronaldo, un super-professionista, che raccoglie i frutti del suo quotidiano allenamento maniacale.

La Spagna, impostata da Lopetegui, cacciato perché non si tratta la federazione come una succursale del Real, ha messo in mostra movimenti e soluzioni di gioco da squadra di club di altissimo livello, ma non è bastato contro Cr7 e contro Fernando Santos, c.t. imbattibile nel contro-gioco. Se Hierro non stravolge tutto, la Spagna può davvero arrivare fino in fondo.

Il gioco più fluido lo ha fatto vedere il Perù, ma sbagliare un rigore e sette palle gol (contro i danesi) può soltanto portare alla sconfitta. Attenzione a Croazia e Serbia, forti, organizzate, solidissime. Sospeso il giudizio sul 5-0 della Russia: troppo debole l’Arabia Saudita. Si gioca tutti i giorni fino al 28 giugno.