Non è un Mondiale per grandi squadre. Dopo quattro giornate, undici partite giocate e tutte le favorite in campo, molti dei pronostici più semplici sono andati in frantumi. L’unica a salvarsi, nel risultato (tre punti), ma non nel gioco, è stata la Francia: 2-1 all’Australia, nonostante abbia messo in vetrina un calcio stentato, di modestissimi contenuti tecnici e con una condizione atletica approssimativa. Per fare peggio degli uomini di Deschamps, che ha una rosa ricchissima, ma pochissime idee in testa, si sono impegnati in tanti, ma è stata l’Argentina ad aver centrato l’obiettivo.
Squadra inguardabile, contro i prodi islandesi, che avranno anche parcheggiato il bus davanti alla loro porta, ma che hanno messo a nudo tutti i limiti dell’Albiceleste. Stupendo il gol di Agüero, pessima la partita di Messi, e non solo per il rigore sbagliato (è capitato anche a Maradona), perché ha confermato di non essere un trascinatore, ma di essere un campione straordinario quando tutto il meccanismo intorno a lui funziona, come accade del Barcellona. E metodi marziali di Sampaoli non fanno per lui, che ha bisogno di essere coccolato e compreso.
La Germania ha messo in vetrina I difetti che sommergono le squadre campioni, perché anche la nazionale più affamata, a gioco lungo, si compiace di quanto ha fatto e vinto: smette di studiare nuove soluzioni, si applica con minor rigore negli allenamenti e in partita, si guarda troppo allo specchio, per compiacersi di sé medesima. Se poi va a sbattere contro quella che fin qui è sembrata la miglior squadra vista finora, il Messico, allora non c’è da stupirsi se arriva la sconfitta. Del resto la Tricolor, quattro anni fa, aveva già bloccato sullo 0-0 il Brasile ed era uscita negli ottavi, contro l’Olanda, senza meritarlo. Qui è apparsa ancora più forte, più organizzata, con una coscienza tattica e un rigore nei movimenti da applausi. Le 22 tonnellate di viveri, che la Federcalcio tedesca ha voluto portare dalla Germania, con l’idea di fermarsi a Mosca fino al 15 luglio, il giorno della finale, potrebbero rivelarsi eccessivi. È vero che perdere la prima partita può portare fortuna (Spagna 2010, 0-1 con la Svizzera), ma la strada è in salita.
Lo è anche per il Brasile, che ha giocato bene per venti minuti contro la Svizzera e, dopo il gol di Coutinho, bellissimo, si è fermato, salvo risvegliarsi, ma senza grande vigore, negli ultimi dieci minuti. Petkovic, che è un grande tattico, ha ringraziato e gli svizzeri hanno portato a casa un punto pesante. La miglior squadra, fin qui, insieme al Messico è apparsa la Spagna, che però è stata fermata sul 3-3 dall’unico extraterrestre visto fin qui: Cristiano Ronaldo, un super-professionista, che raccoglie i frutti del suo quotidiano allenamento maniacale.
La Spagna, impostata da Lopetegui, cacciato perché non si tratta la federazione come una succursale del Real, ha messo in mostra movimenti e soluzioni di gioco da squadra di club di altissimo livello, ma non è bastato contro Cr7 e contro Fernando Santos, c.t. imbattibile nel contro-gioco. Se Hierro non stravolge tutto, la Spagna può davvero arrivare fino in fondo.
Il gioco più fluido lo ha fatto vedere il Perù, ma sbagliare un rigore e sette palle gol (contro i danesi) può soltanto portare alla sconfitta. Attenzione a Croazia e Serbia, forti, organizzate, solidissime. Sospeso il giudizio sul 5-0 della Russia: troppo debole l’Arabia Saudita. Si gioca tutti i giorni fino al 28 giugno.