Atletica, Filippo Tortu ai Mondiali tra una partita a carte e l’incontro con Carl Lewis (che lo incoraggia)

Una finale mondiale tra una partita a carte (per rilassarsi) e l’incontro con Carl Lewis. La normalità di Filippo Tortu dopo il settimo posto al mondo nello sprint e prima della 4x100 che vuole volare alle Olimpiadi di Tokyo. Lewis: «Lavora tenendo sempre a mente la meta che vuoi raggiungere».
Atletica Filippo Tortu pre finale mondiali di Doha - foto Fidal su facebook
Atletica Filippo Tortu pre finale mondiali di Doha – foto Fidal su facebook

Tra una partita a carte e l’incontro con Carl Lewis. Ecco cosa fa Filippo Tortu quando non gareggia ai Mondiali di Doha (o non si allena, ricordando una famosa pubblicità con protagonista un’altra campionessa ma del nuoto). Il 21enne più veloce di Costa Lambro – frazione di Carate Brianza – è passato dalla partita a scopone, che ha rilassato gli animi prima della finale dei 100 metri ed è diventata una scaramanzia, all’incontro con uno dei più grandi atleti di tutti i tempi, il ”Figlio del vento” che ha vinto nove medaglie d’oro e una d’argento alle olimpiadi tra 100 metri, 200, lungo e staffetta (quattro ori a Los Angeles 1984). In mezzo la gara più veloce dell’atletica chiusa in crescendo (e ritrovata eleganza) al settimo posto con il primato stagionale di 10”07 e ancora più importante per aver riportato un italiano tra i protagonisti dello sprint iridato dopo 32 anni (Roma 1987, Pierfrancesco Pavoni).

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Il faccia a faccia con Lewis, dopo un pranzo, è stato in un incontro organizzato dall’Aips, l’associazione internazionale della stampa sportiva.

«Rimani focalizzato sul tuo obiettivo senza aver paura di raggiungerlo – ha detto Lewis a Tortu – e di dire ad alta voce dove vuoi arrivare. Lavora tenendo sempre a mente la meta che vuoi raggiungere e ragiona da professionista, visto che lo sei: fa di te stesso un brand, assieme al tuo manager».

Con Lewis c’era Leroy Burrell, due record del mondo sui 100 metri piani, altro campione del Santa Monica Track Club .

«Corro perché mi rende felice più di ogni altra cosa – ha detto Tortu, che non si ferma all’atletica – Mi piacerebbe lavorare nel mondo della pubblicità, sto studiando economia (all’università Luiss). Sabato sera volevo essere tra i primi otto e portare il record italiano a 9”98: ho ottenuto il 50% del mio obiettivo».

Il 9”99 risale al giugno 2018, in una notte di Madrid. Il nuovo record è un traguardo che si può continuare a considerare nel mirino, visto che nell’estate 2019 il brianzolo delle Fiamme Gialle ha dovuto fare i conti con un infortunio che ha costretto papà Salvino e il team a rivedere i piani verso l’appuntamento mondiale di fine settembre.

«Adesso devo semplicemente stare tranquillo e continuare come ho sempre fatto – ha ripetuto dopo il settimo posto – Non devo né montarmi la testa né pensare di aver raggiunto un obiettivo, ci sono le olimpiadi: a Tokyo sarà tutto più difficile, ma ci arrivo più consapevole».

E Tokyo è l’obiettivo da centrare con la staffetta 4×100 che venerdì 4 ottobre corre per entrare in finale e staccare il passa olimpico.

Se sia diventato grande oppure no, come gli dicono (“Anche se non ho la barba”, dice), non è così importante. Certo gli avversari hanno imparato a conoscerlo – nelle batterie non erano mancati apprezzamenti del -di lì a poco campione – Cristian Coleman. E sono tanti i colleghi sportivi che fanno il tifo per lui, a partire dal collega Gianmarco Tamberi (“Mi ha dato adrenalina”). Nel suo mondo al plurale – non dice io ma noi – in prima fila rimane sempre la famiglia, quella che lui ringrazia dopo ogni risultato (positivo ma anche no) e che gli è accanto come si è visto in mondovisione sabato sera.

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