8 giugno 1919: un secolo fa la prima partita italiana di basket tra Monza e Malpensa

La Federazione italiana di pallacanestro ricostruisce la storia della prima partita ufficiale di pallacanestro, anzi basket ball, in Italia, un secolo fa: l’8 giugno 1919 all’arena di Milano il pareggio tra Monza e Malpensa.
Autieri Monza e Aviatori Malpensa sul campo dell’Arena per la prima partita italiana di basket
Autieri Monza e Aviatori Malpensa sul campo dell’Arena per la prima partita italiana di basket Ufficio stampa Fip

L’8 giugno, ma un secolo fa, nel 1919: è quella la data della prima partita italiana di pallacanestro, anzi di basketball – o meglio ancora basket-ball, come veniva chiamato allora lo sport. E chi c’era? Monza. Capace di strappare un pareggio (si poteva) all’Aviatori Malpensa con la Automobilisti Monza all’Arena di Milano. La squadra era quella del secondo reggimento automobilisti di stanza in città e la storia è stata ricostruita per l’anniversario del secolo dalla Fip, la Federazione italiana di pallacanestro, grazie anche alle ricerche condotte da Luca Condini. La partita sarà ricordata domenica 9 giugno a palazzo Lombardia, a Milano, dove sono in corso le finali nazionali di basket under 18.

In Italia lo sport era arrivato nel 1907 grazie a Ida Nomi Pesciolini, che aveva tradotto il regolamento scritto dal leggendario James Naismith, l’inventore della disciplina nel 1891, e l’aveva insegnato alle ragazze della Mens Sana in Corpore Sano di Siena. Le regole erano ancora approssimative, ricorda la Fip, senza palleggio, né tabelloni: un’attività ginnica, insomma, e perlopiù femminile. Dieci anni dopo sarebbe stato il turno di Guido Graziani: romano, si era laureato allo Springfield College in educazione fisica e decise di tradurre nuovamente le regole prima di fondare a Roma la Ymca. Era il 1919, l’anno della prima partita all’Arena di Milano.

Cinque contro cinque, venti minuti per tempo, nel giorno della conclusione dell’ottavo giro d’Italia di ciclismo, vinto poi da Girardengo: Arena piena, naturalmente, e la necessità di intrattenere il pubblico accorso per il gran finale della corsa. «Il programma prevedeva “gare atletiche” di vario genere, staffette fra squadre militari (la Prima guerra mondiale era terminata da pochi mesi e in parecchi erano ancora in attesa del congedo) ed anche sfide di tiro alla fune – ricorda la Fip – . Fra i vari spettacoli disponibili, uno in particolare attirò l’attenzione dei fortunati possessori del biglietto d’ingresso, in cui dieci atleti (cinque per ciascuna squadra) si sfidavano in canottiera e mutandoni tutti intenti a indirizzare, con le mani, un pallone di cuoio dentro un cerchio di ferro posto in alto, davanti a un tabellone di legno».

La squadra degli autieri di Monza in canotta gialla, gli avversari in azzurro. «Autieri e Aviatori, in realtà, avevano già giocato contro il 30 aprile sul nuovo campo della Malpensa (finì 33-3 per gli Autieri) e il 16 maggio sul campo sportivo della Villa reale di Monza (nuova vittoria per gli Autieri, ma di misura, per 13-11), mentre gli Aviatori, sei giorni prima, a Gallarate, avevano stracciato in un’altra amichevole gli studenti della scuola “Cavalli e Conti” di Milano 35-3».

Insomma: la prima partita ufficiale è tale perché le altre erano state in qualche modo di rodaggio e la sfida dell’8 giugno di quell’anno, con un pubblico di 30mila persone, ne fanno in qualche modo il match d’esordio della storia della pallacanestro italiana. «Certamente non erano ricercate le strutture: il campo di gioco era l’erba del prato dell’Arena, i tabelloni erano quanto mai provvisori e le righe tracciate con polvere di calce erano solo quelle esterne (nessun segno, invece, di quelle che delimitano le aree, solo una riga indicativa per i tiri liberi)».

Prima della partita era stato anche distribuito un regolamento sintetico al pubblico per cercare di orientarlo nei misteriosi fischi del pastore Ymca Goldbold, chiamato ad arbitrare. Le cronache della Gazzetta dello sport annotano la superiorità degli aviatori nel primo tempo e la rimonta dei monzesi nel secondo “time”, come scriveva il cronista: tra gli autieri sottolineature per «il caporalmaggiore Sessa, “attaccante veloce”, mentre il capitano della squadra, Muggiani, viene descritto come “distributore eccellente e conduttore di squadra preciso, calmo e scientifico”». La partita finisce 11-11.

Due anni dopo, a dicembre, la nascita della Federazione nazionale per volontà di dieci società, tutte milanesi, con l’elezione di Arrigo Muggiani e suo fratello Marco, giocatori di Monza, primo presidente e primo segretario generale.

Aviatori Malpensa-Automobilisti Monza 11-11

Automobilisti Monza: tenente Arrigo Muggiani (capitano), sergente maggiore Marco Muggiani, caporalmaggiore Sessa, soldati Bullé e Durante.
Aviatori Malpensa: tenente Baccarini (capitano), tenente Bagnoli, tenente Balestra, sottotenente Bianchi, sergente Pecollo.
Arbitro: Goldbold