Morosininpista sul Gp d’Ungheria: Vettel bene con la pioggia, ma sull’asciutto Hamilton è un’altra cosa

Che cosa va e che cosa no per le Ferrari (e Vettel) al Gp d’Ungheria di cui si sono corse le prove libere. Ma non è tutto lì, e bisogna torna indietro negli anni. Lo racconta #morosininpista.
La Ferrari sotto la pioggia in Ungheria
La Ferrari sotto la pioggia in Ungheria Ferrari scuderia su Fb

Budapest ha accolto il Circus con prime prove libere in doppia modalità: le prime con l’asciutto, le seconde con la pioggia. In mattinata Hamilton, con gomme dure, è stato velocissimo, un decimo di secondo a Bottas e oltre mezzo alle Racing Point di Perez e Stroll, un secondo e 4 a Vettel e Leclerc, sesto e settimo. Non posso giudicare il comportamento della Ferrari che per il GP d’Ungheria ha portato, secondo quanto già annunciato, dei cambiamenti alla monoposto. Invece sotto la pioggia, è stato Sebastian Vettel il più veloce: tre decimi alla Mercedes di Bottas e 1 secondo e 3 decimi alla McLaren di Sainz . Ma si sa che con l’asfalto bagnato i tempi sono direttamente proporzionali all’intensità della pioggia che cade nel momento in cui il pilota compie il giro.

In questa prima sessione di libere non si sono visti grandi miglioramenti se non da parte della Racing Point le cui macchine sono direttamente derivate dalle Mercedes della passata stagione. In pratica quasi, se non uguali a quelle che corrono in questo 2020. Si fa un gran parlare di illegalità da parte della famiglia Stroll (il padre di Lance, milionario, ha comprato la scuderia Force India e ha deciso di non fare il comprimario) e delle monoposto Racing Point che sarebbero le Mercedes del 2019, ripitturate in rosa.

Be’, il regolamento vieta una cosa che, in Formula 1, sarebbe legale se a dettare le norme del regolamento tecnico non fossero gli uomini di Jean Todt ma ci fosse anche un valido contrappeso, come ai tempi (ahimé purtroppo ormai passati) di Bernie Ecclestone. Non vedo perché un miliardario, che voglia allestire una scuderia di Formula 1 e non intenda fare il comprimario, non possa comprarsi i disegni delle monoposto migliori e più costose e realizzare prodotti di valore. Nel 1978, e Bernie era il presidente dell’Associazione Costruttori, Hector Rebaque corse nel 1977 e nel 1978 con le monoposto Lotus che suo padre, miliardario messicano, gli aveva comprato.

Il team si chiamava “Rebaque”, Hector si divertiva e non faceva figuracce per quel che le sue doti tecniche gli consentivano, conquistò con la Lotus un punto iridato grazie al sesto posto nel GP di Germania 1978. Poi, siccome aveva soldi, creò una sua vettura in collaborazione con la Penske, la Rebaque HR100, ma fu un disastro. Cosicché Rebaque, grazie alla sua valigia piena di soldi, ebbe in regalo un volante della Brabham, prima BT49 e poi BT49C, con la quale nella stagione 1981 conquistò 11 punti come gregario di Nelson Piquet che vinse il mondiale con tre quarti e un quinto posto e decima posizione nella classifica generale piloti.

Conclusione: se Lawrence Stroll, il magnate, ha voluto comprare una scuderia e dorarla non di ciofeche ma di monoposto competitive, non ritengo sia scandalo aver acquisito, pagandoli visto che in formula 1 nessuno regala niente, i disegni della Mercedes 2019 che la Marca tedesca non utilizza più. E dirò di più. Non vedo differenze fra l’acquistare monoposto competitive e acquistare il volante di un top team per un giovane pilota che altrimenti dovrebbe dedicarsi al tennis, al nuovo, al tiro a volo. Senza inutili ipocrisie, sempre questione di danaro è.