#Morosininpista: Silverstone dice Stroll, in F1 questa Racing Point mette paura a tutti

Il punto sulle prove libere del Gran Premio di Formula 1 di Silverstone del giornalista Nestore Morosini: Stroll non è il Rebaque del terzo millennio e con una macchina largamente competitiva sta andando molto forte.
La Racing Point di Stroll
La Racing Point di Stroll

Lascio perdere la prima parte delle libere del GP d’Inghilterra e prendo in considerazione solo la seconda dove molti piloti hanno provato la qualifica che domani deciderà la griglia di partenza. Lance Stroll sta confermando una crescita tecnica importante, perché è stato il più veloce di tutti. Si continua a far polemica sul fatto che suo padre abbia trovato il modo, dopo aver acquistato il team e aver ribattezzato da Force India a Racing Point, di far avere monoposto molto competitive, identiche alle Mercedes della passata stagione. Ma il fatto è che Stroll non è il Rebaque del terzo millennio e con una macchina largamente competitiva sta andando molto forte: qualunque operazione abbia fatto suo padre, la formula 1 ha avuto modo non solo di avere due macchine in più in grado di assicurare lo spettacolo ma anche di far emergere un pilota giovane.

Detto questo, Stroll ha messo in fila la Red Bull di Albon, la Mercedes di Bottas e, soprattutto, la Ferrari di Leclerc che ha dedicato tutta la giornata di prove alla preparazione della qualifica senza curare troppo il passo gara che, ovviamente, è risultato scarso mentre Sebastian Vettel ha avuto, invece, una serie di guai tecnici che lo hanno rallentato. Il risultato di Stroll è importante anche per un altro motivo, ed è il risultato ottenuto nella simulazione di qualifica da Lewis Hamilton che ha la versione aggiornata della Mercedes del 2019: il campione del mondo, in questa simulazione si è beccato più di mezzo secondo staccando Nico Hulkenberg – che è salito sulla Racing Point al posto di Perez in quarantena per Covid – di neppure un decimo.

Quindi questa Racing Point va davvero forte e vuoi vedere che ha ragione il mio amico Giovanni Bernabè quando sostiene la tesi che Hamilton è un pilota normale che vince perché dotato di una grandissima macchina? Tesi peraltro sostenuta anche da Bernie Ecclestone ma in modo meno critico, diciamo più soft, quando mi dice che “per giudicare un pilota occorre tener conto della monoposto che guida, dell’organizzazione del team e della strategia per cui ritengo che altri piloti, con la macchina di Hamilton sarebbero molto veloci”.

In questa situazione, occorre alla fine ammettere che seppur apprezzabili i tentativi di far una buona qualifica, domani la Rossa dovrà molto faticare: ormai si è capito chiaramente che in questo campionato a gare ravvicinate la Ferrari rappresenta la quarta forza, o addirittura la quinta se la McLaren farà ancora progressi.