#Morosininpista, le accuse di Verstappen alla Ferrari: o le prove o una pesante squalifica

Il giornalista Nestore Morosini commenta l’uscita di Max Verstappen che a proposito del risultato della Ferrari negli Stati Uniti ha detto che “ha smesso di barare”.
F1 Max Verstappen Red Bull - foto da facebook
F1 Max Verstappen Red Bull – foto da facebook

Gravissime dichiarazioni di Max Verstappen, in merito al risultato della Ferrari nel GP degli Stati Uniti, rilasciate ai microfoni di Ziggo Sport: “Questo è ciò che accade quando smetti di barare. Ora sono stati esaminati molto attentamente questi aspetti, ma dobbiamo continuare a tenere d’occhio la situazione”.
I veleni che attraversano il calcio in Italia non hanno bisogno di emigrare anche nella formula 1. Quindi la FIA farà bene ad andare a fondo alla questione indagando sulle soluzioni tecniche della macchina di Maranello e prendendo decisioni ed eventualmente punizioni molto severe.

Se Verstappen ha ragione e riuscirà a provare quanto ha dichiarato, la FIA deve obbligatoriamente togliere alla Ferrari tutti i punti conquistati nel mondiale costruttori (il che significa non beccare un centesimo dei premi stabiliti) e, magari, squalificarla per tre gare nel prossimo mondiale. Se però Verstappen non riuscirà a provare le sue affermazioni allora la FIA dovrà azzerare tutti i punti conquistati quest’anno dal pilota olandese, comminargli una multa ciclopica e squalificarlo per le prime sei gare del prossimo mondiale.

Se la FIA archivierà il caso, come se le affermazioni di Max Verstappen fossero una ragazzata, allora la Ferrari farà bene a prendere suoi provvedimenti lasciando un mondiale senza credibilità ed emigrare nella formula statunitense: esattamente come minacciò di fare Enzo Ferrari quando l’allora presidente FIA, Jean Marie Balestre, intendeva imporre alle squadre un tipo di motorizzazione che al Drake non piaceva.

Questa volta si tratta di qualcosa di più, perché la Ferrari non vende bibite come il padrone della scuderia per cui corre Verstappen, ma supercar che riceverebbero, anche da un’accusa non provata, un duro danno di immagine.