#Morosininpista: il disastro della Ferrari al Gp di Stiria porta in dote tanti giudizi negativi sul Cavallino

L’89esima pole position di Lewis Hamilton ha sancito il dominio delle Mercedes. Mentre la Ferrari sprofonda, con Vettel e Leclerc costretti a partire dalle retrovie.
La Mercedes continua a dominare il mondiale di Formula 1
La Mercedes continua a dominare il mondiale di Formula 1 Foto da Facebook

La pioggia c’è stata, ma non l’uragano. Così la qualifica del GP di Stiria, che raddoppiava sul tracciato di Spielberg il GP d’Austria, ha segnato un altro capolavoro di Lewis Hamilton che al volante della propria Mercedes ha conquistato la pole numero 89 in carriera, battendo la Red Bull di Max Verstappen (autore di un errore, non determinante, all’ultima curva), la McLaren di Carlos Sainz jr., l’altra Mercedes di Bottas. Con la pioggia non s’è attenuata la crisi della Ferrari, anzi s’è aggravata in qualifica perché Charles Leclerc non ha superato il Q2 e partirà in sesta fila mentre Vettel, che ha disputato la qualifica nel Q3, si è classificato ultimo dei dieci piloti ammessi. La corsa, domani, si disputerà col sole e pista asciutta, probabilmente ciò consentirà qualche spostamento di valori. Anche se per mia ultra quarantennale esperienza una macchina che va forte sull’asciutto va forte anche sul bagnato e viceversa.

Questa considerazione mi porta a giudizi negativi sulla Ferrari. Negli ultimi anni non ho constatato performances di rilievo con i “pacchetti” migliorativi portati in pista e, in Austria, i peggioramenti in qualifica, rispetto ai gran premi dell’anno scorso fino a Singapore, sono consistenti ed evidenti. Possibile che sotto l’acqua, un uomo di velocità come Charles Leclerc non riesca a superare il taglio del Q2 e un quattro volte campione del mondo non riesca a far meglio di pivelli come Ocon, Norris, Albon, Gasly? Mattia Binotto dopo il GP d’Austria ha ammesso:«Perdiamo sette decimi nei rettilinei. In parte è dovuto alla resistenza dell’aria, ma in parte anche al motore. Lo sviluppo della Power Unit però è bloccato, per questioni di costi i team hanno concordato, durante il lockdown dovuto al Coronavirus, di non aggiornare il motore durante la stagione. Può essere modificato solo l’MGU-K. Ma non sarà sufficiente per migliorare la Power Unit».

#Morosininpista: il disastro della Ferrari al Gp di Stiria porta in dote tanti giudizi negativi sul Cavallino
Lewis Hamilton dopo la pole

Le perplessità di fronte a queste parole aumentano i miei dubbi. Se la Ferrari ha accettato, per motivi di economia, di modificare solo il sistema che trasforma parte dell’energia cinetica sull’albero motore in energia elettrica, allora io mi chiedo che cosa pensano al vertice di una grande industria come quella di Maranello quando le si chiede di adeguarsi alla volontà di scuderie che con la grande produzione di auto non hanno nulla a che fare. E mi viene da pensare che se Mercedes, Honda, Renault hanno accettato l’accordo, avevano già giudicato performanti, nel complesso, i loro motori. Ma com’è possibile, allora, che rispetto all’anno scorso il motore Ferrari sia regredito in tal modo? Ricordo che Hamilton, dopo il GP d’Italia vinto da Leclerc, disse: «In rettilineo non riusciamo ad avvicinare i Ferrari neppure con il DRS». E allora se durante il lockdown i motori delle altre squadre sono rimasti gli stessi dell’anno scorso, perché la Ferrari non ha rimesso in pista la monoposto del 2019 con relativa power unit? Ed ecco saltare fuori il dubbio che arriva dalle parole di Max Verstappen, nel dopo gara del GP degli Stati Uniti : «La Ferrari ha deluso? Non mi stupisce, succede quando si smette di barare…». E la Ferrari, per bocca di Binotto, invece di querelare si limitò a definire quelle parole «totalmente sbagliate e non buone per lo sport e tutti ne dovrebbero essere consapevoli».

Ma, considerando anche che Verstappen abbia preso una cantonata – ma è quanto mai strano che un pilota si esponga in tal modo e che la parte offesa non reagisca energicamente – come può pensare un’azienda di prestigio come la Ferrari, un’eccellenza italiana nel mondo, di poter licenziare due tecnici come il progettista James Allison e il motorista Lorenzo Sacchi e pensare che, passando alla Mercedes, non avrebbero rivelato quel che sapevano dei progetti tecnici, ma soprattutto dei segreti, della gestione sportiva di Maranello?

L’ultima considerazione che si può fare è sperare che, col sole, Leclerc e Vettel oggi riescano a rimuovere un po’ la loro situazione. Dice un vecchio proverbio militare che una bomba non cade mai dov’è caduta quella precedente, quindi non possiamo aspettarci i colpi di fortuna avuti da Leclerc una settimana fa: le safety car che annullano gli svantaggi e la sua grande abilità nel decidere i sorpassi all’esterno delle curve, visto che in rettilineo la sua Ferrari non avrebbe potuto. Ma le corse che prima del via sembrano segnate, dopo il semaforo verde possono diventare un mistero. Chissà!