#Morosininpista: Hamilton vince a Monte Carlo nel nome di Lauda, ma entusiasmo solo per Leclerc e Verstappen

Il giornalista Nestore Morosini analizza il Gp di Monaco corso domenica sul circuito di Monte Carlo: il successo di Hamilton e l’abilità a governare una gomma malandata, il secondo posto di Vettel (“sparagnino”) e le prove entusiasmanti - loro sì - di Leclerc e Verstappen.
Formula 1 Gp Monaco Hamilton
Formula 1 Gp Monaco Hamilton

Un Gp di Monaco come tanti altri: chi è partito in testa ha vinto, ed è stato Lewis Hamilton nel nome di Niki Lauda. Il toboga di Montecarlo non ha modificato le posizioni se non nel podio premiando la Ferrari di Sebastian Vettel, seconda davanti alla Mercedes di Bottas, ed escludendovi Max Verstappen per via di una penalizzazione quando, uscendo dal box per il pit stop, ha urtato il finlandese procurandogli la rottura di un cerchione e obbligandolo a rientrare per un ulteriore pit stop.

Comminata la penalizzazione, Verstappen si è messo alle costole di Hamilton e lo ha insidiato sino alla fine, cercando un sorpasso che gli potesse consentire di andarsene in testa e riguadagnare i 5 secondi della penalizzazione. La corsa di Lewis, comunque, non è stata semplice perchè a 22 giri dal termine le gomme medie (colore giallo) hanno cominciato a soffrire. A quel punto, Hamilton ha dovuto decidere se rientrare oppure restare in pista rischiando una foratura oppure un “lungo”: lo sbaglio del team Mercedes nel montargli gomme medie gialle al pit stop si stava rivelando molto pericolosa e avrebbe potuto far perdere la gara al pilota inglese. Penso che qualunque altro pilota si sarebbe fermato, Lewis no.

Ci ha messo 10 secondi a decidere di continuare a correre perché se fosse rientrato a cambiare pneumatici sarebbe rientrato in pista sesto e avrebbe perso la corsa. Per quei 22 giri abbiamo potuto vedere di quale pasta sia fatto il pentacampione: ha respinto per due volte l’attacco di Verstappen, il secondo dei quali alla chicane dopo il tunnel: la Red Bull ha toccato la ruota posteriore della Mercedes, Hamilton è stato bravissimo e fortunato a tenere la macchina in pista. Da quel momento non c’è stata più storia, Hamilton ha gestito gli ultimi quattro-cinque giri da campionissimo qual è arrivando al traguardo con le gomme che vi mostro in foto.

Intendiamoci, è vero che Hamilton ha ammesso di aver disputato a Montecarlo la sua corsa più difficile e faticosa di quest’inizio di stagione. Ma io non mi sento di essere d’accordo, se non nei due o tre momenti di cui parlerò, con l’entusiasmo dei telecronisti di Sky che devono vedere la corsa con gli interessi dell’azienda che li paga mentre io li vedo con l’occhio critico di uno spettatore che paga l’abbonamento. Il toboga di Montecarlo non è mai entusiasmante, una macchina dietro l’altra in carosello continuo per tutti i giri della corsa non sono pane per i miei denti… formulistici.

Per esempio, Sebastian Vettel è giunto secondo con la tattica del farmacista: ha messo sul suo bilancino i 5 secondi di penalità di Verstappen che lo precedeva, ha tenuto un ritmo tale da non rischiare di uscire dai quei 5 secondi di vantaggio senza mai cercare un attacco a fondo sia alla Red Bull di Verstappen sia alla Mercedes di Hamilton, anche quando quest’ultima ha messo a nudo problemi alle gomme anteriori piuttosto consistenti. Una gara da sparagnino. Andrà bene per calmare le polemiche intorno al comportamento della Ferrari nelle qualificazioni ma non per gli amanti, quelli veri, dell’automobilismo.

Al contrario della tattica di Charles Leclerc che, per colpa del caos Ferrari nella qualifica di sabato, partiva in quindicesima posizione. Il ventunenne monegasco ha subito cercato di recuperare posizioni. Il sorpasso di Grosjean alla chicane della Rascasse lo definisco un sorpasso alla Gilles Villeneuve, così come mi ha ricordato Gilles il giro a tre ruote di Charles per tornare al box quando, alla medesima curva della Rascasse, ha cercato il sorpasso di Hulkenberg toccando, però, con la gomma posteriore destra il guard rail che si è lesionata andando in frantumi. Un giovane sul quale la Ferrari farà bene a puntare: è più veloce di Vettel, non ha stress in corsa, ha fame di vittorie, è deciso nei sorpassi anche se sono difficili.

Non sono neppure d’accordo con Jacques Villeneuve che sostiene l’essere stato un errore mettere Leclerc in concorrenza con Vettel. I giovani dell’attuale formula 1 sono bravi. Mi riferisco non solo a Leclerc ma anche a Albon, Gasly, Kvjat, Norris, Russell, Giovinazzi. E mi vien da pensare che cosa ne sarebbe stato di Verstappen se, dopo il breve apprendistato alla Toro Rosso, non fosse passato alla Red Bull.

A proposito di Verstappen devo dire che, nonostante la penalizzazione che secondo me i commissari avrebbero potuto anche risparmiargli, Max le ha tentate tutte per superare Hamilton e annullare col ritmo la penalizzazione. Non dispone della stessa macchina competitiva del campione del mondo, ma ne ha la grinta se non ancora l’esperienza. Ma pur sapendo che a Montecarlo sorpassare è un problema difficile quanto fare un en plein su una delle tante roulettes del Principato, Max ha sempre insistito fino alla ruotata finale alla Mercedes che l’ha messo definitivamente fuori dal podio.

Ora si va a Montreal, sul circuito velocissimo dell’isola di Nostra Signora con la Ferrari favorita, come giudicano i media. Io penso, invece, che a essere favorito sia sempre chi è davanti in classifica. E che, per vincere una gara, la Ferrari dovrà partire in qualifica davanti alla Mercedes staccandola dei tre decimi che invece, finora, ha patito.