F1, Morosini in pista: Vettel cerca scuse per il Mondiale perso

Ad Abu Dhabi Sebastian Vettel è dietro a Mercedes e Red Bull nelle prove libere: ma cerca scuse per il mondiale perso. L’analisi di Nestore Morosini.
Monza Gran premio 2018 Vettel - Hamilton
Monza Gran premio 2018 Vettel – Hamilton Fabrizio Radaelli

In una intervista di Daniele Sparisci sul “Corriere della Sera”, Sebastian Vettel si è confessato rivedendo la stagione che si concluderà domenica sul tracciato di Abu Dhabi. Una gara, anche, che concluderà la carriera di Kimi Raikkonen in Ferrari per cominciarne una seconda, da “professore”, alla Sauber Alfa Romeo. Dunque, Vettel si è confessato e, per quel che mi riguarda, i passi importanti sono quattro.

Il primo, quando alla domanda “È stata un’occasione persa o Lewis Hamilton e la Mercedes hanno vinto da grande squadra?”, Sebastian risponde: “È sbagliato, come ho sentito dire, che ’questo campionato lo ha perso la Ferrari’. No, la Mercedes ha vinto a noi abbiamo perso. Ci sono state gare dove eravamo molto vicini, altre dove eravamo davanti, ma purtroppo in altre ancora eravamo lontani e loro dominavano. Noi non siamo mai stati capaci di vincere in quel modo”.
ll secondo, a richiesta “Ne è sicuro?”, il tedesco risponde: “Sì, pensi ai loro successi in Spagna, Francia e Russia. Quando siamo arrivati primi noi, è stata sempre una battaglia tiratissima. In Australia siamo stati fortunati. In Barhein erano vicini con la strategia, a Spa avevano un gap di 1”5 prima di gettare la spugna. Anche in Canada la nostra miglior prestazione, Bottas non era lontano”.
Il terzo, quando Sparisci chiede “Però a un certo punto la Ferrari sembrava la macchina migliore”, Vettel replica: “L’ho sentito dire a tanti e non sono d’accordo. Avevamo una buona macchina non dominante. Nella parte finale del campionato spesso ci è mancata la velocità”.
Il quarto, alla domanda “La criticano per i troppi errori, come risponde?”, il pilota tedesco risponde: “È vero, ho sbagliato tanto, troppo. È giusto dirlo. Non mi dovevo girare il Germania, ma a volta capita di fare delle c… (cazzate?, ndr). Ma alla fine penso che anche senza i miei errori comunque non avremmo vinto il mondiale”.

Ecco, parole che sanno di inaudito. Di giustificazione cercata ad ogni costo. Di scaricabarile verso una squadra che, sì, qualche errore ha fatto ma quasi sempre per dover riparare agli errori del suo pilota. Errori che solo in Italia e Germania sono costati il risultato finale di una stagione in cui il lavoro degli uomini di Maranello aveva portato la Rossa, a Monza, ad avere dalla power unit circa 40 cavalli più di quanto non disponessero i piloti Mercedes.

Sebastian Vettel ha avuto un mezzo a disposizione per poter vincere il mondiale, non c’è riuscito per proprie colpe lasciando per strada una quantità di unti tale che lo avrebbero portato al titolo, o quanto meno a disputarselo sino alla fine.

Ripeto quel che ho già scritto: io avrei cambiato entrambi i piloti, assumendo oltre a Charles Leclerc anche Daniel Ricciardo. Vettel, dicendo quel che ha detto, si mostra non solo privo di generosità e di riconoscenza, ma addirittura di dà la zappa sui piedi. Perché dicendo che la Ferrari “è stata una buona macchina ma non dominante” confessa, magari senza rendersene conto, che per vincere il titolo ha bisogno di una specie di aeroplano… com’era la Red Bull dei suoi quattro mondiali. In altre parole, di essere inferiore, a parità di macchina, a Lewis Hamilton.

Attendo la reazione della Scuderia.

Nelle prime libere di Au Dhabi, Sebastian Vettel (sesta la sua posizione alla fine) ha ottenuto risultati peggiori di Kimi Raikkonen, delle Red Bull e della Mercedes sia con gomme da qualifica sia con gomme super soft (rosse) che saranno quelle della partenza per quasi tutti i piloti. La mia curiosità, però, si sposta a lunedì per la due giorni di test che si terranno sul circuito arabo, quando Leclerc sarà in pista col la Ferrari insieme a Vettel.