F1, Morosini in pista: in Giappone Hamilton e Mercedes di nuovo su un altro pianeta (nel giorno di Senna)

Se le prime prove libere del GP del Giappone rispecchiano quel che accadrà domenica, sembra che Hamilton e la Mercedes siano tornati su un altro pianeta. Nel giorno di Ayrton Senna. Il commento di Nestore Morosini.
Gran premio 2018 Lewis Hamilton
Gran premio 2018 Lewis Hamilton Fabrizio Radaelli

Se le prime prove libere del GP del Giappone rispecchiano quel che accadrà domenica, ebbene posso dire senza sbagliare che Hamilton e la Mercedes sono tornati su un altro pianeta rispetto alla Terra su cui abitano Ferrari, Red Bull, McLaren e via dicendo. In simulazione da qualifica, l’inglese ha allontanato di mezzo secondo il compagno di squadra Bottas, e ha stracciato Vettel: 8 decimi, su una pista molto tecnica come quella di Suzuka, sono un distacco-vita. E questo significa solo una cosa: che dopo le difficoltà avute nella parte centrale del campionato, in cui Vettel e la Ferrari hanno gettato al vento occasioni super propizie, la squadra tedesca è tornata, da Singapore in qua, prepotentemente davanti grazie agli sviluppi tecnici e agli investimenti. E in questo mette in risalto la potenza economica dell’industria Mercedes ben superiore a quella dell’azienda di Maranello. Forse la pioggia, prevista per la qualifica, potrà cambiare qualcosa per la formazione della griglia. Ma difficilmente lo schieramento di partenza, a meno di eventi clamorosi, inciderà sulla corsa prevista con cielo sereno. Vedremo.

Mi piace ricordare, oggi, come il Gp del Giappone coincise, giusto trent’anni fa, col primo titolo mondiale di Ayrton Senna. Il buon Ayrton, ingaggiato dalla McLaren proprio alla fine della stagione 1987, beffò Alain Prost grazie agli scarti che allora determinavano la classifica. Il francese conquistò più punti, 105, ridotti poi con gli scarti a 87. Ayrton, con otto vittorie contro le sette di Alain, ne conquistò 94 dei quali 90 buoni per la vittoria del mondiale. Il Gp del Giappone 1988 si rivelò decisivo per l’attribuzione del titolo mondiale.

Ricordo come se fosse ora, Senna in pole position che alla partenza fece spegnere il motore turbo, che dall’anno seguente lasciò il posto ai 12 cilindri aspirati. Senna riuscì a partire perché il circuito era in discesa transitando al primo giro in quattordicesima posizione. Ma al 28esimo passaggio, con una rimonta eccezionale, era già primo e non cedette più il comando, vincendo gara e titolo mondiale. Il GP d’Australia, ultima gara della stagione, diventò inutile per la classifica: Senna conquistò la pole e Prost la vittoria. Ma Ayrton quell’anno stabilì il record per un pilota di formula 1: su sedici gare otto vittorie e 12 pole position. La McLaren conquistò 15 vittorie, lasciando solo il GP di Monza alla Ferrari.