F1, Morosini in pista: il venerdì del Gp di Monaco? Con i piloti italiani a giocare a bocce a Villa Rizzoli

Il Gp di Monaco è da sempre l’unica gara del mondiale in cui si prova il giovedì e il sabato si disputano le qualificazioni. E il venerdì? Lo racconta il giornalista Nestore Morosini.
Gp Monaco 1979 - da www.formula1.com
Gp Monaco 1979 – da www.formula1.com

Il Gp di Monaco è da sempre l’unica gara del mondiale in cui si prova il giovedì e il sabato si disputano le qualificazioni. E il venerdì? Tanti anni fa, il venerdì di un giornalista trascorreva fra interviste, caccia alla notizia di mercato piloti, un brindisi sulle barche di rappresentanza. Nel mio caso, per diversi anni, il venerdì di Montecarlo coincideva con un rito: salire a Villa Rizzoli con i piloti italiani, pranzare con il dottor Andrea e sua moglie Liuba Rosa, giocare interminabili partite a bocce sotto lo sguardo vigilante dei cani di famiglia, razza bracco.


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Quell’anno, era il 1980, al rendez vous con Andrea Rizzoli, arrivai alla villa di Cap Ferrat con Riccardo Patrese, Elio De Angelis, Bruno Giacomelli, Vittorio Brambilla e Andrea De Cesaris. Come dire, il Gotha del formulismo italiano. Pranzammo, giocammo (Andrea Rizzoli vinceva sempre!) e, dopo torta e champagne, la signora Liuba Rosa mi dice: “Nestore, tu che sei l’inviato del Corriere, mi procuri un pass per i box?”. In quei tempi, e anche dopo, avere un pass per i box di Montecarlo era più difficile che invitare a cena il principe ereditario d’Inghilterra. Rimasi perplesso, risposi con un timido “va bene” e, lasciata villa Rizzoli, mi precipitai alla Ferrari, dal diesse Marco Piccinini. Niente da fare. All’Alfa Romeo, dall’ingegner Carlo Chiti: “Ho appena dato via l’ultimo”. All’Arrows, da Riccardo Patrese: “Io non ne ho, prova da….”. E mi fece un nome.
Andai, spiegai al mio interlocutore per chi fosse il pass e lui mi disse: “Non ti preoccupare, fra un’oretta ti porto il pass”. Fu di parola, cosicché l’indomani mattina detti il pass alla signora Rizzoli. E cominciai il mio lavoro.

Ad un certo punto, mentre stavo lavorando in sala stampa, comparve un gendarme che a voce alta mi cercò: “Vorrei parlare con il signor Morosini”. Mi alzai, probabilmente credetti di aver lasciato la macchina in sosta vietata. “Lei ha dato un pass per i box alla signora Rizzoli?”, disse. “Sì, ma che problema c’è?” feci, un po’ allarmato.

“La signora è stata fermata da nostri agenti ed è uscita adesso da uno dei nostri commissariati”. Mi sentii sprofondare. “Ma perché?”, chiesi timidamente.

“Non si preoccupi, la signora Rizzoli è molto conosciuta a Monaco. Però non la faccia più girare per i box con un pass falso. Molto ben imitato, ma falso”.