F1, Morosini in pista: Hamilton vede il suo quinto mondiale

Lewis Hamilton è uno di quegli uomini che nel loro sport prendono tutto, soprattutto quello che gli altri gli regalano. Dopo Singapore vede il suo quinto mondiale, pareggiando quelli di Juan Manuel Fangio.
Monza Gran premio 2018 Lewis Hamilton
Monza Gran premio 2018 Lewis Hamilton Fabrizio Radaelli

Lewis Hamilton è uno di quegli uomini che nel loro sport prendono tutto, soprattutto quello che gli altri gli regalano. Nella formula 1, l’inglese della Mercedes, vincitore indisturbato del Gp di Singapore, sta dimostrando di essere di gran lunga il miglior pilota del dopo Schumacher. E lo sta dimostrando proprio nell’anno in cui la Ferrari era riuscita a mettere in pista una monoposto superiore alla Mercedes, non riuscendo però a collocarci dentro piloti all’altezza del campione del mondo in carica.


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Nel commentare la qualifica del GP di Singapore, mi ero espresso con un parere forte: contro Hamilton non ce n’è per nessuno. E anche la gara ha confortato senza alcun dubbio questa mia convinzione, vista la facilità irrisoria con cui Lewis ha condotto l’happening notturno che gli fa intravvedere il quinto titolo iridato, pareggiando quelli di Juan Manuel Fangio. Partenza come si deve con gomme ultrasoft, pit stop per gomme soft e ripartenza verso il traguardo mai impensierito, anche se prima Vettel e poi, dall’11esimo giro fino al traguardo, Verstappen hanno cercato di insidiarlo. Lewis ha giocato come il gatto col topo, si è fatto avvicinare dall’olandese a meno di 2 secondi, ha raffreddato le gomme, è ripartito lasciando al giovane della Red Bull e al veterano della Ferrari la sola soluzione di tirar su il piede per non perdere il podio.

La partenza di Vettel è stata buona, il sorpasso a Verstappen, per il secondo posto dietro Hamilton, immediato e perentorio. Poi, dopo il pit stop, Sebastian si è perso. E ha poca importanza l’ipotesi che si sia trovato in qualche difficoltà con i freni come lui ha comunicato al box: la Ferrari di Singapore non mi è certo parsa né la Ferrari vittoriosa a Spa né quella malamente sconfitta a Monza. e è mancato qualcosa, sia in qualifica sia in gara.
Mi sembra le sia mancato anche il Kimi Raikkonen di Monza che, dopo aver fatto vedere molto di buono, nei giri seguiti al pit stop in cui ha raggiunto Bottas, si è adagiato dietro il finlandese della Mercedes senza mai tentare il sorpasso nonostante si sia trovato molte volte in posizione di DRS.

Ora Vettel, a sei gare dal termine del mondiale, si trova con 40 punti di distacco: un’enormità. Anche se l’aritmetica gli da ancora possibilità, non gliene da invece la logica. Come recuperare, infatti, uno svantaggio tale a un pilota che non commette errori e che per perdere l’iride dovrebbe vedere il rivale della Ferrari sempre vincitore Russia, Giappone, Stati Uniti, Messico Brasile, Abu Dhabi? Qualunque cosa si dica dopo questo Singapore, sia in Mercedes sia in Ferrari, penso debba essere accettato come prudenza, se non come giustificazione. Per scaramanzia da una parte e per rabbia dall’altra. La Ferrari, a mio avviso, ha solo la chance di puntare al mondiale costruttori in cui ha 37 punti di svantaggio. Ma dovrà lottare strenuamente con le due macchine, perché anche la Mercedes tira a questo titolo, vista la strategia con cui utilizza Bottas, di volta in volta a bloccare uno dei due piloti di Maranello.

Fra le poche cose pregevoli di un gran premio tutto sommato noioso, la combattività di Charles Leclerc, pilota Ferrari del 2019. Era quindicesimo, dopo il pit stop è risalito, ha ingaggiato una bella battaglia con Gasly (ex campione, come il monegasco, della F2) costringendolo all’errore e superandolo dopo un’attenta valutazione sul come procedere. Poi, risuperato per un altro cambio gomme, Charles è risalito sino al nono posto: dei 21 punti conquistati dalla Sauber Alfa Romeo 15 sono suoi e 6 di Ericsson.

Fra le cose da dimenticare, l’aggressività sconclusionata di Perez che ha fatto fuori in partenza il compagno di squadra, Esteban Ocon spingendolo violentemente contro il muretto di protezione . Bravi piloti che seguivano a evitare che si formasse una pericolosa carambola.