F1, Morosini in pista: ecco perché Bottas può aspirare al Mondiale

Nestore Morosini analizza perché il fatto che Valtteri Bottas abbia vinto la prima gara del mondiale 2019 di Formula1 non sia poi così strano. E rientra in un piano ben determinato della Mercedes.
F1: Hamilton e Bottas insieme a Monza - foto d’archivio
F1: Hamilton e Bottas insieme a Monza – foto d’archivio Fabrizio Radaelli

Il fatto che Valtteri Bottas abbia vinto la prima gara del mondiale 2019 di F.1 non è poi così strano. E rientra, a mio avviso, in un piano ben determinato della Mercedes il cui vertice sta ragionando, pressappoco, come fece quando Nico Rosberg vinse, nel 2016, il titolo mondiale dopo essere stato per due stagioni vice campione del mondo alle spalle di Lewis Hamilton. Valtteri Bottas è, da due anni, scudiero di Hamilton come Nico Rosberg e dopo un il periodo di apprendistato (l’anno scorso non ha vinto neppure una corsa ma è arrivato sette volte secondo) come il collega tedesco deve aver convinto Toto Wolff a fare un ragionamento molto semplice: “Noi della Mercedes puntiamo al mondiale, prima di tutto quello dei costruttori perché da lustro all’azienda amplificandone l’immagine. Poi, con quale pilota puntare al titolo piloti saranno le corse a deciderlo. Che vinca Lewis sarebbe un fatto normale, ma se dovesse vincere Valtteri per l’immagine dell’azienda sarebbe un colpo fortunato perché il merito sarebbe più della macchina che del pilota”.


LEGGI I commenti di Morosini in pista

In altre parole, la Mercedes ritiene che può ottenere vittorie sia con un pentacampione del mondo sia con il secondo pilota che ha vinto sinora solo 4 gran premi contro i 73 del suo grande compagno di squadra. Questi stesso discorso non lo fece, o fu costretta a non farlo la Ferrari nel 1999, quando a concorrere per il titolo fu Eddie Irvine, a causa di un incidente capitato a Michael Schumacher che resto fuori da sei gran peemi. E quel titolo lo vinse Mika Hakkinen.